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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Cru ed Unità Geografiche, quando cambiare le norme rischia di non bastare

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Ogni qualvolta si parla del ritardo del comparto vinicolo italiano rispetto a quello francese, che al di là di campanilismi o facili banalizzazioni è una “dura verità” certificata da un prezzo medio dei nostri vini pari a circa la metà di quello che sanno strappare i cugini d’Oltralpe, uno degli aspetti maggiormente citati è quello dell’IDENTITA’, sia in termini di riconoscibilità delle differenze esistenti tra prodotti più o meno diversi tra loro che, anche e soprattutto, in termini di evidenza della piramide della qualità. Argomenti in cui i francesi sono autentici maestri, mentre noi, nella stragrande maggioranza dei casi, potremmo considerarci al massimo dei copisti arruffoni, capaci di inventare DOC di cui non si sente il bisogno o di passare giornate a dibattere sul perché – per fare un esempio banale – il consumatore medio non sia disposto a spendere 15/20 euro per un buon Chianti Classico quando si consente ad intrugli di dubbia provenienza di fregiarsi dello stile “titolo” e

Cru and Geographical Units, when changing rules may not be enough

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  Whenever we talk about the delay of Italian wine compared to the French one, which, beyond easy trivializations, is an "hard truth" certified by an average selling price of our wines equal to about half of theirs, one of the most cited aspects is that of IDENTITY, both in terms of recognizing the differences between products that are more or less different from each other and, also and above all, in terms of the evidence of the quality pyramid. Topics in which French are authentic masters, while we, in the vast majority of cases, could consider ourselves at best the scruffy copyists, able to inventing useless appellations or spending days debating the reason – to give an example trivial – for which the consumer is not willing to spend 15-20 euros for a good Chianti Classico when wines of dubious origin are allowed to boast same "title" and be offered for three euros, (if not less), on the shelf of many supermarkets. In this regard, the terms those that everyon

Faro Palari, il lato elegante del vino siciliano

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Scrivere del Faro Palari significa approcciarsi ad un vino che a partire dagli anni '90 ha rappresentato – e che a tutt'oggi rappresenta – una delle stelle più luminose dell'universo enoico italiano, ed è per tale motivo semplice e difficile al tempo stesso. È semplice perché considerando il prestigio riconosciutogli unanimemente (dalla critica nazionale, internazionale e da migliaia di appassionati) e le tante annate in cui si è espresso in maniera mirabile le cose da dire sarebbero tantissime, ma è altresì difficile perché in questi casi il rischio di essere ripetitivi, oltre che di ribadire le solite ovvietà, è sempre dietro l'angolo. In ogni caso, non si può non cominciare definendolo un grande rosso siciliano, prodotto da Salvatore "Turi" Geraci con la collaborazione del grande enologo Donato Lanari in quel di Santo Stefano Briga, su ripidi terrazzamenti posti sui primi contrafforti dei Monti Peloritani con affaccio diretto sul mare e con vista sull