LA SARDEGNA DI VINODABERE RITORNA A ROMA

Ritorno sul luogo del delitto.

Un anno dopo, eccomi a raccontare uno degli eventi della stagione da me più attesi in conseguenza della mia smodata passione per i vini sardi, principalmente per quelli a base Cannonau ma non solo.

Parliamo de “La Sardegna di Vinodabere”, kermesse giunta alla terza edizione ed organizzata lo scorso weekend (18/19 Gennaio) dall’omonima rivista online – una delle più complete e seguite a livello nazionale in ambito enologastronomico, e che io stesso leggo sempre con passione ed interesse – che come lo scorso anno si è svolta all’interno dell’hotel Belstay a Roma.

Location come di consueto molto bella e curata nei dettagli, spazi ampi, così come pressoché impeccabile l’organizzazione, con in più, aspetto sempre molto gradito da noi appassionati, moltissimi vignaioli a raccontare le proprie aziende ed i propri vini da dietro i loro banchi di assaggio, oltre che con i quali scambiare opinioni ed impressioni in materia.

Se proprio volessi trovare un piccolo "neo" potrei sottolineare l'assenza di spazi esterni dove sedersi ed eventualmente degustare qualche vino con maggiore calma, ma parliamo davvero di sfumature.

Quelle stesse sfumature che ho poi ritrovato nella parte di ancor maggiore interesse, ossia (naturalmente) nei vini proposti in degustazione.

Parlando di numeri, moltissime referenze (circa 200 distribuite tra 47 diversi produttori) con livello medio degli assaggi abbastanza alto ed alcune punte di assoluta eccellenza.

Davvero pochissimi i vini “fatti male”, anzi nasi generalmente puliti e precisi (anche nel caso di vini dall’impronta artigianale, aspetto che nei vini sardi - specie in quelli delle zone interne - è preponderante) e componenti alcoliche importanti ma al tempo stesso quasi sempre integrate nella struttura ed equilibrate da acidità e sapidità di tutto rispetto.

 Tannini – naturalmente nel caso dei vini rossi – generalmente precisi e quasi mai sgraziati o ancor peggio verdi.

Sotto – come di consueto, trovate il racconto dei miei migliori assaggi, in questo caso cinque vini capaci di colpire l’anima ancor prima che il colpo, in grado di coniugare perfettamente territorialità, eleganza, carattere e piacevolezza.

 

5)Ghirada Elisi Barbagia Rosso IGT 2022 – Cantina Crisponi (90/100)

Cannonau in purezza da singola vigna di oltre cento anni di età, affinamento in acciaio.

Rubino, intenso. Naso pulito, fruttato leggero ed impronta balsamica, con leggera sfumatura speziata (pepe nero). Bocca coerente, strutturata ma elegante, di bella matrice minerale, che dimostra una maturità non usuale per un vino così giovane. Tannino preciso e non invadente, alcol tenuto a bada. Finale di lunghezza adeguata.

 

4)Contini Vernaccia Oristano Riserva 1997 (91/100)

Vernaccia in purezza. Affinamento per oltre venti anni in caratelli di rovere e castagno, con la tecnica della botte scolma in maniera da favorire la formazione della flor.

Ambrato, intenso e luminoso, denso e consistente. Naso pulito, tipologico, non intensissimo ma elegante e di bella complessità. Aromi di frutta secca (albicocca), miele, mandorla e rimandi eterei. Bocca coerente, calda ed avvolgente, dolce non dolce, marcata da una bella sapidità ad accompagnare il sorso. Persistenza eccellente. Sempre un bel bere.

 

3)Depperu Ruinas del Fondatore Colli del Limbara IGT 2021 – Depperu (92/100)

Vermentino in purezza da vigne di 40 anni di età. Rese bassissime per la tipologia, affinamento in acciaio a contatto con le fecce fini per oltre un anno. Dorato, molto limpido e luminoso. Naso inizialmente reticente, poi più espressivo, molto balsamico e minerale, oltre che con note di frutta matura. Bocca splendida, ricchissima, saporita, complessa. Persistenza super, finale in progressione coerente con le note avvertite al naso. Sempre grande, un vero e proprio fuoriclasse della denominazione. Ottimo anche il “fratellino” Ruinas, più diretto e meno complesso ma altrettanto godurioso.

 

2) Ghirada Fittilloghe Barbagia Rosso IGT 2022 – Francesco Cadinu (93/100)

Cannonau in purezza da vigna ultracentenaria, rese bassissime (nell'ordine dei 20q/he). Affinamento in piccole botti di castagno per 18 mesi.

Rubino/granato, mediamente intenso. Naso elegante e complesso, più maturo di quello che direbbe l'anagrafica. Frutta rossa, mela cotogna, sfumatura balsamica, arancia rossa. Bocca coerente, precisa, ricca ma al tempo stesso elegante, tannino delicato, persistenza ottima, giusto un po' di alcol sul finale. Cannonau di livello superiore. Ottimo anche il Perdas Longas 2021, un rosso che definire “base” è quasi oltraggioso.

 

1) Ghirada Rizza Barbagia Rosso IGT 2022 - Teularju (93/100)

Cannonau in purezza, vigna relativamente giovane (come tutte le altre dell’azienda), caratterizzata da forte pendenza, da cui il nome della Ghirada. Affinamento di 12 mesi in botte di rovere da 50hl.

Rubino/granato, un filo più scarico delle attese. Naso elegante, fresco, balsamico, erbe aromatiche, frutto leggero in sottofondo. Non un mostro di complessità ma bello. Bocca succosa, aerea, sapida e verticale, molto particolare per essere un cannonau. Tannino pieno ma delicato, oltre che molto preciso. Persistenza ottima. L'assaggio più particolare ed intrigante all'interno di una batteria di assoluta eccellenza, con almeno il Ghirada Ocruarana sullo stesso livello.

 

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