Ben Ryé, il non plus ultra del passito


Pantelleria è un’isola davvero meravigliosa, luogo di selvaggia ed incontaminata bellezza, punto di contatto tra Africa ed Europa, tra Oriente ed Occidente.

Ma è anche un territorio in cui la fusione di particolari condizioni climatiche – caldo siccitoso ma ventilato – con terreni di matrice vulcanica lo rende terra di elezione del Moscato di Alessandria (più noto con il nome di Zibibbo), l’uva da cui si ottiene il famoso Passito di Pantelleria DOC.

Diverse sono le aziende che nel corso degli anni hanno sublimato la grandezza di questo piccolo ma grandioso terroir attraverso vini territoriali e tradizionali, e fare una lista significherebbe lasciar fuori qualche produttore di valore ed interesse.

Ma se proprio fossimo obbligati a scegliere un'etichetta che possa considerarsi alfiere globale della denominazione (anche in ragione della notorietà dell'azienda che lo produce) di non potremmo far altro che indicare lui, il “figlio del vento”, il Ben Ryè di Donnafugata.

Un passito iconico, che fin dalla prima uscita (datata 1989) ha saputo stupire critica ed appassionati, grazie alla sua perfetta – e per certi aspetti incredibile – combinazione tra dolcezza e freschezza, tra ricchezza e bevibilità, tra esuberanza ed armonia.

Tante le versioni che ho avuto occasione - o per meglio dire fortuna – di assaggiare nel corso di questi anni di passione enoica: diverse molto buone, altre ottime, alcune eccezionali (cito la 2008 e la 2016).

Una sola, però, ha saputo coinvolgermi e stravolgermi al punto da modificare i miei riferimenti sul tema.

Parlo della stratosferica versione 2012, un passito di incredibile complessità e lunghezza, un'annata che amo definire "equilibrio sopra la follia", che ogni qualvolta me lo sono ritrovato davanti ha saputo sorprendermi e coinvolgermi, anche per motivi differenti.

Sfacciato e godurioso la prima volta, perfetto ed imperioso la seconda, elegante e riflessivo l'ultima, poche sera fa.

Sempre e comunque, un grande vino da meditazione, perfetto compagno di formaggi stagionati ma anche (e soprattutto) dei più importanti dolci della pasticceria siciliana.

 


Ben Ryé Passito di Pantelleria DOC 2012 (assaggio del 21/07/2018)

Giudizio personale: 96/100 

Uvaggio: 100% Zibibbo (con appassimento parziale delle uve sui graticci tradizionali)

Affinamento: 7 mesi in vasca + 12 mesi in bottiglia

Fascia di prezzo: 22-25€ (bottiglia da 375ml)

 


DEGUSTAZIONE

👀Stupendo. Ambrato intenso, molto consistente e dalla splendida trasparenza

👃Pulito, intenso e varietale. Meno violento della prima volta ma ugualmente fine e maggiormente complesso. Albicocca secca, origano, miele, canditi, rum e pomodori secco i profumi che ne delineano il ricco ed articolato profilo.

👄Corposa, quasi oleosa al contatto con il palato, riflessiva ma ancora in equilibrio tra le marcate dolcezze ed una freschezza importante, oltretutto ravvivata da una meraviglia nota salina. Grip gustativo tipico dei più grandi vini dolci e persistenza impressionante, con un finale estremamente composto - quasi delicato - su note di uva sultanina.





Commenti

  1. Io ad un corso avevo messo 100/100 .... tutti mi presero in giro , ma nessuno mi disse dove dovesse essere penalizzato.... 😁😁😁😁

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    1. Anche io la prima volta che l'ho assaggiato devo avergli assegnato quel punteggio...quindi è un "errore" comune a tanti! Un abbraccio amico mio!

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