Vini d’Abbazia 2022: appuntamento con la storia e con il gusto

 


Da Nord a Sud, da Bolzano a Ragusa, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, specie negli ultimi anni è un continuo fiorire di eventi legati al vino, in diversi casi legati a tematiche a dir poco strampalate, che evito di citare per non generare sterili polemiche.

Al contrario, assai più difficile è creare qualcosa che a suo modo sia originale ed allo stesso tempo qualitativamente interessante.

Per questo, riconosco di esser rimasto non poco stupito quando qualche settimana fa ho saputo che di lì a poco – per di più vicinissimo a casa mia (Priverno in provincia di Latina, ndr) – si sarebbe svolta una kermesse enoica dedicata ai Vini d’Abbazia, etichette in alcuni casi prodotti direttamente dai monaci ma più in generale riconducibili a realtà sorte in contesti monastici e che oggi – seppur divenute aziende commerciali – continuano a produrre alcuni loro vini all’interno di questi luoghi.

Il tutto ambientato nella meravigliosa Abbazia di Fossanova (immersa nella “splendida cornice” dell’omonimo borgo), gioiello dell’architettura gotico-cistercense italiano, edificata nel 1208 ed ancora oggi luogo di algida e solenne bellezza.


La manifestazione è stata reso possibile grazie al lavoro messo in piedi da Rocco Tolfa – giornalista del TG2 e coautore di diversi libri dedicati al vino, tra l’altro originario di questi luoghi – e portato avanti con abnegazione ed impegno dalle Pro Loco di Sabaudia e Priverno e da alcune Associazioni locali, prima fra tutti l’Associazione “Le Strade del Vino di Latina”, organizzazione che raggruppa la quasi totalità dei produttori della provincia omonima, territorio ricco di realtà di valore ma al tempo stesso fuori da quella che definisco “la cartina del vino che conta”, con conseguente difficoltà a promuovere e pubblicizzare il proprio lavoro ed i propri prodotti al di fuori del territorio stesso.

L’evento è andato in scena lo scorso weekend, raccogliendo un successo di pubblico andato probabilmente oltre le aspettative degli stessi organizzatori, nel corso del quale, oltre ai “normali e consueti” banchi di assaggio dei diversi produttori aderenti alla manifestazione, si sono tenuti tre seminari molto diversi tra loro ma al tempo stesso tutti ugualmente interessanti.

Il primo – imperdibile ed a cui mi dolgo di non essere riuscito a partecipare, causa impegni pregressi – è stato quello dedicato agli Hospices de Beaune, iconica realtà della Cote d’Or ed azienda che produce vino dal 1443 all’interno di alcuni tra i crus più famosi e valutati del mondo (Mazis-Chambertin, Clos de la Roche ed Echezaux, giusto per citarne alcuni…).

Il secondo condotto da Marco Caprai – proprietario della famosa azienda umbra fondata Arnaldo – incentrato sulla storia e sulle caratteristiche del Sagrantino, oltre che del suo legame (tra l’altro evidente già dal nome) con la Chiesa.

Il terzo – l’unico a cui il tempo a disposizione mi ha permesso di partecipare – quello promosso dall’Associazione “Le Strade del Vino di Latina” ed incentrato sulle eccellenze enologiche della provincia pontina prodotte utilizzando i vitigni autocnoni del territorio: Bellone, Nero Buono, Moscato di Terracina e Malvasia Puntinata.

Fare i complimenti a tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò – oltre che ringraziarli per l’invito – mi sembra il minimo. Il mio auspicio ed augurio è che si riesca a dare seguito a questa prima edizione, portando questa manifestazione a crescere, magari divenendo un “grande classico” del circuito degli eventi enoici della penisola.

Se il buongiorno si vede dal mattino, sembra che i presupposti ci siano tutti.

Di seguito (e come di consueto) il dettaglio con i migliori assaggi che – giudizio assolutamente personale – ho avuto modo di fare nel corso della manifestazione.

 

PRAEPOSITUS KERNER ALTO ADIGE DOC 2020 – ABBAZIA DI NOVACELLA

100% Kerner – Vigneti di 15-20 anni selezionati all’interno della proprietà aziendale, posti a Novacella e Rasa ad un’altitudine compresa tra 650 e 750 m.s.l.m. Terreni formati da depositi morenici permeabili, composti da micascisto, paragneiss e quarzite ed esposti a Sud/Sud-Est. Fermentazione in acciaio ed affinamento sempre in acciaio per circa 10 mesi. Prezzo in enoteca: 16-20€

Kerner in purezza proveniente dalla linea top dell’azienda, quella che racchiude i caratteri più puri dei vitigni e del territorio da cui si originano le differenti etichette. Paglierino tenue alla vista, naso deciso, intenso ed elegante, con note agrumate (limone e cedro su tutte) in evidenza e leggeri richiami floreali (acacia e sambuco) e vegetali in sottofondo. Bocca – se possibile – ancora più convincente, fresca e verticale ma al tempo stesso ben equilibrata da morbidezza e calore alcolico. Ottima persistenza, finale coerente ed estremamente pulito. Assaggio davvero convincente, per di più con parecchi anni davanti a sé.

Giudizio personale: 91+/100

 

SABIONA SYLVANER ALTO ADIGE DOC 2019 – CANTINA VALLE ISARCO

100% Sylvaner – Vigneti situati sui ripidi pendii del monte Sabiona (da cui trae origine il nome della linea), posti ad un’altitudine di circa 650 m.s.l.m. Terreni alluvionali morenici contenenti diorite, magri, ricchi di scheletro e poco profondi, esposti a Sud. Fermentazione in tonneaux, nessuna fermentazione malolattica. Affinamento di 15 mesi in tonneaux sulle fecce nobili, cui seguono ulteriori 9 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 30-35€

Etichetta prodotta in quantità molto limitate (circa 3000 bottiglie/anno), vera e propria chicca oltre che uno dei migliori Sylvaner che ricordo di aver mai assaggiato. Paglierino con riflessi verdognoli, naso ricco e di buona complessità, giocato su note fruttate (mela, pera), speziate e di erbe alpine. Bocca ampia e sfaccettata, decisamente strutturata, più larga che verticale ma decisamente piacevole ed equilibrata. Contenuto alcolico importante (14.5%) ma integrato nella struttura. Persistenza molto buona, finale in cui emerge una nota dolciastra che tende un po’ ad affaticare la bevuta. Bianco di valore, forse un filo ruffiano ma comunque gradevolissimo.

Giudizio personale: 90/100

 

NZU BELLONE LAZIO IGT 2020 – MARCO CARPINETI

100% Bellone – Vigneti selezionati all’interno della proprietà aziendale a Cori, posti su terreni di antica origine vulcanica e ricchi di sostanze minerali, coltivati in regime biodinamico. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in anfore di terracotta. Affinamento sempre in terracotta per circa 8 mesi, cui seguono ulteriori 10 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 25-30€

Ammetto di non essere un fan sfegatato dell’anfora, oltre che dei vini di Marco Carpineti, nonostante riconosca al produttore lepino la capacità di produrre vini biodinamici tecnicamente ineccepibili, unito alla grande abilità di promozione del lavoro che svolge ed al suo ruolo di ambasciatore dei vini del comprensorio di Cori. Ma stavolta il suo Nzù, Bellone in purezza fermentato ed affinato in anfora, mi ha sorpreso e convinto al 100%. Colore dorato con leggere sfumature aranciate, al naso si mostra ampio e sfaccettato, caratterizzandosi per note di mandorla, frutta a polpa gialla, fiori bianchi ed agrumi, con in più una bella sfumatura balsamica a dare profondità ed eleganza al profilo. Bocca sapida e coerente, decisamente avvolgente ma al tempo stesso bella in spinta ed armoniosa in tutte le sue componenti. Persistenza molto buona, finale estremamente fresco e pulito. Niente da dire, se non chapeau.

Giudizio personale: 91/100

 

ABBAZIA DI ROSAZZO ROSAZZO DOCG 2018 – LIVIO FELLUGA

Blend di Sauvignon, Pinot Bianco, Malvasia Istriana, Ribolla Gialla e Friulano – Vigneti storici posti all’interno dell’Abbazia di Rosazzo, posti su terreni composti da marne e arenarie di origine eocenica. Fermentazione che inizia in acciaio, per poi proseguire in botti di rovere, dove il vino svolge la malolattica ed affina per circa 10 mesi, cui seguono ulteriori mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 35-40€

Etichetta iconica prodotta da Livio Felluga a partire dal 2009, all’interno di un luogo da secoli legato alla viticoltura di qualità. Paglierino carico con sfumature dorate, al naso è complesso ed elegante anche se non particolarmente intenso, giocato su note di gelsomino, frutta esotica e richiami dolci/vanigliati legati all’affinamento in legno. Bocca corposa e strutturata, capace di unire la maturità del frutto ad una vena sapido/minerale che dona equilibrio e bevibilità. Persistenza importante, finale piacevole anche se un filo indefinito. Vino di qualità che però – nonostante siano passati 4 anni dalla vendemmia – abbisogna ancora di tempo per svelare il suo pieno potenziale.

Giudizio personale: 89+/100

 

BADIA A PASSIGNANO CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DOCG 2019 – ANTINORI

100% Sangiovese – Vigneti selezionati posti all’interno della proprietà da cui l’etichetta prende il nome, posti su terreni calcarei con media dotazione di argilla, posti a circa 300 m. di altitudine. Fermentazione alcolica e malolattica in acciaio, affinamento di almeno 14 mesi in barrique di rovere, in parte francese ed in parte ungherese, cui seguono ulteriori 16 mesi in bottiglia. Prezzo in enoteca: 35-40€

Quando si parla dell’azienda Marchesi Antinori, vero e proprio gigante dell’enologia italiana – sia per storia che per volumi produttivi – molti contestano predominanza sempre più evidente dell’aspetto tecnologico rispetto a quello territoriale, che si rispecchia in vini ben fatti ma al tempo stesso a corto di personalità ed originalità. Per certi aspetti il discorso ha anche un suo senso, ma se si valuta il vino senza preconcetti di sorta, non si può non riconoscere ai vini di questa azienda (specie quelli di fascia medio-alta) una precisione stilistica ed un’armonia assolutamente fuori discussione, come nel caso della Gran Selezione di cui sopra. Rubino/porpora alla vista, oltre che molto intenso, al naso si caratterizza per un profilo deciso ma al tempo stesso elegante, in pieno “Antinori-style” nonostante l’evidente gioventù, giocato su note di amarena, ciliegia, eucalipto, vaniglia e con un leggero richiamo boisè in sottofondo. Bocca piena ma al tempo stesso succosa e ben armonizzata, con un tannino fitto ma di eccellente tessitura. Persistenza ottima, finale delicato, forse un filo sottotono. Molto giovane ma già elegante e ben definito, a mio giudizio espressivo del territorio e dello stile aziendale.

Giudizio personale: 92/100

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