I vini di Bordeaux, viaggio nel mito e nella leggenda (1)
Parlare di Bordeaux è semplice ma al tempo stesso difficilissimo, perché tutto è stato detto e ribadito un’infinità di volte, ed il rischio di apparire noiosi e ripetitivi è sempre dietro l’angolo.
Questo perché non parliamo “semplicemente” di una zona prestigiosa e di interesse vitivinicolo.
No signori, qui siamo di fronte al territorio che più di ogni altro ha inventato – e nel tempo ha saputo indirizzare – il concetto di qualità e prestigio applicato ad una bottiglia di vino.
Un luogo quasi sacro, in cui mito e realtà viaggiano di pari passo, in cui storia e leggenda si sovrappongono come fossero una cosa sola, in cui ogni singolo metro di terra parla di vino e ne racconta la sua grandezza.
I vigneti che si estendono a perdita d’occhio, la brezza dell’oceano che ne accarezza le foglie, i borghi medievali che trasudano bellezza e tradizione, la maestosità degli chateau a completarne il quadro.
Qui tutto è perfetto, tutto concorre a chiudere un ideale cerchio in cui aristocrazia e campagna sanno fondersi a meraviglia, come se anziché la realtà stessimo osservando un dipinto impressionista di Monet.
Una regione a cui spesso associamo solo grandi vini rossi a base Cabernet Sauvignon o Merlot – che già da soli basterebbero a scrivere interi volumi di storia del vino – ma che è anche patria di eccellenti vini bianchi a base Sauvignon Blanc oltre che terra di origine del vino dolce più conosciuto ed apprezzato al mondo, il Sauternes.
Tempo fa in un articolo parlai di oggettività e soggettività, di dati di fatto e di opinioni personali applicati al mondo che più di ogni altro ci appassiona.
Ebbene, possiamo avere le nostre idee ed i nostri gusti, possiamo preferire uno stile di vino lontano anni luce a quello dei vini di queste latitudini, ma non possiamo non riconoscere che se esiste un luogo su questo pianeta in cui il vino ha smesso di essere alimento ed è diventato elemento fondante della nostra cultura, questo non può che essere Bordeaux.
Molte volte chiacchierando tra noi enoappassionati o con qualche produttore ci interroghiamo su come sia possibile che i vini francesi siano in grado di strappare prezzi che noi italiani – a parità di qualità offerta – possiamo solo sognare.
La risposta è quasi brutale nella sua crudezza ma tremendamente reale.
I nostri cugini d’Oltralpe sono stati capaci – quasi due secoli prima di noi – di dare ai lori vini un significato che andasse oltre alla “semplice” soddisfazione del palato (o peggio che servisse a dimenticare i problemi di tutti giorni), conferendogli un’aurea di prestigio e di unicità che li ha resi, e che li rende tuttora i vini più ricercati al mondo.
E di questo “processo virtuoso” Bordeaux è senza dubbio stato il centro vitale, e rimane tuttora l’ombelico del mondo enoico, qualunque siano i nostri riferimenti ed i nostri parametri in materia di vino.
Vogliamo uscire dagli steccati ideologici per discutere di fatti oggettivi e di dati incontrovertibili?
Parliamo di uno delle prime aree ad aver commercializzato il vino in maniera sistemica, la prima in assoluto in cui sono stati introdotti elementi di innovazione scientifica all’interno del processo produttivo (sia in vigna che in cantina), oltre che la prima ad essersi dato un sistema di classificazione – quello dei Grand Cru Classé datato 1855 – lineare ma tremendamente efficace nel delineare le fasce di qualità dei propri vini, a prescindere della sua quasi immutabilità.
Per tutti questi motivi ogni qualvolta mi approccio ad un Bordeaux, che sia una prestigiosa – e di norma ahimè molto costosa – etichetta oppure una di qualità inferiore o proveniente da un’appellation di minor lignaggio, percepisco il peso ed il fascino che questo vino porta con sé, e con esso aumentano le attenzioni e le mie aspettative.
Ma al di là dei motivi legati alla cultura ed alla storia enologica, quali sono le caratteristiche che rendono i vini di questa regione così apprezzati?
In primis le capacità di invecchiamento assolutamente fuori dall’ordinario, che contribuiscono ad aumentarne il prestigio, ammantando le etichette più blasonate di un’aura più vicina al mito che al mondo reale.
Motivo di questa peculiare caratteristica – in questi termini comune a pochissime altre denominazioni al mondo – è come sempre riconducibile ad una concausa di fattori, che però finiscono per convergere in una sola e meravigliosa parola: terroir.
Infatti, in questa zona, ed in particolare all’interno di alcune specifiche aree, l’insieme delle caratteristiche climatiche e del terreno si somma alle già di per sé eccezionali potenzialità evolutive dei vitigni che qui dimorano da secoli (Cabernet Sauvignon in primis ma anche Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon Blanc) dando vita a vini capaci di mantenere inalterati i caratteri primari per decenni, ed in cui il tempo aggiunge eleganza e maggiore complessità.
Altro aspetto che caratterizza e rende grandi i vini di Bordeaux è la perfetta combinazione tra austerità e piacevolezza, il loro straordinario connubio tra nobiltà ed equilibrio.
Nella sostanza, la capacità di realizzare un vino di impostazione classica ma intriso di elementi moderni – in alcuni casi (per fortuna pochi) anche a limite della ruffianeria – in cui tutto combacia alla perfezione come in un perfetto ed oliato ingranaggio.
Infine, ultimo ma non in termini di importanza, un aspetto più “tecnico” ma al tempo stesso peculiare, ossia la straordinaria finezza, nei profumi ma soprattutto al palato, in cui la bevuta è sublimata – nei grandi rossi – da un tannino fitto ma al tempo cesellato alla perfezione, quasi a ricordare un drappo di velluto.
Allora, siete pronti ad iniziare questo meraviglioso viaggio, a perdervi tra gli chateau, ad approfondire meglio il mondo di Bordeaux e dei suoi grandi ed eterni vini?
Vi aspetto nel prossimo articolo, in cui entreremo nel dettaglio dei vari terroir che compongono questa importante ed eterogenea regione vitivinicola, ed in cui vi racconterò delle mie cinque appellation preferite e delle aziende che hanno contribuito a renderle grandi.
Grazie! Bell'articolo. I vini bordolesi sono prestigiosi e sicuramente nel marketing sono fenomenali
RispondiEliminaSu questo sono autentici numeri uno, esempi da cui noi italiani dovremo prendere spunto ed imparare...
EliminaUn abbraccio e alla prossima!
Ottimo articolo Ago! Vini straordinari, ma non sono poche le etichette con prezzi stratosferici. Certo, il prezzo lo fa il mercato. Ma, secondo il mio modesto parere, si deve bere bene senza svuotarsi troppo le tasche!
RispondiEliminaSu questo siamo allineati caero Umberto.
EliminaMa anche in questa zona si trovano parecchi vini di gran qualità a prezzi accessibili. Un abbraccio e grazie per aver letto e commentato l'articolo.
Ciao Ago! complimenti per il tuo interessantissimo e completo articolo. L’importante a Bordeaux è il saper scovare le chicche meno blasonate, dal rapporto Qualità prezzo piacere unico !!! Salute !
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo con te caro Rocco.
EliminaCome ho già scritto nei commenti, Bordeaux, oltre a grandissime e costose etichette, ha anche numerose chicche di grande qualità a prezzi abbordabili. E tu, che sei un esperto in materia, le conosci molto meglio di me... :)
Un abbraccio amico mio!