DOCTORWINE, QUANDO ANTICO NON VUOL DIRE OBSOLETO

Domenica 8 Ottobre nella location di Spazio 900 all’EUR si è svolta la presentazione romana della decima edizione della Guida Essenziale dei Vini Italiani, ideata e curata da Daniele Cernilli alias DoctorWine, critico e giornalista tra i più longevi ed autorevoli del panorama enologico nazionale.

Manifestazione a cui sono stato accreditato ed al quale ho aderito anche quest’anno con estremo piacere ed interesse, un po’ perché all’evento sono legato – visto che vi ho partecipato fin dalle prime edizioni, in cui da sbarbato neofita mi avvicinavo con passione e voglia di sapere al mondo del vino – un po’ perché vista la presenza di diverse tra le più prestigiose aziende vitivinicole italiane, di “carne al fuoco” ce n’era davvero per tutti i gusti.

Parlando della Guida e del suo ideatore, al di là del fatto che si potrebbe discutere relativamente al termine essenziale applicato ad un tomo che contiene circa 4000 schede di degustazione, a Daniele Cernilli vanno riconosciuti alcuni meriti per me non sindacabili: essere rimasto coerente alle sue idee nel corso degli anni, aver rischiato in prima persona (specie nel periodo in cui fu estromesso dalla Guida del Gambero Rosso, che aveva contribuito a far crescere ed affermare) ma anche aver scommesso - vincendo – su aziende al tempo misconosciute ma che con gli anni hanno saputo affermarsi come eccellenze della nostra enologia, ”impresa” che lo accomuna al compianto Gino Veronelli, all'ormai mitico duo espressico Gentili-Rizzari ed a pochissimi altri.

Qualcuno potrà obiettare che è spesso ridondante nei temi, che il suo modo di comunicare il vino è superato, ma come lui stesso sostiene "antico non vuol dire obsoleto", e da parte mia ho sempre considerato - e considero tuttora, senza retorica né falsa apologia Daniele Cernilli come uno degli ultimi saggi del vino italiano, una fonte di conoscenza da cui attingere, ed un dizionario di esperienze di cui far tesoro.

Venendo all’evento, è stato come di consueto ben organizzato e gestito, anche se in relazione al vasto pubblico intervenuto (come ogni anno del resto) ed ai tantissimi banchi di degustazione presenti lo spazio a disposizione è sembrato un filo risicato, e non è stato infrequente trovarsi “imbottigliati nel traffico” nell’attesa di poter passare da un banco all’altro.

Sui vini, invece, davvero poco (se non nulla) da obiettare.

Forse non ho trovato il fuoriclasse, l’assaggio capace di emozionare e farsi ricordare negli anni, ma quando si parla di vini appena all’inizio del percorso evolutivo questa è – o per meglio dire dovrebbe essere – la norma, almeno per il sottoscritto (meno per alcuni capaci di assegnare addirittura la lode a vini nemmeno in commercio al momento dell’assaggio…).

Ma al di là di questo la densità di etichette su livelli di eccellenza è stata veramente importante, al punto che ho fatto davvero fatica a scegliere i migliori.

In ogni caso, ci ho provato lo stesso, e sotto trovate la lista, o per meglio dire il dettaglio, della mia top 11 della manifestazione. Conferma la mia predilezione per i rossi in purezza, almeno in Italia, ma vi giuro che si tratta di un caso.

 

11) Trattmann Pinot Nero A.A. Riserva 2020 – Girlan (92/100)

100% Pinot Nero. 15 mesi in botti e barrique. Prezzo in enoteca:35-40

 

Rubino appena granato, abbastanza intenso (un filo più dello standard della tipologia), buona densità. Naso elegante, forse quest'anno un filo più etereo e coperto dal legno (comunque nobile) del solito, con un più sbuffi officinali e di cuoio. Bocca in linea con l'annata (calda), leggermente più pronta e meno vigorosa del solito ma comunque molto buona e precisa, oltre che ben equilibrata. Persistenza ottima, finale in cui emerge il frutto oltre ad una delicata sfumatura speziata (pepe, peperoncino)

 

10) Stilema Taurasi Riserva 2016 – Mastroberardino (92+/100)

100% Aglianico. 24 mesi in botti di rovere di Slavonia e barrique, più circa 30 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca:70-80

 

Spiazzante fin dal colore, aranciato scarico, ma comunque luminoso e di buona densità. Naso sussurrato, molto elegante, giocato su note di fiori secchi (rosa canina), frutti rossi e arancia rossa. Bocca coerente, mai aggressiva anzi molto precisa, con decise note di liquirizia e terre nobili in centro bocca, oltre che equilibrata. Tannino delicato, finale di lunghezza adeguata. Semmai ci fosse un Taurasi "Barolo del Sud", o forse – in questo caso - "un Barbaresco del Sud" sarebbe questo, ma in ogni caso un’interpretazione che riporta ai grandi Taurasi del passato, quelli che hanno dato lustro a questa azienda ed al territorio irpino.

 

9) Pianrosso Brunello di Montalcino 2018 – Ciacci Piccolomini d’Aragona (93/100)

100% Sangiovese. 36 mesi in botti di rovere di Slavonia di varie dimensioni. Prezzo in enoteca:55--65

Granato aranciato, abbastanza scarico ma denso. Naso sussurrato, classico, elegante, giocato su delicate note di arancia sanguinella, tabacco dolce, ciliegia e terre nobili. Bocca coerente, non particolarmente corposa e ricca ma con tutte le componenti al proprio posto, calda e secca. Persistenza ottima, tannino delicato. Conferma l'impressione dell'anno scorso anche se è più aperto ed espressivo, rimanendo – a mio giudizio – uno dei migliori Brunello “selezione” nel rapporto qualità/prezzo.

 

8) Taurasi Riserva 2018 – Fiorentino (93/100)

100% Aglianico. 18 mesi in botte grande, più almeno altri 18 mesi in acciaio e bottiglia. Prezzo in enoteca:40-50

Rubino/granato, cupo e denso. Naso intenso e molto pulito, didattico ed elegante, giocato su note balsamiche di eucalipto e mentolo, oltre che di tabacco e ciliegia fresca. Bocca ben eseguita, di buon corpo ed anch'essa tipologica del Taurasi moderno e ben eseguito. Acidità viva che va un leggermente sopra il resto della struttura pur rimanendo nei limiti, tannino fittissimo ma di bella finezza. Persistenza buona anche se non super, finale coerente e pulito. Ottima esecuzione

 

7) Ruello Chianti Classico Riserva 2019 – Boschetto Campacci (93+/100)

100% Sangiovese. 24 mesi in tonneaux di rovere francese ed ungherese (primo passaggio). Prezzo in enoteca:70-80

Rubino appena granato, molto integro, un filo più intenso e denso della media. Naso quasi al limite del ruffiano ma molto fascinoso, oltre che intenso ed espressivo. Si sente il legno piccolo che però più che coprire il profilo regala note particolari ed eleganti. Mentolo, terre nobili, vaniglia, ciliegia matura. Bocca di buon corpo, anch'essa molto buona e precisa, materica e rotonda ma senza eccessi. Persistenza molto buona, finale con ancora il frutto ed una leggera nota boisè a farsi sentire. Sorprendente, anche se un filo costosino in relazione al prezzo medio della denominazione.

 

6) San Leonardo Vigneti delle Dolomiti 2018 – San Leonardo (93+/100)

60%Cabernet Sauvignon, 30%Carménère, 10%Merlot. 24 mesi in barrique di rovere francese. Prezzo in enoteca:80-90

Rubino integro, bella densità, piuttosto intenso. Naso elegante, balsamico e con un tocco di frutti rossi, oltre che con leggera sfumatura di sandalo. Bocca di buon corpo, molto in spinta, con acidità bella viva anche se ancora non perfettamente equilibrata. Tannino fitto ed avvolgente. Persistenza ottima, finale coerente, fruttato, boisè e con leggero retrogusto ammandorlato. Un grande ed intramontabile classico, anche se quest’anno (sempre a mio giudizio) un po’ più indietro del solito.

 

5) Le Pupille Toscana Syrah 2019 – Fattoria Le Pupille (93++/100)

100% Syrah. 12 mesi in barrique di rovere francese più 18 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca:100-120

Rubino quasi porpora, denso. Naso elegante, in cui dapprima fa capolino l'anima speziata del vitigno (ginepro, pepe), poi emerge il frutto scuro (prugna, ciliegia matura), con in più una nota boisè appena accennata. Bocca eccellente, particolare, molto ricca ma decisamente sapida e quindi piacevole ed equilibrata. Tannino avvolgente, finale molto lungo, con ancora il frutto scuro ed una leggera nota di mandorla amara. Molto giovane ma super promettente

 

4) Fontalloro Toscana 2020 – Fattoria di Felsina (94/100)

100% Sangiovese. 22 mesi in barrique di rovere francese. Prezzo in enoteca:40-50

Rubino appena granato, molto integro, diretto già alla vista. Naso tipologico, in cui l'impronta del Sangiovese delle zone meridionali si fa sentire, nonostante i tanti mesi trascorsi in legno piccolo. Frutta matura, terre nobili, tabacco, sfumatura vanigliata in sottofondo. Bocca canonica, oltre che coerente al resto. Rotonda e di bella morbidezza ma bella sapida oltre che dal tannino gagliardo ma fine che avvolge il palato con il trascorrere del tempo. Persistenza eccellente, finale su note di pepe e rimandi ammandorlati. Sempre buonissimo nonostante l'evidente gioventù, per me un riferimento del Sangiovese anche in relazione al rapporto qualità/prezzo.

 

3) Mazzamurello Montepulciano d’Abruzzo 2020 – Illuminati (94/100)

100% Montepulciano d’Abruzzo. 20 mesi in barrique di rovere francese. Prezzo in enoteca:28-35

Rubino integro, intenso ma meno cupo di altri, densità come da tipologia. Naso tra i migliori che ricordi da un Montepulciano in purezza, preciso ed elegante, quasi sussurrato. Frutta rossa fresca, pout pourri, balsamico. Contributo del legno quasi assente, così come il tratto rustico del vitigno.  Bocca coerente, giovane, fresca, dal tannino gagliardo ma di buona tessitura, nel complesso equilibrata. Persistenza molto buona, speziatura sul finale. Senza dubbio (naturalmente per il sottoscritto) l’assaggio più sorprendente di giornata

 

2) Redigaffi Toscana 2020 – Tua Rita (94+/100)

100% Merlot. 20 mesi in barrique di rovere francese (primo passaggio). Prezzo in enoteca:220-250

Rubino integro, nemmeno scalfito minimamente dal lungo passaggio in legno. Naso elegantissimo, estremamente profondo e balsamico, con ancora il legno appena a fare capolino in sottofondo. Forse manca un filo di complessità, ma per l’età che ha veramente tanto da raccontare. Bocca coerente, cesellata, fresca e morbida al tempo stesso, oltre che saporita. Tannino gagliardo ma molto fine, persistenza lunghissima. Potremmo discutere del prezzo, o del fatto che si parla di un Merlot in purezza (quindi accusabile delle peggiori nefandezze…), ma rimane un grandissimo vino anche in quest’annata. Fine.

 

1) Chianti Classico Gran Selezione 2019 – Querciabella (95/100)

100% Sangiovese. 18 mesi in legni di varie dimensioni. Prezzo in enoteca:220-250

Rubino/granato, intenso e luminoso. Naso molto elegante, non potentissimo ma ricco ed espressivo, giocato su note di amarena, arancia sanguinella, tabacco dolce ed erbe aromatiche. Bocca coerente, in Querciabella style, corposa senza essere pesante, saporita, dal tannino cesellato e ben integrato nella struttura. Persistenza molto lunga, finale lineare e pulitissimo. Vino super, già pronto ma davvero buonissimo, tra i riferimenti assoluti del Sangiovese chiantigiano, al di là di un prezzo la cui asticella è stata portata davvero in alto (forse troppo).

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