Poggio Nibbiale, una meravigliosa storia di famiglia


Esistono luoghi, paesaggi del cuore e dell’anima, che sanno rappresentare un’armonia capace di far innamorare chiunque abbia la fortuna di conoscerli.

Uno di questi è senza dubbio la Maremma Toscana, terra di incontaminata e selvaggia bellezza, in cui tradizioni contadine ed atmosfere marinare si fondono come fossero una cosa sola: luoghi di incredibile tranquillità, in cui la brezza del mare lambisce ed accarezza i capelli, in cui l’orizzonte porta il nostro sguardo occhi verso l’Isola del Giglio o il Monte Argentario, arrivando quasi a far scorgere la profondità dell’infinito.

La storia che vi racconto oggi è nata qui, sulle dolci colline che si ergono a contrafforti delle fertili terre un tempo dimora dei leggendari butteri della Maremma.

La storia che vi racconto oggi è quella della famiglia Buchheim e del loro progetto d’amore per questo territorio, base ed origine di quello che oggi è l’azienda Poggio Nibbiale.

Una realtà di alto livello qualitativo, che loro stessi amano definire familiare ed in cui hanno messo anima e corpo, nel rispetto quasi dogmatico dei caratteri e delle tradizioni della meravigliosa terra di Toscana ma anche in un’ottica di continuo e costante miglioramento, alla ricerca del Sagro Graal di ogni produttore degno di questo nome, ovvero l’annata perfetta.

L’azienda ha sede (e vigneti) tra i comuni di Scansano e Magliano, all’interno della DOCG Morellino di Scansano, ed oltre all'etichetta relativa alla denonimazione appena citata produce anche altri vini imbottigliati come IGT Toscana.

Vini di eccellenza, capaci di portare con sé i caratteri distintivi del terroir maremmano ma al tempo stesso precisI dal punto di vista stilistico, che ho avuto la fortuna di assaggiare e di cui vi parlerò alla fine.

Come amo fare in questi casi, ho però preferito che a raccontare l’azienda – o meglio la storia d’amore tra una famiglia e le colline della Maremma – fossero gli stessi protagonisti, attraverso un’intervista che ho proposto al proprietario Nikolaus Buchheim ed a cui ha accettato con piacere di rispondere.

Buongiorno Nikolaus. Mi sembra di capire che siate una famiglia che non proviene dal mondo del vino. Di cosa vi occupavate nella vostra “precedente vita”?

Ciao Agostino. Prima di tutto grazie per il tuo interesse.  Hai ragione - in realtà sono ancora un chirurgo dentista di Monaco in Baviera, ma ho da sempre amato il vino, sono stato (e sono tuttora) grande collezionista di vini del Bordeaux e della Toscana, ed ho sempre sognato di produrre un gran vino da me. Oggi ho tre figli adolescenti e già tre nipoti, e dopo la scomparsa della mia cara moglie Elke qualche anno fa, Poggio Nibbiale è diventato un punto d’incontro ancora più importante per la nostra famiglia. Passiamo più tempo possibile in Maremma e come famiglia, monitoriamo e valutiamo insieme ogni processo della produzione, decidendo infine la composizione di tutti i vini che vengono imbottigliati.

 

Come e quando nasce il progetto Poggio Nibbiale?

Poggio Nibbiale nasce nel 1998 quando io insieme con la mia moglie Elke trovammo un terreno di oltre 120 ha vicino a Scansano in Maremma con una vista mozzafiato sul’ Monte Argentario, Talamone e l’isola del Giglio. Il vigneto di 11 ha è stato piantato nell’anno 2000, con uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Canaiolo.

 

C’è un aneddoto, legato a questi anni ed alla vostra avventura di produttori, che ricordate con piacere?

Ahaha - bella domanda. Si, c’è davvero. Un anno dopo l’impianto delle prime parcelle feci togliere tutte le piante perché le trovavo troppo lontane una dall’altra, facendole reimpiantare con una maggiore densità. Da lì si mi sono guadagnato la mia reputazione di “dentista tedesco pazzo” 😂

 

Sul vostro sito mi ha colpito la frase “Vogliamo interpretare la viticultura tradizionale della Toscana con entusiasmo ed innovazione”. Come si legano tradizione ed innovazione, antico e moderno?

La tradizione a Poggio Nibbiale sono ad esempio la raccolta manuale, l’invecchiamento in legno dei vini in una vecchia cantina sotto la chiesa di Giovanni di San Battista a Scansano e la fermentazione spontanea senza lieviti artificiali. La parte moderna è senz’altro l’utilizzo dei tini di acciaio inox ed il controllo della temperatura per la fermentazione, oltre ad una serie di procedure che mettiamo in atto durante i lavori in cantina.

 

I vigneti sono tutti di proprietà? Dove si trovano?

I vigneti sono tutti di proprietà. Poggio Nibbiale si trova in Maremma, vicino a Scansano, a 300 metri sopra il livello del mare. Il terreno è molto calcareo e fornisce vini caratterizzati da ottima freschezza e grande mineralità.


La vostra azienda opera in regime biologico da diversi anni. Qual è il vostro concetto di viticoltura biologica?

Il regime biologico per noi è la viticoltura in armonia con la natura. I vigneti sono inseriti in un ecosistema naturalmente funzionante, senza l’artificio di diserbanti sintetici o fertilizzanti. La fermentazione dei nostri vini è spontanea senza l’aggiunta di lieviti coltivati.

 

C’è un’etichetta a cui siete particolarmente legati?

Senza dubbio il “Tommaso” - il nostro Sangiovese in purezza, molto elegante e fine. Prende il nome da un fosso che si chiama Tommaso e che segna il confine naturale della proprietà vinicola.

 

Fate parte di una denominazione, quella del Morellino di Scansano, senza dubbio interessante ma per molti aspetti sovrastata dalla presenza di alcuni vicini decisamente “ingombranti” (Montalcino su tutti). Quali sono a vostro avviso le caratteristiche che rendono unico il vostro terroir, distinguendo il Sangiovese prodotto nel vostro territorio da quello di altre denominazioni, e quali invece i punti in comune?

I punti in comune sono senz’altro il Sangiovese con la sua grande eleganza, l’acidità importante ma sempre equilibrata con il resto delle altre componenti. Le caratteristiche tipiche del nostro terroir sono la concentrazione del frutto e l’ottimo potenziale di invecchiamento, dovuto all’importante struttura dei tannini.

 

Qual è la percezione del vino italiano – soprattutto quello proveniente dalla Toscana – in Germania, vostro paese di origine?

I vini della Toscana sono molto conosciuti in Germania grazie ai viaggi, al cibo, ed alla bellezza dei luoghi. La Maremma è particolarmente apprezzata per la natura selvaggia, la genuinità e il grande potenziale dei vini, che però restano spesso prodotti di nicchia in quanto meno conosciuti di quelli provenienti da altre denominazione vicine.

 

Quali sono gli obiettivi futuri dell’azienda? Avete progetti in cantiere?

Abbiamo come progetto di produrre un grande vino con taglio Bordolese che uscirà sul mercato in autunno di quest’anno. Inoltre apriamo la nostra bella vecchia cantina sotto la chiesa di Giovanni di San Battista a Scansano per il pubblico per delle visite e degustazioni dei nostri vini su appuntamento. Mi farebbe tanto piacere se veniste a trovarci a Scansano quando questo maledetto Covid lo consentirà. Grazie per l’intervista e per il tuo tempo.

 

Anche per me sarà un gran piacere venire a trovarvi di persona, così come sono contento di aver conosciuto la splendida storia della vostra “famiglia del vino”.

 

 

I miei assaggi

 

Vermentino 2019 – Toscana Bianco IGT

100% Vermentino – Affinamento per alcuni mesi in acciaio

Classico Vermentino toscano. Luminoso nel bicchiere, profumi di frutta bianca (mela verde su tutti) con sfumature floreali. Sorso scorrevole e di gran freschezza, semplice ma equilibrato. Si beve che è un piacere.

Valutazione personale: 84/100

 

Rosato di Nibbiale 2019 – Toscana Rosato IGT

Blend di Sangiovese e Montepulciano – Affinamento per alcuni mesi in acciaio

Rubino chiaro, molto brillante, al naso esprime intensi ma al tempo stesso eleganti profumi di fragola e frutti di bosco. In bocca si esprime con coerenza, mostrando una discreta struttura ma al tempo stesso equilibrio e bella profondità di bevuta. Tannino leggero. Pur non essendo un amante dei rosati, non ho potuto non apprezzare questa etichetta.

Giudizio personale: 86/100

 

Morellino di Scansano 2019 – Morellino di Scansano DOCG

85%Sangiovese, 15% Cabernet Sauvignon/Canaiolo – 12 mesi in tonneaux di rovere francese

Rubino integro e luminoso, buona densità. Naso aperto ed espressivo, mediamente intenso e complesso. Note fruttate a dominare il profilo (ciliegia, ribes, lampone), leggere sfumature terrose e boisè in sottofondo. Medio corpo, coerente e nel complesso equilibrato tra alcol, acidità e tannino, nonostante la giovane età. Morellino molto tipico, non un mostro di complessità ma piacevole e di buona struttura.

Valutazione personale: 84/100

 

Tommaso 2016 – Toscana Rosso IGT

100% Sangiovese – 24 mesi in tonneaux di rovere

Rubino/granato intenso, denso e di bella limpidezza. Naso intenso, di buona finezza e complessità. Ciliegia, prugna, tabacco, vaniglia, note eteree e leggera sfumatura balsamica. Bocca ricca e strutturata, che ancora necessita di un pò di tempo in bottiglia per assorbire il legno e raggiungere l’apice evolutivo ma comunque piacevole ed abbastanza equilibrata. Tannino fine e ben integrato. Persistenza importante, tipica dei vini di grande qualità. Vino simbolo dell’azienda, espressione perfetta del potenziale del Sangiovese maremmano e di un’annata eccellente per i rossi toscani.

Valutazione personale: 89++/100

Commenti

  1. Grazie, non conoscevo questa bella realtà 🍷

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  2. Bella intervista bravo. Un azienda che non ho avuto ancora il piacere di conoscere ma che spero di provare.

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    1. Non posso far altro che consigliartela, cara Silvia.
      Per la qualità dei vini ma anche per i valori umai che portano avanti.
      Un abbraccio!

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  3. Stavolta più che il discorso dei vini vorrei fare i complimenti per l'intervista. Mi ha fatto piacere leggerla, intima e pragmatica insieme. Apprezzamenti!

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    1. Gentilissimo caro Anam.
      In effetti in questo tipo di articoli, più che focalizzarmi sui dettagli dell'azienda, mi piace ascoltare (e cercare di raccontare) le storie che sono alla base dei vini che mi ritrovo a bere.
      Che poi è quello che distingue il vino da ogni altro alimento, elevandolo ad elemento fondante della nostra cultura.
      Un abbraccio e alla prossima!


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  4. Bello questo articolo. Adoro i vini di questa zona e sono contento di avere conosciuto questa realtà a me ancora non nota.

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    1. Se sono riuscito a segnaarti una realtà interessante sono doppiamente felice caro Andrea.
      Come detto tale volte, condividere è il termine più importante associato al mondo del vino.
      Un abbraccio e grazie per aver letto e commentato l'articolo...

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