Brunello 2017, ovvero la gestione (quasi) perfetta di un'annata difficile


Quando fu presentata (febbraio 2018) all’annata 2017 a Montalcino furono assegnate quattro stelle su cinque, e gran parte degli addetti ai lavori pensarono che il giudizio fosse stato di manica larga.

Infatti, al di là della valutazione del Consorzio (che da buon oste tende a sostenere che il proprio vino sia sempre ottimo e che da quest’anno è stata “posticipata” di dodici se non addirittura ventiquattro mesi), la 2017 fu davvero un’annata difficile, iniziata con un inverno ed una primavera parecchio siccitosa, a cui fece seguito un’estate calda se non addirittura arida.

Il tutto – seppur mitigato da alcune piogge nella prima metà di settembre – si tradusse in una vendemmia anticipata oltre che caratterizzata da rese inferiori fino al 30% rispetto alla “perfetta” 2016, per di più con il potenziale rischio di maturazione fenoliche incomplete.

A distanza di quasi quattro anni, ed alla prova del fuoco degli assaggi dell’altro giorno (in cui insieme alla 2017 è stata presentata l’attesissima Riserva 2016, di cui parlerò in dettaglio nel prossimo articolo), possiamo tranquillamente affermare che i produttori ilcinesi, una volta di più, hanno compiuto un piccolo/grande capolavoro, interpretando al meglio un’annata ricca di insidie che – senza dimenticare il fatto che si è trattato di un’anteprima e che dunque il suo valore andrà confermato dal tempo – ha sorpreso positivamente, meritandosi ampiamente le quattro stelle assegnategli in sede di vendemmia e mostrando più luci che ombre.

I vini proposti in degustazione, al di là di qualche eccezione, hanno evidenziato un livello medio decisamente alto, con profili olfattivi integri e quasi mai surmaturi oppure ingessati dal legno, anzi in parecchi casi addirittura ariosi e balsamici.

In bocca freschezza e sapidità non sono quasi mai mancate, con la sola discriminante del tannino, nella maggior parte dei casi di buona (se non ottima) fattura ma in alcune esecuzioni decisamente ingombrante e con la tendenza ad asciugare il palato.

Infine, per onestà intellettuale ma anche per completezza di giudizio, due piccole ombre all’interno di una valutazione sostanzialmente positiva dell’evento e dell’annata in esso presentata, uno di carattere tecnico, l’altro di carattere generale/organizzativo.

Il primo riguarda la minor caratterizzazione territoriale dei vini in relazione ai versanti (se non proprio ai crus) di provenienza, probabilmente ingigantita da un’annata in cui le scelte – in vigna ed in cantina – sono state per molti aspetti “obbligate” dall’andamento climatico stagionale.

La seconda riguarda la sempre più cospicua assenza di aziende dall’evento che di fatto presenta le nuove annate e promuove l’intero territorio, sia in termini di numeri assoluti– quest’anno i produttori presenti erano circa 120, più o meno la metà di quelli complessivamente associati sotto l’egida del Consorzio – che di aziende di riferimento (Marroneto, Fuligni, Le Potazzine, Baricci, Cerbaiona e Le Ragnaie solo per fare alcuni nomi, che vanno ad aggiungersi a quelle che da parecchi anni ormai disertano la manifestazione, a cominciare dal mito Biondi-Santi). Un aspetto su cui parecchi, all’interno del Consorzio del Brunello di Montalcino ma anche al di fuori di esso, non potranno non interrogarsi.

Di seguito, la lista degli assaggi – i Magnifici Sette riconosco sia un po' troppo ma rende abbastanza l’idea – che mi hanno maggiormente colpito di questa 2017 che probabilmente non passerà alla storia come l’annata che l’ha preceduta, ma che ha confermato il prestigio ed il valore di una denominazione ma anche il livello tecnico e di consapevolezza ormai raggiunti dalla stragrande maggioranza dei produttori.

 

 


7) Tiezzi Vigna Soccorso

Granato canonico e tradizionale. Naso particolare pur nel solco del produttore e del carattere della vigna. Note vegetali, tabacco, spezie orientali, terre nobili, con accenno fruttato in sottofondo. Bocca di medio corpo, elegante, coerente, con bella dorsale acido/sapida e tannino vivo ma ampiamente nei ranghi. Persistenza importante, finale in continuità con il resto. Ancora un filo di legno da integrare, ma sempre classico, riconoscibile e molto piacevole. 92+

 

6) Fattoria del Pino

Granato integro e di media intensità. Naso molto bello, pulsante, che sprizza giovinezza ed energia da tutti i pori. Frutta fresca, delicata nota smaltata, spezie orientali. Bocca coerente, in continuità con il naso, caratterizzata da bella sapidità, acidità viva ma nelle righe, tannino preciso e non invadente. Persistenza molto buona, finale pulito anche se un filo in calando, su leggere note ammandorlate. Nonostante ciò, per me l’assaggio più sorprendente di giornata. 93

 

5) Talenti “Piero”

Rubino/granato, intensità e densità nella media. Naso intenso e di buona finezza, maturo ma senza eccessi. Ciliegia marasca, tabacco, spezie dolci, pepe, terre nobili. Bocca corposa ma non pesante, freschissima ed accompagnata da una sapidità deliziosa, tannino importante ma complessivamente integrato nella struttura. Persistenza notevole, finale sfaccettato, speziato, balsamico e con leggeri richiami boisè. Molto buono e con margini evolutivi importanti. 93+

 

4) Le Chiuse

Rubino/granato, mediamente intenso ma piuttosto denso. Naso potente ma elegante, particolare, molto espressivo ed affascinante, per me il migliore di giornata. Arancia sanguinella, nocciola tostata, floreale, frutta fresca, leggera liquirizia in sottofondo e legno quasi assente. Bocca corposa ma al tempo succosissima, acidità non spaziale, bella sapidità, tannino fitto ma fine. Persistenza importante, forse un filo caldo sul finale. Ennesima conferma di un’azienda ormai assurta come uno dei riferimenti della denominazione. 94

 

3) Poggio di Sotto

Rubino/granato, mediamente intenso, denso e luminoso. Naso di gran pulizia, delicato e giovanile ma al tempo stesso ben delineato. Frutta fresca, spezie orientali, nota mentolato e leggerissima sfumatura boisè ad arricchire il profilo. Bocca di medio corpo, coerente e precisa, fresca e sapida e dal tannino fitto ma estremamente fine. Persistenza importante, finale saporito e senza sbavatura alcuna. Non monumentale ma delizioso e tecnicamente ineccepibile. 95

 


2) Uccelliera

Granato classico, abbastanza intenso, bella densità. Naso non intensissimo ma fine e definito, oltre che di buona complessità. Terre nobili, ciliegia matura, spezie dolci, leggero balsamico. Bocca eccellente, corposa, acidità splendida e sapidità a dir poco deliziosa, tannino fittissimo ma vellutato, che pulisce alla perfezione il palato. Persistenza super, finale su delicati richiami speziati e boisè. Interpretazione (quasi) magistrale dell’annata da parte di un’azienda di valore assoluto. 95+

 

1) Giodo

Rubino integro, luminoso, mediamente intenso e denso. Naso intenso e particolare, associabile ad un Brunello con qualche anno sulle spalle, non ad uno in anteprima. Frutta scura, spezie orientali, nota terziaria (carne), richiami boisè, leggera nota balsamica in sottofondo. Bocca corposa ma al tempo stesso pulsante, molto ricca ed ampia, con il mix acido/tannino tipico del Sangiovese da grande invecchiamento ed una sapidità importante ed ininterrotta. Persistenza eccellente, finale pulito su note di nocciola tostata e leggere sfumature animali. Grande assaggio, senza tanti giri di parole. 95+

 

Commenti

  1. Grazie! Sempre preciso e puntuale. Condivido le tue osservazioni sulla presenza delle aziende. È un evento che celebra un vino importante e sarebbe bello avere una partecipazione unitaria e totale

    RispondiElimina

Posta un commento