I nostri luoghi del cuore (1): Ravello



Il nostro blog vorrebbe parlare (anche) di luoghi e di viaggi.

Ad oggi, però, anche se è cominciata la tanto agognata (oltre che strombazzata mediaticamente) fase 2, non siamo - evidentemente – né alla fine dell’incubo, né tantomeno al ritorno alla normalità perduta. L’unica forma di viaggio possibile è quello della nostra mente, nei nostri ricordi, nel nostro cuore.

E per noi, il viaggio nei nostri luoghi del cuore non può che partire da un paesino in provincia di Salerno, un piccolo borgo incastonato sui Monti Lattari, dalla terrazza di uno dei più meravigliosi scorci del nostro già bellissimo paese, la Costiera Amalfitana.

Il luogo dove il 9 giugno 2018 ci siamo sposati, unendo le nostre vite ed i nostri destini: Ravello.


Raccontare questo paese descrivendone le bellezze (come la bellissima piazza del Duomo o le stupende ville affacciate sulla costiera) sarebbe semplice ma al tempo stesso limitante e riduttivo, anche perché non ci si innamora di un luogo – così come non ci si innamora di una persona – soltanto per quello che mette in mostra.


Ci si innamora di un luogo nel momento in cui si entra in connessione con esso, in cui lo si vive e lo si respira, passeggiando per i vicoli quando non c’è nessuno in giro o ascoltando i dialoghi tra gli abitanti del posto.

E proprio questi momenti e queste situazioni, alcune anche comiche e per certi versi surreali, ci hanno portato a scoprire un paese che per noi rappresenta un meraviglioso mix di mondanità e tradizione, in cui di giorno è un continuo ed incessante via vai di turisti che affollano bar, ristoranti, chiese ed ogni angolo possibile, in cui la ricerca di un posto parcheggio o anche solo di una panchina per sedersi appare impresa impossibile, ma che al tramonto – o di primo mattino – come d’incanto torna ad essere un borgo come tanti, tranquillo e rilassato, lontano anni luce dai ritmi frenetici della vita quotidiana.

Un borgo in cui gli anziani si ritrovano a parlare tra loro davanti la soglia delle proprie case, in cui i bambini giocano a pallone in piazza, in cui le signore aspettano con impazienza il rintocco della campana che annuncia la prima messa della giornata, un ambiente in cui il concetto di comunità si manifesta nella sua forma più semplice, arcaica, autentica.

Un ambiente fatto di persone semplici ma al tempo stesso ricche e profonde, che in ogni gesto quotidiano dimostrano amore incondizionato per il luogo in cui vivono o dove sono nate. 

E noi, ogni volta che torniamo a Ravello, è come rientrassimo in una bolla, nella nostra comfort-zone, in un luogo in cui il tempo ci sembra come sospeso ed in cui ogni momento ha la leggerezza di una piuma. 

 O più semplicemente, come se fossimo a casa.

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