I VIAGGIATORI GOURMET

Da un po’ di tempo sulle reti nazionali gira la pubblicità di una famosa azienda che produce vino per la GDO, uno spot che non rimarrà certo nella storia recente della TV ma che ha il merito di attrarre l’ascoltatore grazie alla frase: “perché semplice non vuol dire facile”. Onestamente non saprei se la definizione abbia in generale un suo senso e soprattutto se si possa in qualche modo applicare ai prodotti commercializzati da questo brand cooperativo, noto anche a chi pensa (si fa per dire…) che il vino fuoriesca dalle fontane. Non è il punto della questione, ma soprattutto non è l’argomento che mi interessa trattare in questa sede. Mi ha però colpito l’accostamento di questi due aggettivi – facile e semplice – di per sé non certo sinonimi di qualità o associabili a chissà quale merito, con l’intento di esprimere in qualche modo la dignità del prodotto. Aggettivi che mi sono ritornati in mente – anche se invertiti – l’altra sera, quando nel mio bicchiere è finito Il Ciliegiol

For some time, here in Italy has been running the advertisting of a famous company that produces wine for large-scale distribution, that will certainly not remain in the TV history but that has the merit of attracting the listener thanks to the phrase: "why simple not it means easy". Honestly, I don't know if the definition has its own meaning and above all if it can somehow be applied to the products marketed by this cooperative brand, also known to those who think that wine comes out of fountains. This is not the point of the question, but above all it is not the topic that I am interested to discuss here. However, I was struck by the juxtaposition of these two adjectives - easy and simple - in themselves certainly not synonyms of quality, with the aim of expressing the dignity of the product in some way. Adjectives that came back to my mind - even if reversed – last evening, when Il Ciliegiolo Maremma Toscana 2017 – made by the Val delle Rose winery – ended u

Questo Borgogna è rock come un disco dei Led Zeppelin! Ho bevuto un Brunello perfetto come una sinfonia di Beethoven!   Quelli appena descritti possono sembrare accostamenti senza senso tra due mondi apparentemente molto lontani, ma se ci riflettete bene poche cose sono allineate, e per certi aspetti anche sovrapponibili, come il vino e la musica. Entrambe forme d’arte, frutto della tecnica e dell’ingegno dell’uomo ma al tempo stesso legate a doppio filo all’istinto ed all’improvvisazione, con un che di immateriale che ne aumenta la magia, quasi fosse un mistero che noi - umani mortali - non abbiamo gli strumenti per comprendere appieno. Soggetti che allietano le nostre giornate o che ci fanno compagnia nel momento in cui ci si ferma al loro aspetto più superficiale, ma che sanno regalare emozioni senza confini a coloro i quali – entrando maggiormente nella profondità delle cose - arrivano coglierne l’essenza. Cosa c’è di meglio (oltre ad un bel Barolo, si intende) che ac