Manduria vs Gioia del Colle: le due anime del Primitivo a confronto

 


Quando si parla di Primitivo pugliese molto spesso lo si fa in maniera dispregiativa, riferendosi ad un vino semplice e per certi versi dozzinale, quello che – per intenderci – era prassi utilizzare qualche decennio fa (e chissà se lo si faccia ancora…) per dare struttura a molti esili vini del Nord Italia.

Il vino che tanto amano i novizi del vino, adatto a palati poco allenati ed esigenti, che oltre a possedere buona struttura ed elevata rotondità non sa offrire nulla di più.

Senza negare cha alcune sue espressioni – quelle più a buon mercato e che puntano esclusivamente sulla quantità – siano effettivamente riconducibili a questa semplicistica definizione, la realtà generale è però ben diversa, e ad oggi il Primitivo pugliese, pur senza smarcarsi e rinnegare le caratteristiche che lo rendono unico e riconoscibile, è in grado di regalare numerose interpretazioni di livello eccelso.

Fare classificazioni all’interno di questo “ecosistema enoico” non è cosa semplice, ma si può affermare con certezza che esistano due distinte anime del Primitivo, le quali, principalmente per caratteristiche del terroir ma anche per scelte e filosofie produttive, danno (generalmente) luogo a vini piuttosto differenti: da una parte l'agro di Manduria, dall'altra parte l'altopiano di Gioia del Colle.


Nel primo caso, le altitudini sono estremamente ridotte, ed anzi in molti casi i vigneti – ad alberello – affacciano direttamente sul mare della penisola salentina, con temperature medie molto alte ma con escursioni giorno/notto non particolarmente marcate.

Al contrario, nella zona di Gioia del Colle (situata più all’interno della regione) le altitudini sono maggiori – comprese dai 200 ai 450 m.s.l.m. – così come maggiori sono le escursioni giorno/notte, senza però raggiungere, di norma, i picchi di calore tipici dell’agro manduriano.

Volendo semplificare – cosa mai troppo corretta ma che spesso rende facilmente il concetto – Manduria esprime il lato esuberante e sfacciato del Primitivo, mentre Gioia del Colle quello più elegante e riflessivo.

Infatti, il Primitivo di Manduria è di norma estremamente ricco, concentrato fin dal colore, mostrando sia al naso che in bocca la potenza che questo terroir è in grado di esprimere.

Nella sostanza vini molto intensi e giocati sulla carica fruttata, piuttosto simili - non me ne vogliano i produttori – ai vini californiani a base Zinfandel (vitigno fortemente imparentato, se non proprio identico, al Primitivo), e che – di norma – non si caratterizzano per grande longevità.


Il Primitivo di Gioia del Colle, pur mantenendo alcuni caratteri in comune con il “fratello”, ossia intensità e calore alcolico, presenta un carattere minerale estremamente peculiare, e si caratterizza inoltre per toni fruttati decisamente meno maturi e sciropposi.

Il risultato è un vino di norma più elegante, fine e complesso, caratterizzato da maggiore freschezza e con capacità evolutive abbastanza importanti.

Per mio gusto tendo a preferire il Primitivo di Gioia del Colle, ma in entrambe le denominazioni esistono grandissime eccellenze, così come vini di basso livello, in molti casi “figli” di conoscenze enologiche piuttosto scarse.

In ogni caso, al di là delle fazioni e delle preferenze personali, quello che più conta è che entrambe le denominazioni sanno esprimere nei loro vini il carattere della terra di Puglia, la sua luce ed il calore ma anche i suoi tramonti ed i chiaroscuri.

 

Bonus track: 3 etichette da non perdere

ES – Primitivo del Salento IGT – Gianfranco Fino: il paradigma di questa terra, l’etichetta che ha portato il primitivo su dimensioni mai raggiunte prima. L’esuberanza del frutto tipica dei migliori Primitivo di Manduria (anche se da qualche anno è uscito dalla denominazione…) unita ad un tannino fitto come quello di un grande Sagrantino. In poche parole, una bomba di puro godimento!

 

Vigneto Montevella 17 – Primitivo di Gioia del Colle DOC – Polvanera: un vino esclusivo, proveniente da un unico vigneto ad alta densità e vinificato ed affinato solo in acciaio. Tutta la mineralità tipica di questo terroir in un bicchiere, un vino imponente ma di un’eleganza impensabile in relazione alla sua elevatissima gradazione alcolica (17%).

 

Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto – Primitivo di Gioia del Colle DOC – Chiaromonte: altra chicca proveniente da un piccolo e vecchio vigneto ad alberello. Un vino ricco e complesso, esuberante ma al tempo stesso sfaccettato, una bottiglia che se amate il Primitivo (ma anche in caso contrario) non potete mancare di assaggiare

 

Commenti

  1. Grazie per l'articolo e la bonus track! 👏

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  2. Eccezionali proposte! Ormai l'ho ampliato dichiarato quanto apprezzo il Primitivo. Mi piace molto anche la versione dolce naturale di Manduria

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