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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Travaglini e la sublimazione del Gattinara

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Sono da sempre un grande appassionato di Nebbiolo, un vitigno di cui apprezzo la forza, l’eleganza e la profondità, e di cui ho scritto (e soprattutto bevuto) parecchio. Molteplici sono le denominazioni in grado di esprimere al meglio questo straordinario vitigno (Barolo e Barbaresco le più conosciute), ma ultimamente sto sempre più apprezzando il Nebbiolo del Nord Piemonte, in particolare quello di Gattinara. Un terroir in grado di esprimere vini estremamente varietali, ma con in più un tocco caratteristico, fatto di una mineralità molto intensa ed a tratti ferrosa (figlia delle caratteristiche dei terreni in cui essi vengono prodotti) che li rende riconoscibili e decisamente apprezzati, specie dagli appassionati. E quanto si parla di questa denominazione – che tra l’altro ha da qualche anno visto entrare al suo interno un nome a dir poco mitico, quel Giacomo Conterno che ha rilevato il marchio Nervi – non si può non farlo partendo dalla realtà che più di ogni altra ha contribui

Il prezzo del vino

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  Quante volte di fronte ad una bottiglia – specie quando si è alle prime armi – viene da interrogarsi sul perché costi così tanto? In fondo, si tratta – generalmente – di settantacinque centilitri di vino. Perché mai dovremmo pagare decine di euro (se non di più) per questa esigua quantità? In questo post cercherò di fornire delle linee guida in proposito, con la speranza di farvi comprendere le ragioni di questo apparente controsenso . Prima di passare ad elencare – e spiegare – le varie voci che concorrono al prezzo di una bottiglia di vino, una regola generale, che vale per qualsiasi bene di consumo: “il prezzo lo fa il mercato, e risulta essere il valore in cui domanda e offerta convergono ” Tradotto in soldoni, il prezzo massimo a cui venderò il mio bene – in tal caso le mie bottiglie di vino – al di là delle mie intenzioni iniziali e del suo valore assoluto sarà il più alto a cui riuscirò a venderlo, o meglio quello in corrispondenza del quale troverò persone dispost

The price of wine

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  How many times in front of a bottle - especially when you are a beginner – we asked the reason because it costs so much? After all, a bottle it’s only seventy-five centiliters of wine. Why should we pay tens of euros (if not more) for this small amount? In this post I will try to provide some guidelines in this regard, with the hope of making you understand the reasons for this apparent contradiction. Before to try to explain the various items that contribute to the price of a bottle of wine, a general rule, which applies to any consumer good: "The market does the price, and it’s the value in which supply and demand converge" It means that   the maximum price at which I will sell my property - in this case my bottles of wine - beyond my intentions and its absolute value will be the highest at which I will be able to sell it, or rather the corresponding one of which I will find people willing to buy it. If, absurdly, the cost price of my wine were higher than t

Cantine del Notaio, tradizione ma al tempo stesso moderna (e magistrale) interpretazione dell’Aglianico

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  Anche se non mi piace ammetterlo, riconosco che alcune volte, quanto discuto di vino, tendo ad essere un po’ talebano e per certi versi dogmatico. Per quel che concerne l’Aglianico – una delle mie più grandi passioni enoiche – mi ritrovo spesso ad averne una visione un po’ monodirezionale, volta a preferire l’approccio per così dire tradizionale, che porta verso vini estremamente verticali e caratterizzati da una tensione (data dalla grande acidità del vitigno) notevole. E pertanto, quando mi capita di confrontarmi con versioni “moderne” (in alcuni casi anche troppo rotonde e piacione), tendo a storcere il naso. Esistono però delle rare eccezioni, vini che, pur non se non rientrano appieno nelle mie “preferenze teoriche”, ogni volta che mi capita di assaggiarli non posso far altro che apprezzare e – soprattutto – bere con grande gusto e soddisfazione. Una di queste è senza dubbio rappresentata dai vini dell’azienda CANTINE DEL NOTAIO , storico produttore in quel di Rionero

Botte grande o barrique?

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Da sempre (o quasi) quando si parla di vino si finisce gioco forza a dover considerare il contenitore in cui esso è fatto maturare o, per meglio dire, affinare. E se lo si fa con riferimento a vini di qualità, o quanto meno pensati in considerazione di una certa capacità di invecchiamento, la strada non può che essere una: il legno. Il motivo è presto spiegato, e risiede nella sua doppia capacità di: -       garantire la micro-ossigenazione del vino ( grazie alla sua porosità) cosa  impossibile per contenitori inerti, quali acciaio, cemento ma anche la terracotta -       cedere una quota parte dei propri tannini - chiamati gallici e più dolci e meno invasivi di quelli contenuti all'interno dell'uva - al vino stesso, allo scopo di ingentilirne il carattere e di conferirne complessità e maggiore piacevolezza Per questo, il binomio legno/vino è da secoli al centro di ogni tavolo di discussione “enoica”, sia essa al livello di tecnici/enologi che di semplici appassionati, f