Presentazione Guida Vinibuoni d’Italia: una (piccola) pecca in mezzo a tanti assaggi da ricordare

Sabato 3 Dicembre presso l'Auditorium della Tecnica all'EUR si è tenuta la presentazionecon annesse premiazioni e consegna dei diplomi di meritodella Guida Vinibuoni d'Italia 2023.

Guida che per scelta racconta e premia i vini provenienti dai soli nostri vitigni autoctoni, ma che in relazione alla quasi infinita ricchezza ampelografica nazionale finisce comunque per raccogliere – escludendo tagli bordolesi ed etichette prodotte da vitigni internazionali (Syrah, Chardonnay e poche altre) – tutta l'eccellenza, se non addirittura il gotha, dell'italico vino.

Un volume quasi encliclopedico, che richiede uno sforzo davvero importante per la sua redazione, e che anno dopo anno è possibile grazie alla collaborazione di oltre 80 degustatori riuniti in 21 commissioni di lavoro, una per regione dello stivale.

Al pomeriggio, dopo la presentazione ufficiale alla stampa e la premiazione delle aziende vincitrici, si è aperta la degustazione per appassionati ed addetti ai lavori, a cui ho avuto il piacere di essere invitato ed a cui non ho voluto mancare, nonostante le avverse condizioni meteo.

Location bella anche se un po' piccola, non tanto in assoluto ma in relazione al gran numero di etichette (quasi ottocento) presenti in degustazione, e soprattutto considerando il numeroso pubblico accorso per l'occasione.

Punto maggiormente dolente – anche se mi dispiace moltissimo sottolinearlo, visto che chi si impegna e lavora non andrebbe mai criticato, ma semmai elogiato – il servizio dei vini.

Poche le persone presenti dietro i banchi di degustazione, oltretutto spaesate, non molto organizzate e – tranne rare e lodevoli eccezioni – nemmeno particolarmente competenti, che con l’aumentare della calca dall’altro lato della barricata sono finite con l’andare nel pallone.

Si vociferava che – causa Covid – ci fossero state una decina di defezioni dell'ultimo momento tra i sommelier che avrebbero dovuto effettuare il servizio, pertanto l'organizzazione avrebbe (e nei fatti ha) tutte le giustificazioni del caso oltre che la mia comprensione, rimangono però i disagi che questo inconveniente ha causato, rallentando fortemente gli assaggi ma più in generale contribuendo al senso di crescente confusione ed ansia percepito con il trascorrere del tempo.

Detto ciò, complimenti sinceri alla redazione di Vinibuoni d'Italia per l’importante lavoro svolto per la realizzazione della Guida 2023 (sempre ben costruita e ricca di spunti di grande interesse), ma altresì per la qualità e per la gran numerosità delle etichette che sono riusciti a portare in degustazione, una delle "batterie" più profonde tra quelle che ricordi in occasione degli svariati eventi a cui ho avuto occasione di partecipare in questi anni.

Ce n'era davvero per tutti i gusti, partendo dalle bollicine (con alcuni Alta Langa davvero meritevoli), passando per i bianchi (con Soave e Verdicchio sugli scudi), arrivando ai tantissimi rossi di eccelso livello e concludendo, caso mai non fossimo stati ancora sazi, con una ricca selezione di vini dolci.

Di seguito, e come di consueto, trovate la mia personale top-five dell'evento.

Probabilmente, mai come questa volta ho fatto fatica nel decidere quali etichette inserire e quali – parecchie – lasciar fuori per un’inezia o per piccole ed all’apparenza insignificanti sfumature.

 

5) Grumello Riserva Buon Consiglio DOC 2016 – Arpepe (93+/100)

100%Nebbiolo (Chiavennasca) – 102gg di macerazione in tini di legno, affinamento di 34 mesi in botti di rovere e di castagno – 12.700 bottiglie/anno – Prezzo online: 60/70€

Granato, mediamente intenso e consistente. Naso intenso, di buona eleganza e complessità, dal profilo più floreale ed officinale rispetto al Nebbiolo di Langa. Molto belle le note mentolate che emergono con il tempo nel bicchiere. Bocca di medio corpo (anche se comunque superiore allo standard dei rossi di Valtellina), molto saporita, succulenta ed armonica anche se non particolarmente dinamica. Ottima corrispondenza gusto/olfattiva, tannino delicato. Persistenza molto buona, così come la progressione sul finale. Gran bel vino già da adesso, ma con molti anni davanti a sé.

 

4) Brunello di Montalcino DOCG 2017 – Salvioni La Cerbaiola (94/100)

100%Sangiovese, rese molto più basse di quanto permesso dal disciplinare (<40q/he) – 30gg di macerazione, affinamento di 36mesi in botti di rovere di Slavonia da 18/22hl – 9.500 bottiglie/anno – Prezzo online: 125/150€

Rubino/granato, denso e molto luminoso. Naso di estrema pulizia, ancora giovane ma già molto elegante. Balsamico (eucalipto), frutta matura (ciliegia, visciola), noce moscata, leggero tabacco in sottofondo. Bocca corposa, austera ma al tempo stesso territoriale, calore alcolico che regala morbidezza ma resta ben integrato nella struttura. Tannino di eccellente tessitura. Persistenza super, finale non ricchissimo di sfumature ma lunghissimo su note di liquirizia amara. Coerente all'annata calda ma sempre bellissimo.

 

3) Brunello di Montalcino Riserva DOCG 2016 – Fuligni (95/100)

100%Sangiovese – affinamento di 42 mesi in botti di rovere da 20/25hl – 12.000 bottiglie/anno – Prezzo online: 130/160€

Granato, intenso per la tipologia, denso. Naso espressivo e molto elegante, giocato su note di arancia rossa, eucalipto, viola mammola e ciliegia fresca con in più sfumature eteree e boisè in sottofondo. Bocca strutturata, coerente al naso, molto classica, lineare e di gran profondità. Già godibilissimo ed equilibrato nonostante la giovane età. Tannino fitto ma molto fine, persistenza eccezionale. Un'interpretazione da manuale della versione Riserva, un grandissimo Brunello in un'annata che ancora una volta si dimostra straordinaria.

 

2) Barbaresco Rabajà Riserva DOCG 2017 – Produttori del Barbaresco (95+/100)

100%Nebbiolo – 28gg di macerazione, affinamento di 36 mesi in botti grandi di rovere – 14.500bottiglie/anno – Prezzo online: 60/80€

Granato, più intenso delle attese, mediamente denso. Naso potente ed elegante, ricco di sfumature nonostante la giovane età. Violetta, liquirizia, note smaltate, frutta sotto spirito, cuoio in sottofondo. Bocca corposa, molto ricca e strutturata, dall'acidità viva ma continuamente in rilancio. Tannino molto ampio e fitto ma al tempo stesso di ottima tessitura. Persistenza notevole, finale coerente e di estrema pulizia su note ammandorlate. Un’etichetta (ed un’azienda) che personalmente adoro, che probabilmente ha ancora bisogno di qualche tempo in bottiglia per armonizzarsi ma che promette alla grandissima.

 

1) Kupra Marche IGT 2019 – Oasi degli Angeli (96+/100)

100%Bordò (biotipo di Grenache), rese bassissime (20q/he) – fino a 60gg di macerazione, affinamento di 30 mesi in barrique di rovere nuove – 500 bottiglie/anno – Prezzo online: 210-250€

Tra miriadi di vini provenienti da DOC/DOCG iper-blasonate può sembrare strano che il mio vincitore finisca per essere un “semplice” IGT, per di più marchigiano. Ma la sorpresa è solo apparente, perché qui parliamo di un autentico fuoriclasse.  Granato con sfumature aranciate, abbastanza intenso, piuttosto denso e consistente. Naso bellissimo, intenso, fine ed elegante. Se proprio devo trovargli un "difettuccio" manca leggermente di sfumature, ma solo per ragioni anagrafiche. Tabacco dolce, vaniglia, fiori macerati, nota di arancia sotto spirito che ricorda la merendina Fiesta. Bocca in continuità, gran bella acidità, sapidità deliziosa, alcol importante ma che ben bilancia le altre componenti. Tannino fitto ma già integrato. Persistenza eccezionale, finale di inusitata lunghezza e pulizia, teso e saporito su delicate note speziate e boisè. Se il buongiorno si vede dal mattino, una versione di cui sentiremo parlare per decenni.

Commenti

  1. Non ero presente quindi mi affido alle tue recensioni vinicole. Bianca

    RispondiElimina

Posta un commento