Ladies and Gentlemen, a voi la Superclassifica dei vini italiani!



Immancabile – come un politico che giustifica le sue giravolte dichiarando di aver agito “per il bene del paese” – anche quest’anno è uscita la “TOP 100” dei migliori vini rossi italiani stilata dal mensile Gentleman.

Ottenuta incrociando i punteggi delle più importanti guide italiane del vino, ossia Vini d’Italia (Gambero Rosso), Vitae (Associazione Italiana Sommelier), I Vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione Italiana Sommelier), la Guida Essenziale ai Vini d’Italia (Daniele Cernilli), e - dulcis in fondo – l’Annuario dei Migliori Vini Italiani (Luca Maroni), rappresenta - o meglio dovrebbe rappresentare - il meglio del meglio che il bel paese enoico sappia offrire.

 

Questa la classifica 2021, relativa alle prime posizioni:

1. Sassicaia Bogheri Sassicaia DOC 2017 – Tenuta San Guido

   Rubesco Vigna Monticchio Torgiano Rosso Riserva DOCG 2016 – Lungarotti

3. Solaia Toscana IGT 2017 – Marchesi Antinori

4. I Sodi di San Niccolò Toscana IGT 2016 – Castellare di Castellina

5. ES Salento IGT 2018 – Gianfranco Fino Viticoltore

6. Monteverro Toscana IGT 2017 – Monteverro

    La Firma Aglianico del Vulture Superiore DOCG 2015 – Cantine del Notaio

8. Raccontami Primitivo di Manduria DOC 2018 – Vespa Vignaioli per Passione

     Amarone della Valpolicella DOCG 2016 - Allegrini

10. Guado al Tasso Bolgheri Superiore DOC 2017 – Tenuta Guado al Tasso Antinori

     Kupra Marche IGT 2017 – Oasi degli Angeli

 

Da appassionato, ma anche e soprattutto da persona – almeno di norma – capace di ragionare con la propria testa, mi permetto umilmente di dire la mia a commento.

Sono tutte (o quasi…) grandi bottiglie, tra le migliori rappresentanti dell’Italia del vino ed alcune con un rapporto qualità/prezzo a dir poco clamoroso, ma purtroppo… sono sempre le stesse!

Possibile che ogni volta, anno dopo anno, annata dopo annata, riscaldamento globale o raffreddamento dei sensi, i nostri valenti critici enologici finiscano con il premiare sempre e comunque gli stessi vini, a generare questa sorta di copia e incolla iterativo ed eterno?

Niente contro il Sassicaia, che rappresenta con merito la storia del vino italiano, ma è possibile che in un’annata non certo memorabile come la 2017 - a detta della critica internazionale ma non solo – non ci fosse, tra le decine di migliaia di etichette nostrane, un vino capace di superarlo?

Davvero vorrebbero farci credere che nella sterminata collezione di Barolo 2016 o di Brunello di Montalcino 2015 (queste sì grande annate) non ci fosse un'etichetta degna di entrare nella top ten del vino italico?

Onestamente, mi riesce impossibile crederlo, ed anno dopo anno, lista dopo lista, classifica dopo classifica, faccio sempre più fatica a comprendere certe scelte e determinati risultati.

Anche perché, inevitabilmente, portano me – e non credo di essere l’unico – a dubitare circa la capacità di giudizio critico di un intero mondo, di certo competente ma troppo spesso autoreferenziale e eccessivamente ossequioso nei confronti dei produttori, oltre che ancorato sempre attorno agli stessi schemi.

Una categoria che finché continuerà a tenere la testa sotto la sabbia, o peggio ancora finché seguirà l’esempio dell’aristocrazia durante il periodo della Rivoluzione Francese – rinchiusa nel caldo dei propri palazzi mentre fuori la storia stava cambiando – non farà altro che decretare la sua fine.

Commenti

  1. Concordo con te! Si dovrebbe essere più elastici mentalmente, anche nella critica enologica

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    1. Elastici e non solo, cara Bianca!
      Un pò di coraggio, oltre che di onestà intellettuale, non sarebbe cosa sgradita...

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  2. Riflessioni assolutamente legittime. Stilare il meglio del vino italiano in un gotha da 100 elementi, perlopiù abbastanza "celebri", è riduttivo. Poi le classifiche lasciano il tempo che trovano, il vero valore dei vini lo suggerisce sempre il cuore mentre gli assaggiamo.

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    1. Su questo non ci piove caro Angelo.
      Al di là delle classifiche - di ogni genere e prestigio - quello che più conta è il nostro palato, e le emozioni che questo o quel vino ci sa regalare.
      Un abbraccio e grazie per aver letto e commentato il mio articolo!

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  3. Un po' quel che succede con il pallone d'oro in ambito calcistico.
    Il conformismo è sempre di moda

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  4. Li ho provati quasi tutti, per curiosità e per cultura personale, e quelli che non ho ancora provato sono in cantina. Tuttavia, al di là delle suggestioni (non dei suggerimenti) dei critici, è discutibile stilare una classifica sulla base di elementi soggettivi. Il gusto è personale e quello che per esempio piace a Maroni a me disgusta. Quindi ognuno si goda il nettare appagando i propri gusti e le proprie preferenze, affidandosi anche un po' all'istinto ed alla sperimentazione. Quello del vino è un mondo vasto e sfaccettato e scoprirlo piano piano regala sorprese ed entusiasmo.

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    1. Disamica perfetta caro Andrea!
      E' sempre un gran piacere leggere i tuoi commenti.
      Un abbraccio e alla prossima!

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  5. D'accordissimo Agostino e... In quel "dulcis in fundo", credo di leggere fra le righe, con gran divertimento ahaha!!

    Buona scoperta... ;) Unica e personale!

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    1. Come ho già detto sei tra i pochissimi che colgono ogni sfumatura dei miei pur modeti articoli.
      A tal proposito, aggiungerei dulcis in fundo...della barrique!
      UN ABBRACCIO E ALLA PROSSIMA!

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  6. Grandi vini senza dubbio ma concordo con te, mancano Barolo, Brunello e, secondo me, anche qualche nerello mascalese....

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  7. Grandi vini senza dubbio ma concordo con te, mancano Barolo, Brunello e, secondo me, anche qualche nerello mascalese....
    Roberto

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