I VIAGGIATORI GOURMET

  Bordeaux è un nome mitico (quasi mitologico) in ambito enologico, che porta con sé un’aura di storia e prestigio lunga diversi secoli e che rappresenta – de facto – l’aristocrazia del vino francese, quindi di riflesso mondiale. Ad ulteriore conferma di quest’ultimo assunto, il fatto che la quasi totalità delle aziende più importanti e blasonate della regione, quelle che fin dal 1855 hanno contribuito a scrivere alcune delle pagine più memorabili del mondo che tutti noi appassiona, appartengano (o comunque siano appartenute) ad esponenti della nobiltà – siano essi principi, baroni o conti – e che tale legame è evidente al punto che la tipica azienda vitivinicola bordolese stessa venga definitiva attraverso l’appellativo di “Chateau”, castello che in parecchi casi esiste per davvero. Accanto a questo Bordeaux “aristoratico”, specie all’interno delle appellation minori o quantomeno generiche, esiste un Bordeaux “alternativo e contadino”, molto meno in vista ma comunque degno di no

Bordeaux is a mythical (almost mythological) name in the oenological field, which carries with it an aura of history and prestige spanning several centuries and which represents   the aristocracy of world wine. As confirmation of the latter assumption, the fact that almost all of the greatest wineries in the region, those that since 1855 have contributed to writing some of the most memorable enoic pages   belong (or have belonged) to members of he nobility – be they princes, barons or counts – at the point that the typical Bordeaux winery estate itself is defined through the appellation of "Chateau", castle that in several cases really exist. Alongside this "aristocratic" Bordeaux, especially within the minor or at least generic appellations, there is an "alternative and peasant" Bordeaux, much less prominent but still noteworthy, dignified and interesting. A world made up of small and almost always family-run wineries, light years away from the sp