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LA SARDEGNA DI VINODABERE

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  Un problema “tipico” degli eventi legati al vino è che essendo nella quasi totalità dei casi focalizzati a carattere nazionale, con etichette dunque provenienti dai più svariati punti della penisola italica, il rischio di bere senza cognizione, o comunque trovarsi a giudicare vini lontanissimi tra loro per caratteristiche e struttura più che eventualità è praticamente certezza. Per tale motivo, un evento improntato su una sola regione, come quello organizzato lo scorso weekend a Roma dalla rivista Vinodabere sulla Sardegna e sui suoi vini non poteva che ricevere il mio plauso preventivo, oltre che farmi avvicinare ad esso con attenzione ed entusiasmo. Entusiasmo che è stato ampiamente ripagato dagli assaggi, permettendomi di approfondire territori e denominazioni che – mio malgrado – ammetto di aver trascurato negli ultimi anni (primo tra tutti il Vermentino Gallurese), di scoprire realtà (come quella dell’Ogliastra) di cui conoscevo davvero poco oppure di ricavare ulteriori co

OLTRE IL PRECONCETTO

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Metti una sera a cena. In cui per affiancare dei pici al tartufo ed un'ottima tagliata, dopo una rapida ricerca in cantina scelgo di aprire il Sagrantino Chiusa di Pannone 2008 di Filippo Antonelli. Quindici anni possono essere pochi per (alcuni) grandi vini, ma nella stragrande maggioranza dei casi risultano un ostacolo invalicabile, anche quando i soggetti sono etichette ricche di blasone e/o provenienti da terroir che per definizione, quasi fosse un volere divino e precostituito, vengono ritenuti capaci di evoluzioni pressoché infinite. Ma che invece, alla riprova dei fatti, raramente - o quantomeno non certo nella maggioranza dei casi - sanno regalare emozioni, con profili olfattivi stanchi ed evoluti  e con strutture che hanno perduto da tempo il grip e la progressione dei giorni migliori. Stavolta, per mia fortuna, le cose sono andate in maniera alquanto differente. Con un Sagrantino - si, avete letto bene, il tanto bistrattato e vituperato Sagrantino, che la vulgata o il com

LIFE OF WINE, RITORNA LA MAGIA DEL VINO ALL’ESAME DEL TEMPO

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E siamo a dodici. Dodici edizioni di Life of Wine, manifestazione organizzata da Roberta Perna con la collaborazione dei giornalisti Marco Ghelfi e Maurizio Valeriani, che anno dopo anno propone uno dei format più ricercati per ogni appassionato di vino degno di questo nome, quello di poter assaggiare la stessa etichetta in annate differenti – alcune davvero in là con gli anni. Una sorta di maxi-abbuffata di mini-verticali, utilissime per valutare coerenza stilistica, caratteri identitari del terroir, capacità evolutive ed influenza dell’annata, ma anche e soprattutto per assaggiare vini che in altri contesti ben difficilmente potremo trovare, quantomeno in questi numeri. Numeri, dicevamo, che anche quest’anno hanno premiato l’impegno degli organizzatori, a cui faccio i complimenti per l’ottimo lavoro svolto: sessanta aziende presenti, quasi trecento etichette in degustazione, di cui circa centosettanta relative ad annate non correnti. Leggermente inferiori alle passate edizi