VINI D’ABBAZIA, SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA STORIA ED IL BUON BERE
Nel weekend dal 2 al 4 Giugno, nella sempre fascinosa e magica cornice dell’Abbazia e del Borgo di Fossanova – gioiello dell’architettura gotico-cistercense italiana e che non posso esimermi dall’inviarvi a visitare – si è svolta la seconda edizione di Vini d’Abbazia.
Manifestazione incentrata sulle realtà enologiche che valorizzano vigneti di origine monastica, organizzata dall’Associazione “Passione di Vino” con il supporto e la collaborazione di altre realtà, prima fra tutti l’Associazione “Le Strade del Vino di Latina” (che raggruppa la quasi totalità dei produttori della provincia omonima) a cui quest’anno si sono affiancate SlowFood, Slowine e l’Associazione Italiana Sommelier.
Anche quest’anno l’evento ha riscosso un notevole successo di pubblico, affiancando nel corso della tre giorni della manifestazione ai consueti banchi di assaggio anche numerosi seminari, a cui purtroppo per ragioni di tempo non sono riuscito a partecipare.
Tra questi, una menzione non può che andare all’incontro che ha chiuso la manifestazione, ossia l’intervento di Carlo Petrini, ideologo e fondatore di Slow Food, il quale ha presentato il suo ultimo libro “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità” scritto a quattro mani con Gaël Giraud ed ulteriormente nobilitato dalla prefazione di Papa Francesco.
Fare i complimenti a tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò, oltre che ringraziarli nuovamente per l’invito, mi sembra il minimo, anche perché l’organizzazione mi sembra sia stata ancor più puntuale e precisa dell’anno precedente, contribuendo a mettere in scena un evento di fascino e valore, oltre che con una sua originalità di fondo che lo distingue – e per certi versi eleva – rispetto a tante altre manifestazioni enoiche organizzate nello Stivale.
Diversi i vini interessanti, alcuni provenienti da piccole realtà che conoscevo solo di nome ma che non avevo ancora avuto occasione di “testare”, anche se i miei preferiti, nell’occasione, sono stati per la quasi totalità vini di grande affidabilità, oltre che di indubbio blasone.
Di seguito (e come di consueto) il dettaglio con i migliori assaggi che – giudizio assolutamente personale – ho avuto modo di fare nel corso della manifestazione.
5) Sabiona Kerner Riserva Alto Adige DOC 2019 – Cantina Valle Isarco (90/100)
100% Kerner – Vigneti situati sui ripidi pendii del monte Sabiona (da cui trae origine il nome della linea), posti ad un’altitudine di circa 650 m.s.l.m. Terreni alluvionali morenici contenenti diorite, magri, ricchi di scheletro e poco profondi, esposti a Sud. Fermentazione in tonneaux, nessuna fermentazione malolattica. Affinamento di 18 mesi in tonneaux di 2°/3° passaggio cui seguono ulteriori 9 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 30-35€
Paglierino con riflessi verdognoli. Naso molto bello, intenso ma al tempo stesso elegante e composto, in cui le note speziate della Schiava (il vitigno in questione è un incrocio tra la succitata ed il Riesling, ndr), per molti aspetti sovrapponibili a quelle del Gewurztaminer, risultano delicate ed in sottofondo, mentre in evidenza si ha la frutta bianca (pesca, pera) ed il floreale. Contributo del legno che si percepisce appena nonostante sia ormai arrivato alla quarta “vendemmia”. Bocca molto sapida, con bella acidità e speziatura qui più evidente. Alcol quasi impercettibile nonostante i 14°. Finale decisamente lungo e composto. Buono, buono.
4) Praepositus Sylvaner Alto Adige DOC 2021 – Abbazia di Novacella (90+/100)
100% Sylvaner – Vigneti di 15-20 anni selezionati all’interno della proprietà aziendale, posti a Novacella e Rasa ad un’altitudine compresa tra 650 e 750 m.s.l.m. Terreni formati da depositi morenici permeabili, composti da micascisto, paragneiss e quarzite ed esposti a Sud/Sud-Est. Fermentazione in acciaio ed affinamento in legni di varia dimensione per circa 10 mesi. Prezzo in enoteca: 18-22€
Paglierino integro. Naso fascinoso, più elegante che potente, in cui il legno dona connotazioni balsamiche e regala grande profondità, accompagnando delle note citrine (lime e cedro) anch'esse molto eleganti, con delicati rimandi speziati in sottofondo. Bocca in continuità, ancora giovanissima ma molto saporita ed equilibrata, oltre con tantissima vita davanti a sé. Persistenza eccellente. Ottimo.
3) Picchiatello Cesanese del Piglio Superiore DOCG 2020 - L'Avventura
100% Cesanese di Affile. Vigneti di circa 20 anni posti ad un’altezza di circa 350m di altitudine e poggianti su terreni di origine argillosa. Fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata. Affinamento di 12 mesi per il 75% in botti di rovere, per il restante 25% in acciaio. Prezzo in enoteca: 15-20€
Rubino con riflessi granati. Naso estremamente fresco, di ottima profondità e con un tocco “artigianale” appena accennato in sottofondo. Rosa, spezie, frutti rossi. Bocca più corposa, con ancora la frutta e spezie a dominare la scena, molto saporita, dal tannino gagliardo ma al tempo stesso molto ben integrato nella struttura. Persistenza eccellente, molto bello anche l'allungo sul finale, in cui il legno si percepisce ma non sovrasta la componente fruttata. Piacevolissima sorpresa, il mio Cesanese del Piglio assaggiato dal banco del Consorzio presente all’evento.
2) Badia a Passignano Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2019 – Antinori (92/100)
100% Sangiovese – Vigneti selezionati posti all’interno della proprietà da cui l’etichetta prende il nome, posti su terreni calcarei con media dotazione di argilla, posti a circa 300 m. di altitudine. Fermentazione alcolica e malolattica in acciaio, affinamento di almeno 14 mesi in barrique di rovere, in parte francese ed in parte ungherese, cui seguono ulteriori 16 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 35-40€
Rubino appena granato, intensità leggermente superiore alla media. Naso bellissimo, intenso ed elegante, in stile Cotarella ma mai oltre le righe. Note dolci (vaniglia), frutta rossa, rimandi vegetali, ciliegia sorto spirito. Bocca più gagliarda delle attese, con bel connubio acidità/tannino ed ancora tanta vita davanti. Persistenza molto buona anche se non super, finale secco e speziato. Sempre una sicurezza, anche in un'annata non certo top. Azienda a cui molti contestano la predominanza dell’aspetto tecnologico rispetto a quello territoriale, che si rispecchia in vini ben fatti ma al tempo stesso a corto di personalità. Per certi aspetti il discorso ha anche un suo senso, ma se si valuta senza preconcetti di sorta, non si può non riconoscere ai vini di questa azienda (specie quelli di fascia medio-alta) una precisione stilistica ed un’armonia assolutamente fuori discussione.
1) Abbazia di Rosazzo Rosazzo DOCG 2019 – Livio Felluga (92+/100)
Blend di Sauvignon, Pinot Bianco, Malvasia Istriana, Ribolla Gialla e Friulano – Vigneti storici posti all’interno dell’Abbazia di Rosazzo, posti su terreni composti da marne e arenarie di origine eocenica. Fermentazione che inizia in acciaio, per poi proseguire in botti di rovere, dove il vino svolge la malolattica ed affina per circa 10 mesi, cui seguono ulteriori mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 35-40€
Paglierino con riflessi dorati. Naso molto bello, in cui non emerge una varietà in particolare ma che denota complessità e soprattutto eleganza. Note gessose/minerali all'apertura, poi fiori gialli, susina gialla e sbuffi mentolati. Bocca che denota eccellenza, di grande struttura ma al tempo stesso succosa ed armonica, con tutte le componenti al suo posto. Alcol quasi impercettibile. Molto bello anche l'allungo e la progressione finale, in cui emerge la frutta bianca ed un leggero retrogusto ammandorlato. Versione di gran lusso con ancora tanta vita davanti.
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