I nostri luoghi del cuore (3): Lisbona



“Possiamo vendere il nostro tempo, ma non possiamo ricomprarlo.”


(Fernando Pessoa)

 

Pur non essendo propriamente i “classici italiani in gita”, quelli che quando si ritrovano all’estero sanno solo criticare – principalmente cibo ed usanze alimentari - ma bensì persone curiose e per certi versi affascinate da usanze e tradizioni a noi sconosciute, abbiamo un “difetto”.

Un limite che, anche se non fa figo e trendy, dobbiamo riconoscere ed ammettere.

Quello che – tendenzialmente – preferiamo gironzolare per l’Italia, non per il valore e la bellezza dei luoghi né tantomeno per la presunta nostra supremazia culinaria, ma più che altro per il fatto che nel belpaese ci sentiamo a casa.

Come fossimo nella nostra comfort zone, in una sorta di bolla in cui tutto quello che potrebbe succedere ha un’impressione di “deja vù”, che ci rilassa e mette tranquillità.

Al contrario, all’estero, anche in luoghi stupendi e meravigliosi, abbiamo spesso l’impressione di essere fuori contesto, sempre un po’ “sull’orlo del precipizio” come i soldati di una famosa (e stupenda nella sua essenzialità) poesia di Ungaretti.

Esistono però le eccezioni, e la nostra – in questo caso – è senza dubbio rappresentata da Lisbona, una città in cui fin dall’arrivo ci siamo sentiti a nostro agio, perfettamente integrati nel contesto come fossimo il proverbiale “cacio sui maccheroni”.

Una metropoli che in ogni istante del nostro soggiorno ci ha trasmesso al tempo stesso tranquillità e convivialità, senso di comunità ma anche spensieratezza e gioia di vivere.

Volendo fare dei paragoni, l’abbiamo definita uno splendido mix tra Napoli e Palermo, per il suo avere – nei luoghi ma soprattutto nelle persone che ci vivono -  +l’allegria partenopea unita però alla calma quasi “flemmatica” tipica del capoluogo siciliano.

Insomma, una sorta di “caos calmo”, che in primo momento può sembrare strano e spiazzante, ma che con il passare del tempo mette gioia e buon umore ma al tempo stesso rilassa mente e corpo.

Nel corso della settimana in cui ci siamo stati, l’abbiamo girata in lungo e in largo, visitando quasi tutti i quartieri ed i luoghi di interesse (dall’Alfama al Barrio Alto, dalla Baixa fino a Belem), ma soprattutto trovandoci a vivere situazioni comiche, spassose se non proprio esilaranti.

Momenti reali ma al tempo stesso di “follia positiva”, che ognuno di noi, specie chi è abituato a sopravvivere nelle grandi città (in cui tutto è stress, in cui ogni rapporto personale è sempre sul filo del rasoio o del cronometro), non può che apprezzare.

Oltre a questo, dato che oltre che di spirito siamo fatti anche – e soprattutto – di carne, un altro aspetto assolutamente top di Lisbona e del Portogallo, e che da solo varrebbe già un viaggio ed un prolungato soggiorno, si è rivelato essere il cibo.


Tutto squisito e tremendamente gustoso, dall’antipasto al dolce (magari accompagnato da un bicchiere di buon Porto), anche se a queste latitudini il re assoluto, indiscusso al punto di essere una specie di vocazione, ha un nome solo: bacalhau.

Ebbene sì, il famigerato baccalà, che a Lisbona sanno presentare nelle forme più varie e disparate, al punto da affermare (e non abbiamo ragioni per credere il contrario), che esistano 365 modi per cucinarlo, una per ogni giorno dell’anno.

Insomma, che si possa mangiare baccalà tutti i giorni senza mai stancarsi.

Noi non siamo arrivati a tanto – ma d’altro canto siamo pur sempre Italiani – ma abbiamo gradito ed apprezzato davvero molto.

Al punto tale che dopo questa prima stupenda esperienza ci siamo già stati una seconda volta… e chissà quante altre volte ci torneremo ancora.



Commenti

  1. Purtroppo non ci sono ancora stata in Portogallo. Però l'anno scorso con mio marito siamo stati in Spagna è abbiamo trovato la medesima sensazione quella di sentirci a casa, non solo per le persone e i posti ma anche per il cibo. Sicuramente è un viaggio che ci piacerebbe fare anzi a dirla tutta era già in programma l'anno scorso insieme alla Spagna ma il lavoro chiama e il tempo è sempre poco insieme a qualcos'altro! A parte le battute è un viaggio che ci piacerebbe programmare

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    1. Non so dove sia stata in Spagna, ma in generale sulla base delle nostre esperienze mi sento di concordare sull'atmosfera (bellissima, analoga al Portogallo ed alla nostra) ma non molto sul cibo. Almeno per il nostro gusto, una volta che si esce dal "classico" (paella,jamon) non si mangia poi così bene. Un caro saluto, e grazie mille per averci seguito e commentato!

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  2. Abbiamo fatto Madrid e poi siamo andati in Andalusia. Granada, Córdoba, Siviglia. Sinceramente a nostro gusto a parte ovviamente alla paella e jamon ci siamo innamorati delle loro tapas. Del polpo, del baccalà che anche li lo cucinano in tutti i modi, tortilla, i vari arroz anche caldoso(quindi più brodoso) chi più ne ha più ne metta. Ahaha. Poi ovviamente come in tutte le culture ci sono sempre piatti "particolari come il crostone con le baby anguille che possono o non possono piacere. Ciao e grazie a voi

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    1. Grazie a te cara Silvia!!! Prendo nota dei luoghi da te visitati (a Granada e Siviglia ci sono stato ma solo io e tantissimi anni fa) per un futuro giro dell'Andalusia, uno dei posti che ancora manca nella esperienza di ViaggiatoriGourmet.

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