GAME, SET AND MATCH: VINO E TENNIS, ABBINAMENTO VINCENTE 2.0

 

Qualche anno fa, agli albori di questo blog, dopo aver pronosticato un roseo futuro per il tennis italiano (cit. “l’Italia del Tennis … sta vivendo in questi ultimi tempi un vero e proprio momento d’oro …. con alcuni giovani prospetti divenuti ormai realtà che – nei prossimi anni – potrebbero spingersi verso vette mai raggiunge dal nostro paese in questa disciplina”), mi ero divertito a scrivere un post in cui abbinavo alcuni grandi campioni di questo meraviglioso sport con alcune iconiche etichette vinose.

Insomma, avevo scelto di accostare le mie due più grandi passioni (prima che ultimamente se ne unisse una terza, ma meglio non divagare..), ossia quella per il tennis – sport che ho praticato in gioventù con scarsi risultati ma che ho sempre adorato guardare, dal vivo o in tv – con quella per il vino.

Oggi, per brindare idealmente ad un anno che volge al termine e che molti ritengono irripetibile per l’italica racchetta (ma che io spero diventi la norma, almeno fino il nostro amico Jannik avrà voglia di mostrare al mondo il suo infinito talento), ho ben pensato di riproporre questo simpatico giochino, abbinando i migliori 10 giocatori dell’attuale ranking mondiale ad altrettante denominazioni (o territori) dello stivale enoico.

Insomma, un articolo in versione 2.0, anzi in versione 2024.

Spero vi piaccia.

Buona lettura e soprattutto Buone Feste!

 

P.S. L’immagine in copertina si riferisce ad un eccellente Barolo Sarmassa bevuto qualche sera fa. Ennesima riprova che il Barolo – quando raggiunge il suo picco evolutivo, è davvero il Re dei Vini, il numero uno del ranking.

 

10. Grigor Dimitrov – Taurasi

Il talento a cui tutti pronosticavano i più grandi successi, figlio di un territorio “minore” ma con la fortuna dalla sua, con i geni e la qualità tipici dei migliori. Spesso accostato ai più grandi, caratterizzato di sprazzi di grandissima classe, in alcune giornate capace di raggiungere vette di inusitata bellezza ed unicità, di certo difficilmente replicabile da altri ma frenato da una discontinuità che ha finito per relegarlo ai margini, e che non gli sta facendo raccogliere il successo che madre natura gli avrebbe permesso.

 

9. Alex De Minaur – Franciacorta

Non tanto (anzi, per nulla) per la verve frizzante, bensì per il lavoro e l’abnegazione alla base dei risultati ottenuti. Nato senza particolari qualità, senza le stimmate del campione, uguale a tanti altri che alla fine non ce l’hanno fatta, ma che anno dopo anno, grazie alla costante volontà, al sacrificio ed a scelte assennate e lungimiranti, ha saputo ricavarsi il suo posto al Sole. Forse – anzi quasi certamente – appassiona decisamente poco, sottoscritto compreso, ma nei confronti del quale non si può che tributare il meritato applauso.

 

8. Andrei Rublev – Sagrantino di Montefalco

Forza e follia. Potenza senza controllo. Scorbutico, dal carattere ruvido e senza troppi peli sulla lingua, a volte ingiocabile ma sempre sul filo del rasoio nonostante l’evidente impegno a smussare il suo carattere irrequieto e fumantino, sempre ad un passo dal precipizio, dall’istante in cui un attimo di disarmonia, di fuga dalla realtà, ne determini l’inesorabile caduta, la discesa agli inferi, l’eterna dannazione da cui riprendersi è ogni volta più difficile.

 

7. Novak Djokovic – Bolgheri Sassicaia

Il campione di mille battaglie, il vincitore di infiniti confronti diretti, il re capace di arrivare e rimanere per decenni sull’Olimpo nonostante all’inizio del suo cammino diversi “addetti ai lavori” avessero avanzato dubbi riguardo il suo valore. Il monarca assoluto, il riferimento con il quale sono cresciute tante giovani leve, il campionissimo che nonostante l’incedere inesorabile del tempo e l’arrivo di nuovi – e fortissimi – rivali, non ha ancora intenzione di abdicare.

 

6. Casper Ruud – Verdicchio di Matelica

Un “apparente” figlio di un dio minore, un campione nato e cresciuto lontano dai grandi riflettori ma forgiato dal lavoro e sorretto da una incrollabile forza di volontà. Temperamento nordico, precisione e continuità svizzera, freddo e distaccato nei momenti clou, poco considerato dalla critica e di certo meno talentuoso ed imprevedibile di altri ma comunque capace di risultati oltre le aspettative e spesso poco pronosticabili.

 

5. Daniil Medvedev – Amarone della Valpolicella

L’eterno secondo, il campione potente, fortissimo, dalla grande solidità e continuità, capace di finire quasi sempre tra i migliori, lì, ad un passo dalla vittoria, ma che per limiti a volte imponderabili, o forse semplicemente per la presenza di qualcuno più grande di lui, di qualcuno ugualmente forte e continuo ma con un briciolo di talento e genialità in più, finisce inesorabilmente per soccombere. Anche quando sembrava destinato al successo ed alla gloria.

 

4. Taylor Fritz – Nobile di Montepulciano

La giusta via di mezzo tra talento e lavoro, esempio di precisione, qualità e continuità che ha pochi eguali e che non si può che apprezzare. Ma – probabilmente – mancante di quel tocco di classe superiore, di quel lampo di genialità, di quel pizzico di imprevedibilità che quando si arriva a ridosso della vetta, quando ci si scontra con i più grandi, quando si vuol competere ai massimi livelli è necessario possedere. Un grande umano al cospetto degli dèi.

 

3. Carlos Alcaraz – Etna

Talento infinito, dai geni sostanzialmente unici ed irripetibili (almeno a queste latitudini), completo in ogni aspetto, un condensato di forza, carattere, eleganza ed imprevedibilità senza pari. Peccato soltanto per alcuni limiti a livello strutturale e di continuità ne limitino il pieno e naturale sviluppo, ma di sicuro un cavallo di razza purissima di cui non si può non riconoscere il potenziale e che nei prossimi anni non potrà che arrivare sulla vetta. A patto – speriamo di no – di improbabili ed imprevedibili crolli.

 

2. Alexander Zverev – Cannonau di Mamoiada

Forte, fortissimo, a momenti ingiocabile, dalle qualità e dal potenziale smisurato. Anch’esso però frenato da alcuni passaggi a vuoto, da qualche disarmonia spesso imponderabile oltre che difficilmente prevedibile con anticipo. Ha comunque raccolto – e raccoglie tuttora – parecchi successi, alcuni anche piuttosto importanti, ma non ha ancora raggiunto la piena consacrazione, l’ammissione alla tavola dei grandissimi, la gloria eterna che il suo talento meriterebbe.

 

1.Jannik Sinner – Barolo

Pronosticato da tutti (o quasi) come un potenziale campionissimo, con il trascorrere del tempo e nonostante qualche piccolo momento di “assestamento” ha dimostrato appieno il suo valore, quelle qualità che apparivano evidenti in gioventù nonostante qualche piccolo aspetto da smussare. Un talento che una volta raggiunta la piena maturità è divenuto inscalfibile nelle sue certezze, e che giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, continua a migliorare, fosse solo per una sfumatura, per un dettaglio. Un re che una volta agguantata la meritata corona non ha nessuna voglia di mollarla.

 

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