Il vero abbinamento perfetto: vino e musica

Questo Borgogna è rock come un disco dei Led Zeppelin!

Ho bevuto un Brunello perfetto come una sinfonia di Beethoven!

 

Quelli appena descritti possono sembrare accostamenti senza senso tra due mondi apparentemente molto lontani, ma se ci riflettete bene poche cose sono allineate, e per certi aspetti anche sovrapponibili, come il vino e la musica.

Entrambe forme d’arte, frutto della tecnica e dell’ingegno dell’uomo ma al tempo stesso legate a doppio filo all’istinto ed all’improvvisazione, con un che di immateriale che ne aumenta la magia, quasi fosse un mistero che noi - umani mortali - non abbiamo gli strumenti per comprendere appieno.

Soggetti che allietano le nostre giornate o che ci fanno compagnia nel momento in cui ci si ferma al loro aspetto più superficiale, ma che sanno regalare emozioni senza confini a coloro i quali – entrando maggiormente nella profondità delle cose - arrivano coglierne l’essenza.

Cosa c’è di meglio (oltre ad un bel Barolo, si intende) che accostare questi due universi diversi ma uguali, capaci di toccare le corde più recondite del nostro essere e del mondo in cui ci troviamo a vivere?

Per tale motivo, e con buona pace dei miei amici sommelier – che ritengono che l’unico matrimonio degno di questo nome sia quello tra cibo e vino – mi sono quindi permesso di proporre i miei “abbinamenti perfetti”, quelli tra alcune bottiglie per me significative ed il musicista (o il gruppo) ideale per accompagnarle, ed a cui, per assonanza, potremmo sovrapporre le definizioni.

Buon ascolto (si fa per dire)!

Flaccianello della Pieve – Fontodi / Janis Joplin

Inquieto, teatrale e drammatico, non vuol per forza piacere a tutti. Cupo, spesso difficile da decodificare e comprendere, ma capace, al momento giusto e nelle migliori interpretazioni, di toccare le corde dell’anima, entrando (e rimanendo) per sempre nei loro cuori. Eterno.

 

Montiano – Famiglia Cotarella Falesco / R.E.M.

Un sound (ed uno stile) che mi piace parecchio, un contenitore che da sempre mi attira, anche se, travalicando i gusti personali, non si può non ammettere sia abbastanza monocorde e per certi aspetti prevedibile. Ma al quale – anche volendo – proprio non riesco a fare a meno. Furbetto ma irresistibile.

 

Barbaresco - Produttori del Barbaresco / Simon & Garfunkel

Delicatezza e piacere, un relax dei nervi ed una goduria dei sensi. La mia comfort zone, il luogo figurato in cui mi piace rifugiarmi non appena ne sento la necessità ed in cui tutto mi appare così sicuro e familiare. Il mio mare della tranquillità, in cui “il naufragar m’è dolce”. Certezza.

 

Ribolla Gialla - Podversic / Fabrizio de Andrè

Intimo, profondo, complesso ma tremendamente reale, alto ed aristocratico ma al tempo stesso popolare, terreno ma altresì aereo. Non semplicissimo da comprendere e mettere fuoco, si presta ad innumerevoli interpretazioni, ma è capace come pochi di mettere a nudo l’essenza delle cose e delle persone. Poesia in bottiglia.

 

Viña Tondonia Reserva – Lopez de Heredia / Rolling Stones

Classico ed intramontabile, sulla breccia da decenni praticamente senza perdere un colpo. Un evergreen, un alfiere e rappresentante di un mondo, che anziché piegarsi al tempo ed alle mode riesce ad influenzarle al punto da stravolgerne i canoni. Fenomeno di longevità.

 

Le Pergole Torte – Montevertine / Freddie Mercury

Magnetico e carismatico, per certi aspetti trasformista e camaleontico, sa ammaliare ancora prima di avvicinarlo. Piace praticamente a tutti ma conserva la capacità – tipica solo dei grandissimi – di prestarsi a diverse letture, a seconda del livello che vogliamo (o per meglio dire possiamo) comprendere. Ipnotizzatore di serpenti.

 

Taurasi Poliphemo Tecce / Pink Floyd

Imprevedibile, una montagna russa senza fine, un continuo oscillare tra la calma e l’inquietudine, tra la ragione e la pazzia. Una fuoriserie, un cavallo imbizzarrito, che a volte può financo deludere ma che come pochi altri – se non come nessuno – sa raggiungere vette di godimento ultraterrene. Diamante pazzo.