SEI VINI PER UN TERRITORIO

 


Tempo fa, sempre sul blog, vi avevo reso partecipi della mia passione per i vini della Rioja, parlando in maniera entusiastica di una delle sue etichette più rappresentative (il Remelluri Reserva 2011 di Telmo Rodriguez).

Stavolta, con l’occasione di raccontare una cena degustazione “privata” di qualche sera fa, in cui sono state degustate (o per meglio dire tracannate...) sei bottiglie tra le più iconiche della denominazione – e di cui parlerò nel dettaglio al termine del post - vi propongo un excursus, seppur parziale e sicuramente non esaustivo, su un terroir -  quello Riojano - tra i più interessanti e validi dell’intera enologia mondiale.

Una zona vitivinicola dalla storia più che centenaria, che dà vita a vini stilisticamente (quasi) perfetti, capaci di longevità in molti casi ragguardevoli e dal rapporto qualità/prezzo decisamente alta, al contrario di quanto spesso accade nell’altra denominazione spagnola di maggior prestigio, quella del Ribera del Duero.

Partiamo dalla connotazione geografica: la Rioja – intesa dal punto di vista vitivinicolo – è una denominazione che si estende a ridosso delle pendici dei Pirenei, quindi nella zona nord-orientale della Spagna, comprendendo oltre alla regione da cui prende il nome anche delle porzioni (più o meno limitate) dei Paesi Baschi e della Navarra.

E’ a sua volta divisa in tre sottozone:

  • Rioja Alta, la più prestigiosa e storicamente importante, che si trova nella parte occidentale della regione, e che ha il suo centro nevralgico nella città di Haro, in cui sono localizzate molte delle migliori bodegas (aziende) della denominazione, quelle che a partire dalla seconda metà del XIX secolo, seguendo l’esempio dei vini bordolesi, hanno contribuito a dare lustro alla regione. I vini di questa zona sono generalmente caratterizzati da profondità, eleganza e buone/ottime attitudini all’invecchiamento
  • Rioja Alavesa, localizzata anch’essa nella parte occidentale dell’area ma occupante la zona più settentrionale (quella ricedente all’interno della Comunità Autonoma dei Paesi Baschi). Con la Rioja Alta condivide molte caratteristiche in termini di terroir ed ha i centri principali nelle città di Laguardia ed Elciego. I rossi di questa zona si distinguono per la loro purezza di frutto e per i profumi ammalianti, oltre che per la ricchezza e l'eleganza
  • Rioja Baja (o Rioja Oriental), che già dal nome si comprende occupi la parte orientale della denominazione, oltre che i territori caratterizzati da minore altitudine, caratteristica che combinata agli aspetti climatici porta a vini mediterranei, piacevoli e dal buon rapporto qualità/prezzo ma sicuramente meno eleganti, longevi e quindi degni di approfondimento

Il clima è di tipo continentale e le precipitazioni sono generalmente scarse ma le vigne – specie quelle della Rioja Alta e della Rioja Alavesa – sono situate a quote significative (intorno agli 800 metri di altitudine), aspetto che combinato alle elevate escursioni termiche giornaliere, alle influenze dell’oceano (distante non più di 50km) ed a suoli calcareo/argillosi ricchi di minerali permette di ottenere strutture importanti, eleganza, concentrazione dei profumi ed elevate acidità.

Per quanto riguarda l’uvaggio, la parte del leone la fa il Tempranillo, quasi sempre predominante all’interno del blend, che conferisce al vino struttura, eleganza e una grande capacità di invecchiamento, mentre a “supporto” sono ammesse altre varietà autocnone quali la Garnacha (ampelogicamente analoga al nostro Cannonau) che apporta morbidezza e frutta, la Mazuelo (molto simile al Carignano) e la Graciano, che contribuiscono arricchire il bouquet olfattivo del vino con note speziate oltre a permettere maggiore acidità.

Volendo poi fare delle distinzioni/classificazioni all’interno dei vini della denominazione, possiamo ragionare:

- in un’ottica legislativa, che segue la “canonica” scala gerarchica dei vini spagnoli, quella piramidale che sulla base dell’affinamento complessivo ed il periodo in legno fornisce la progressione Joven -> Crianza -> Reserva -> Gran Reserva

- in un’ottica stilistica, che distingue tra rossi "classici" (caratterizzati da estrazioni moderate, botti principalmente americane oltre che piuttosto vecchie e travasi frequenti con l'obiettivo di "sfinare" i vini) e rossi "moderni" (caratterizzati da corpi più importanti, frutto maggiormente in evidenza ed utilizzo di legni nuovi quasi sempre francesi). Della prima “famiglia” sono considerate simboli Lopez de Heredia (l’azienda più antica della regione, fondata nel 1877) e La Rioja Alta S.A., mentre della seconda le aziende maggiormente rappresentative possono essere considerate Contino ed Artadi.

Differenziazione – quella basata sullo stile dei vini – evidenziatasi in maniera lampante nel corso della serata degustazione a cui ho accennato all’incipit del post, e dalla quale – all’interno di una batteria trasversalmente caratterizzata da qualità, pulizia ed equilibrio – sono emerse le due anime della Rioja, quella più introversa e tradizionale al cospetto di quella più concessiva ed impattante.

Vi anticipo che il mio vino top della serata non è coinciso con quello che la maggior parte dei partecipanti la degustazione ha ritenuto essere il migliore, ma in onestà mi aspettavo tale responso.

Anche perché quando si confrontano vini fini ed eleganti ma poco inclini alla concessione con altri forse meno profondi ma maggiormente impattanti e decisamente più corposi ed espressivi, un palato meno “allenato e concentrato sui dettagli” preferisce quasi sempre i secondi, fermo restando che tutte le etichette assaggiate si sono rivelate degnissime di nota, dimostrando – qualora ce ne fosse stato bisogno – il valore di questo territorio e le capacità di tenuta nel tempo dei suoi vini migliori.

Di seguito trovate il dettaglio degli assaggi con il mio personale voto, per una volta non in ordine di preferenza bensì temporale di degustazione.

Buona (ulteriore) lettura.

 

Viña Cubillo Rioja Crianza 2014 – Lopez de Heredia 2014 (Haro – Rioja Alta)

Rubino/granato, il più scarico della batteria (oltre che in relazione agli standard della denominazione), mediamente denso. Naso intenso, fascinoso e molto profumato anche se non complessissimo, giocato su note di fiori secchi, terrose e con rimandi fruttati. Bocca diretta, essenziale, decisamente verticale in relazione agli altri assaggi. Tannino delicato, persistenza buona ma non super. Entry-level (ma non troppo) per iniziare ad approcciare e comprendere il mondo Lopez de Heredia. 89+/100

 

Marques de Riscal Rioja Reserva – Marques de Riscal 2018 (Elciego – Rioja Alavesa)

Rubino intenso, compatto e denso. Naso intenso, internazionale, in cui le note di vaniglia si fanno ancora sentire, coprendo un profilo comunque interessante, giocato su note speziate e di frutta matura. Bocca coerente, di medio corpo, rotonda ed "ammansita" ma comunque piacevole ed equilibrata. Tannino preciso e vellutato, lunghezza adeguata. Etichetta un po’ più commerciale delle altre ma comunque ben eseguita, per di più con un ottimo rapporto qualità/prezzo. 90/100

 

Contino Rioja Reserva 2015 – Contino/CVNE (Laguardia – Rioja Alavesa)

Rubino/granato, cupo, denso. Naso intenso, decisamente bordolese, balsamico e profondo, complesso ed articolato, giocato su note di liquirizia, grafite e frutto scuro. Bocca eccellente, corposa ma già cesellata ed armonica nonostante la giovane età. Tannino fitto e di bella tessitura, che con il tempo emerge sempre più fino ad avvolgere il palato. Persistenza lunghissima. Non il mio preferito (un filo troppo “costruito”) ma ineccepibile dal punto di vista tecnico, oltre che assaggio oltre le attese, giudicato da quasi tutti i commensali come il migliore della batteria. 94/100

 

Remelluri Rioja Reserva 2012 – Granja Ntra Señora de Remelluri (Labastida – Rioja Alavesa)

Rubino/granato, buona intensità e densità. Naso di grande precisione e buona finezza ma meno impattante di altri, giocato su note fruttate e rimandi dolci (cocco, vaniglia). Bocca nel solco dello stile aziendale, in cui ogni componente – freschezza, sapidità, alcol – è al suo posto e compone un mosaico d'eccellenza. Giusto un filo di legno (comunque delicato) che si fa sentire in centro bocca. Persistenza molto buona. Come sempre ottimo anche se leggermente sotto la versione 2011. 92/100

Viña Ardanza Reserva Especial 2010 – La Rioja Alta S.A. (Haro – Rioja Alta)

Granato, intenso, serioso fin dall’impatto visivo. Naso che fin da subito mostra espressività ed una complessità superiore agli altri, in cui alle belle note di liquirizia, terre nobili e frutta matura si affiancano sfumature terziarie di sottobosco e funghi. Bocca coerente, ancora in spinta nonostante sia arrivata ad una sua (invidiabile) maturità. Note terrose in centro bocca, tannino preciso, persistenza fuori dal comune. Per gusto personale il mio preferito, l'unico con qualche segnale di evoluzione ma il più fascinoso e particolare. 94/100

 

Viña Tondonia Rioja Reserva 2008 – Lopez de Heredia (Haro – La Rioja Alta)

Rubino/granato, intenso, densità media. Naso molto elegante, apparentemente uno dei più giovani nonostante nella realtà sia il più avanti con l’età, in cui le note di frutti rossi, prugna e le spezie dominano il profilo ed in cui il legno è solo in sottofondo. Bocca coerente, saporita, meno ampia di altre ma decisamente profonda, oltre che gustosa ed equilibrata. Tannino vivo nonostante i tre lustri alle spalle. Finale molto lungo. Paradossalmente uno dei più "indietro" nell'evoluzione, segnale del potenziale quasi infinito di questa iconica etichetta. 93+/100

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