CANTINA TUSCANIA, SPERIMENTAZIONE E CLASSICITA’ (1)



E’ possibile coniugare, nel mondo del vino, innovazione ed tradizione, fare sperimentazione ma al tempo stesso riuscire ad esprimere nel bicchiere i caratteri più classici del territorio e del vitigno?

Anche se è non facile da realizzare, la risposta è però certamente affermativa, ed uno degli esempi più mirabili in tal senso è rappresentato da Cantina Tuscania.

Un’azienda che mi aveva colpito proprio per questo suo coniugare questi due aspetti – tecnologia e tradizione – apparentemente antitetici, della quale avevo avuto modo di provare (apprezzandoli non poco) alcuni suoi vini, e che è poi stata molto gentile e disponibile nel rispondere al mio invito circa un’intervista di approfondimento.


Ci troviamo a Tavernelle Val di Pesa, all’interno del comprensorio del Chianti Classico, ad un tiro di schioppo da alcune tra le vigne (e le aziende) più iconiche e rappresentative dell’intero panorama chiantigiano, ed al tempo stesso praticamente di fianco alla sede del Consorzio stesso.

Ed è qui che ha sede la cantina, dal 2015 rilevata da PARSEC srl, azienda che ha messo a disposizione le sue risorse e le sue conoscenze allo scopo di ottenere vini di grande qualità e rigore.

La batteria di vini aziendali è ampia (ed avrò modo di raccontarla tra qualche giorno, in un articolo separato), ma a farla da padrone è sempre e comunque il Sangiovese, che si è scelto di vinificare in purezza sia nel Chianti Classico (annata e Riserva) che nel Chianti DOC e nel Toscana IGT.

I riferimenti principali di questo ambizioso progetto sono senza dubbio Giuseppe Floridia - presidente dell’azienda, nonché fondatore e CEO di PARSEC - ed Alberto Bramini, enologo aziendale con esperienza trentennale nel campo, che hanno accettato con entusiasmo di parlare con me di Cantina Tuscania, raccontandone la sua storia ed i progetti futuri.

Come e quando nasce il progetto Cantina Tuscania?

"La cantina nasce nel 2008 come centro sperimentale di ricerca enologica e viticola su iniziativa di importanti produttori del Chianti Classico. Nel 2015 CANTINA TUSCANIA viene acquisita totalmente da PARSEC SRL, società fiorentina specializzata nei sistemi di controllo del processo enologico, punto di riferimento internazionale per tecnologie e soluzioni efficaci ed innovative aventi la funzione di migliorare il processo produttivo del vino.

Questa è una condizione, unica al mondo, nella quale un produttore di attrezzature enologiche, dopo aver automatizzato il processo di produzione di migliaia di cantine nel mondo, dalle più piccole alle più prestigiose, si mette in gioco per intraprendere la strada della produzione di vini a marchio proprio orientandosi verso la produzione biologica.

Attualmente Cantina Tuscania è una realtà in costante crescita, possiede una capacità di 2.300 ettolitri fra barriques, stoccaggio e 369 serbatoi, di varie dimensioni e materiali, per vinificazione e microvinificazione."


Sul vostro sito mi ha colpito la frase “Un nuovo modo di essere naturale”. Potete spiegarmi il concetto?

"Negli ultimi anni, i prodotti biologici si stanno affermando sui mercati nazionali ed internazionali. Ma fino ad oggi è stato uso comune ritenere che un “vino naturale” sia un qualcosa di “ancestrale”, da produrre eliminando qualsiasi tipo di tecnologia che possa alterare i “tradizionali metodi di produzione”; per noi non è esattamente così. Siamo profondamente convinti che per realizzare un prodotto più naturale e genuino possibile sia necessario abbinare, oltre ad un’ottima qualità delle uve anche le migliori tecnologie di lavorazione presenti sul mercato in maniera tale da controllare in ogni momento, ed in modo efficace, tutte le fasi del processo di vinificazione così da evitare errori e quindi correzioni. Da qua “un nuovo modo di essere naturale”. "

Considerando la vostra estrema attenzione all’analisi dei dati, immagino avrete anche studiato l’influenza del clima, in primis sul ciclo vegetativo della vite e poi sul risultato finale, ossia il vino. Avete notato anomalie importanti in questi ultimi anni? Siete preoccupati per questo?

"Ovviamente i cambiamenti climatici hanno influenzato ed influenzeranno la produzione di vino. I cambiamenti più evidenti sono stati riscontrati nell’ aumento di zuccheri nelle uve, nelle fasi di maturazioni più brevi e di conseguenza vendemmie anticipate. Tali evidenze, devono essere gestite al meglio, nel nostro caso utilizzando il giusto mix tra esperienza e tecniche di vinificazione innovative e attente ad adattarsi alle nuove esigenze delle uve preservandone la caratteristica e la qualità espressiva."


Come mai avete scelto di produrre praticamente tutti i vostri vini rossi, e soprattutto il Chianti Classico, vinificando uve di Sangiovese in purezza? E’ stata una scelta “ideologica” oppure frutto dei vostri studi condotti in materia?

"Siamo convinti che l’uva Sangiovese ben curata, raccolta a giusta maturazione e correttamente vinificata ci consenta di raggiungere una sorprendente espressività del vitigno e della sua territorialità senza ricorrere all’uso di vitigni complementari."

 

Qual è la vostra ricetta per ottenere un Sangiovese di qualità?

"Per prodotti biologici come i nostri è assolutamente imprescindibile la qualità delle uve provenienti da vigneti gestiti con cura e soluzioni agronomiche attente alla conservazione delle biodiversità presenti nel vigneto. Altrettanta cura e sensibilità deve essere poi posta in tutte le successive fasi di trasformazione e affinamento. "

Da dove viene il nome “Effige Nera” associato ai due vostri vini di punta?

"Il nome Effige Nera, dato ai nostri due vini di punta richiama esplicitamente il nostro logo, una immagine di colore nero data dalla fusione di un volto umano con una foglia di vite, che il Management aziendale ha scelto nel 2015 come logo, a simboleggiare il connubio imprescindibile tra “Uomo e Natura” tra “Tradizione ed Innovazione”. "


Quali sono gli obiettivi futuri dell’azienda? Avete progetti in cantiere?

"Gli obiettivi sono molteplici, essendo una azienda giovane vorremmo ampliare la nostra gamma prodotti iniziando a produrre nuovi vini, inclusi rosati e spumanti, mantenendo però il concetto fondamentale di un rispetto massimo delle uve e del territorio di provenienza e della massima naturalità; una naturalità però rivoluzionaria e non integralista, con uno sguardo verso il passato ma decisamente proiettata verso il futuro. Nella sostanza, “Un nuovo modo di essere naturale”! "

 


Commenti

  1. Bellissimo articolo. Complimenti. Aspetto il seguito sulle degustazioni!

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    1. Oggi (o al massimo domani) conto di pubblicarle. Comunque, ti anticipo che è stata una degustazione molto bella, per certi aspetti didattica ma al temo stesso con numerosi spunti di interesse.
      Un salutone cara Silvia!

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  2. Ottima descrizione di questa bella realtà e grazie per il consiglio

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