Sanlorenzo, il sogno di Luciano divenuto realtà

 


Essere appassionati (di vino ma non solo) significa anche andarsene in giro in un torrido venerdì pomeriggio di Agosto, con la macchina che segna una temperatura prossima ai 40°.

Quando la ragione ti direbbe di rimanere a riposare in hotel, meglio se con l’aria condizionata accesa ed una bibita fresca sul comodino.

Ma se ciò permette di conoscere persone come Luciano Ciolfi e visitare aziende come Sanlorenzo, ormai da diversi anni una delle realtà più solide ed interessanti del panorama vinicolo montalcinese, ogni “sacrificio” è di certo ben ripagato.

Appena arrivato, poi, non so se per via di quella sorta di “eccitazione enoica” che colpisce noi appassionati o se per oggettivi motivi, il caldo patito fino a quel momento è improvvisamente svanito, sovrastato da una piacevolissima (quanto inattesa) brezza che ha investito il podere ed i vigneti attigui.

L’azienda si trova nel versante sud-ovest del comprensorio, a circa 500 metri di altitudine, e la forte influenza del mare unita ad una posizione molto “aperta” permettono una ventilazione (come ho avuto modo di constatare personalmente…) ed un’escursione termica decisamente elevate, fattori di importanza fondamentale per una viticoltura di qualità.

 Conta circa 5 ettari di vigneti, tutti intorno alla proprietà, con una produzione annua di circa 20.000 bottiglie (generalmente 15.000 di Brunello e 5.000 di Rosso).

Coltivazione delle uve in regime biologico, ed affinamento in botti di rovere di varie dimensioni, con la peculiarità di non effettuare travasi durante tale periodo.

 

Luciano, persona affabile e di grande modestia, mi ha poi raccontato la storia dell’azienda (con lui giunta alla terza generazione di vignerons), ma al tempo stesso abbiamo parlato di vino a 360°, scambiandoci opinioni come fossimo vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo.

Abbiamo discusso di gestione di annate diverse e di cambiamenti climatici, oltre che di aspetti commerciali e di prezzo del vino, come anche dell’importanza di una struttura per certi aspetti “vetusta” come quella delle commissioni di assaggio.

Ma soprattutto, Luciano ha lasciato che a parlare fossero i suoi vini, che mi erano piaciuti ogni qual volta avevo avuto occasione di incontrarli, e che di certo non mi hanno deluso neanche questa volta.


Siamo partiti dal Rosato 2019, ottenuto per salasso a partire a uve Sangiovese fermentate per circa 12 ore e poi vinificate in bianco. Un vino nato per autoconsumo e prodotto in quantità esigue (meno di 1000 bottiglie/anno), freschissimo e sapido, dall’irresistibile piacevolezza e dalla beva killer, per me - che in genere non amo i rosati – una vera e propria rivelazione.

Si è poi passati al Rosso di Montalcino 2018, proveniente dai vigneti più giovani ed affinato per 6/8 mesi in barrique quasi esauste. Un vino dal naso pulito e senza contaminazione alcuna da parte del legno, tutto giocato sul frutto (maturo) e con ritorni floreali. Bocca di buon corpo, coerente e nel complesso equilibrata, con un tannino non invasivo che si fa sentire solo un pò sul finale.

Dopo aver “avvinato” la bocca, ecco avvicinarsi sua maestà il Brunello, di cui ho assaggiato le tre ultime annate in commercio, più la Riserva 2013 e la tanto attesa 2016 “spillata” direttamente da botte.


In generale, mi ha colpito la coerenza tra i vari assaggi, nel solco di uno stile aziendale che anno dopo anno appare ormai consolidato e riconoscibile, pur nelle differenze indotte da annate differenti tra loro.

Uno stile classico ma al tempo stesso “verace”, fatto di rispetto delle caratteristiche varietali e da un sapiente ed oculato utilizzo del legno, avente la precisa funzione di ingentilire, senza però stravolgere, le peculiarità del Sangiovese.

Un Brunello in cui il naso è dominato da un frutto nitido e vivo, con note delicate di tabacco, speziate e di terre nobili a fare da sottofondo, aumentandone complessità ed eleganza.

In bocca, poi, il carattere del grande Sangiovese da invecchiamento emergono prepotenti, con acidità e tannino a rincorrersi e sovrapporsi, pur mantenendo una piacevolezza ed un equilibrio mirabili.  Sempre eccellente la persistenza, così come la pulizia retro-olfattiva.

 

Scendendo infine nel dettaglio dei vari assaggi:

-      l’annata 2015 mi è sembrata quella per certi aspetti meno interessante, non tanto per l’assaggio in sé (caratterizzato un corpo importante ed un buon equilibrio, senza peraltro eccessi alcolici di sorta) ma più che altro in termini di capacità di invecchiamento, probabilmente inferiori allo standard 

-      l’annata 2014 ha mostrato – paradossalmente – maggiori margini evolutivi rispetto alla 2015, equilibrata e varietale pur nel solco di un’annata “difficile” e con una struttura non certo monumentale

-      l’annata 2013, già assaggiata ed apprezzata diverse volte in passato, mi ha ulteriormente convinto, dimostrandosi – a mio avviso – la migliore del lotto. Naso giovanile ma fine, bocca corposa ma al tempo stesso decisamente in spinta, con grande equilibrio acidità/tannino ed una delicata sapidità a dare ulteriore vivacità al sorso

-      la Riserva 2013 ha invece mostrato un naso leggermente più speziato degli altri (probabilmente dovuto all’utilizzo di botti da 10hl anziché da 30hl come per l’annata), ed una bocca caratterizzata da un corpo notevole e da trama tannica setosa e di estrema finezza, anche se al momento necessità di tempo per esprimere al meglio il suo importante potenziale

-      l’annata 2016, assaggiata direttamente da botte (ed in commercio a partire dal 1° Gennaio 2021), è un vino già fatto e con delle caratteristiche ben delineate, che, pur nell’estrema giovinezza, ha tutte le carte in regola per divenire un Brunello di grande lignaggio, per equilibrio e per capacità evolutive

Commenti

  1. Grazie per la descrizione. Il 2013 mi attira molto!

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    1. BingaSommelier, Davvero ottimo il Brunello 2013, un vino già godibilissimo ma con tutte le caratteristiche per divenire un grande Sangiovese da invecchiamento.
      Ed anche la Riserva, seppur ancora un pò compressa (causa giovinezza) non scherza affatto, anzì, ha addirittura più corpo e struttura della versione "annata".
      Grazie mille per averci letto e commentato. Alla prossima!!!

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  2. Bella degustazione, Ago!! Complimenti!!

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    1. Grazie mille caro Umberto! E' sempre un gran piacere, per noi appassionati, girare per cantine, conoscere persone (quasi sempre gentilissime e di grande disponibilità) ed assaggiare vini.

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