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MAMOIADA MON AMOUR

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  Dici Sardegna ed enologicamente parlando pensi al Cannonau. Vitigno energico e produttivo, sostanzialmente identico alla Grenache francese o alla Garnacha spagnola, che a queste latitudini dà (quasi) sempre luogo a vini corposi, potenti ed ahimè decisamente alcolici, che gli amanti dei vini maggiormente eleganti tendono ad evitare, o comunque a prendere in considerazione con una certa ritrosia. Ho detto quasi sempre, perché esiste una zona nell’isola in cui tutto ciò non vale, in cui il paradigma del vino tutto ciccia ed alcol non funziona, un lembo di terra in cui – pur mantenendo il suo carattere identitario – il Cannonau mostra un’eleganza quasi nordica, oltre che una mineralità che riporta (con la mente) ad altri territori. Se ancora non l’aveste capito – o peggio ancora se non lo sapevate – sto parlando di Mamoiada. Un luogo di elezione, dove la parola terroir ha davvero ragione di esistere, presente con i suoi vini ed i suoi produttori domenica scorsa a La Sardegna ...

L’ARTE DEL SEMPLIFICARE (MALE)

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Riflessione a cuore aperto, ma soprattutto polemica e dunque a briglia sciolta, sulla crisi del consumo nel settore vitivinicolo, in Italia ma non solo, specie tra le nuove generazioni. Ebbene sì. Sarà che con l’età si diventa meno tolleranti e comprensivi, ma con il trascorrere del tempo faccio sempre più fatica a sopportare questa sorta di “doppio salto mortale indietro” riguardo la comunicazione del vino. La formula è più o meno la seguente: dato che il mondo cambia (in peggio, mi permetto di aggiungere), siccome che i giovani ricercano sempre più immediatezza e semplicità, va ripensata la comunicazione del vino, per troppi anni eccessivamente snob, autoreferenziale ma soprattutto troppo difficile da comprendere. Altrimenti il vino finirà per non berlo, e soprattutto non comprarlo, più nessuno. Dal mio umilissimo punto di vista il “ragionamento” (chiamiamolo così, anche se finisce con l’offendere l’intelletto stesso) è tanto di più errato ci possa essere, se non altro per una ...

L'ECCEZIONE CHE CONFERMA LA REGOLA

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Lo riconosco. Amo i vini maturi, quelli capaci di emozionare, quelli da cui non sai mai cosa aspettarti ma che sanno sorprenderti. Di riflesso, apprezzo tendenzialmente poco i vini giovani, specie quelli blasonati ma in commercio da pochi mesi. Per questo motivo - oltre che per altri che potrete immaginare - sono decisamente scettico nei confronti di guide e/o critici che incensano etichette da pochissimo sul mercato, premiandole con giudizi il più delle volte fuori dalla grazia del Signore (che spero non me ne voglia per questo ardito accostamento...). Naturalmente, in questo ambito così come in ogni altro, esiste l'eccezione a conferma della regola. Che stavolta si chiama San Leonardo 2020. Eh sì, l'iconico Grand-Vin di casa Guerrieri Gonzaga, taglio bordolese di Cabernet Sauvignon (in prevalenza), Carmenere e Merlot, anche in questa versione super-premiato dalla critica. Rosso che ho provato - con il mio consueto scetticismo misto naturalmente a rispetto ed interesse - duran...

MAMOIADA NEL BICCHIERE

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Vinzas Artas è una delle realtà emergenti ma al tempo stesso già più interessanti del comprensorio di Mamoiada. Letteralmente significa letteralmente Vigne Alte, dato che i vigneti sono stati tra i 600 e gli 850m.s.l.m.. Questo Sa Lahana 2019 è un Cannonau in purezza prodotto intorno ai 750m di altitudine, nella Ghirada da cui prende il nome. Vigneto reimpiantato nel 2010, rese basse. Fermentazione sulle bucce in tini aperti, senza utilizzo di lieviti selezionati. Un anno di botte di rovere cui segue un anno in bottiglia. Produzione super-limitata (1000 bottiglie per l'annata che ho avuto modo di assaggiare). Al colore mi colpisce per integrità: rosso rubino molto bello, sfumature aranciate appena accennate e percepibili, con archetti netti e definiti ad anticipare ricchezza strutturale e contenuto alcolico. Al naso sembra un vino etneo, al punto che avendolo assaggiato nel corso di una degustazione cieca, ero convinto provenisse da quelle zone: esplosivo, minerale, ferroso...

I MIGLIORI VINI ITALIANI 2025, TANTA BARRIQUE MA ANCHE QUALCHE LAMPO DI CLASSE

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Lo scorso weekend, presso il Salone delle Fontane dell’EUR a Roma si è svolta la presentazione romana dell’edizione 2025 della Guida de “I Migliori Vini Italiani” redatta da Luca Maroni. Una delle personalità del vino italiano maggiormente dibattute, spesso fuori dagli schemi, lontano dal mainstream e delle mode enologiche del momento, ma fedele al suo credo di vino-frutto, teoria che potrà anche essere poco condivisibile dai più ma che è comunque degna del massimo rispetto, se non altro per la coerenza di idee che dimostra anno dopo anno. Al contrario di personaggi e/o testate ben più considerate da critica ed appassionati, che a seconda del momento, della moda e dell’interesse sono stati – e sono tuttora – in grado di dire tutto ed il contrario di tutto, abiurando senza vergogna credo e storie decennali di successo e prestigio. L’evento, anche quest’anno, è stato davvero ben organizzato, a partire dalla location come sempre fascinosa, passando per il servizio accoglienza veloce...

LA SARDEGNA DI VINODABERE RITORNA A ROMA

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Ritorno sul luogo del delitto. Un anno dopo, eccomi a raccontare uno degli eventi della stagione da me più attesi in conseguenza della mia smodata passione per i vini sardi, principalmente per quelli a base Cannonau ma non solo. Parliamo de “La Sardegna di Vinodabere”, kermesse giunta alla terza edizione ed organizzata lo scorso weekend (18/19 Gennaio) dall’omonima rivista online – una delle più complete e seguite a livello nazionale in ambito enologastronomico, e che io stesso leggo sempre con passione ed interesse – che come lo scorso anno si è svolta all’interno dell’hotel Belstay a Roma. Location come di consueto molto bella e curata nei dettagli, spazi ampi, così come pressoché impeccabile l’organizzazione, con in più, aspetto sempre molto gradito da noi appassionati, moltissimi vignaioli a raccontare le proprie aziende ed i propri vini da dietro i loro banchi di assaggio, oltre che con i quali scambiare opinioni ed impressioni in materia. Se proprio volessi trovare un picco...

GAME, SET AND MATCH: VINO E TENNIS, ABBINAMENTO VINCENTE 2.0

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  Qualche anno fa, agli albori di questo blog, dopo aver pronosticato un roseo futuro per il tennis italiano (cit. “l’Italia del Tennis … sta vivendo in questi ultimi tempi un vero e proprio momento d’oro …. con alcuni giovani prospetti divenuti ormai realtà che – nei prossimi anni – potrebbero spingersi verso vette mai raggiunge dal nostro paese in questa disciplina” ), mi ero divertito a scrivere un post in cui abbinavo alcuni grandi campioni di questo meraviglioso sport con alcune iconiche etichette vinose. Insomma, avevo scelto di accostare le mie due più grandi passioni (prima che ultimamente se ne unisse una terza, ma meglio non divagare..), ossia quella per il tennis – sport che ho praticato in gioventù con scarsi risultati ma che ho sempre adorato guardare, dal vivo o in tv – con quella per il vino. Oggi, per brindare idealmente ad un anno che volge al termine e che molti ritengono irripetibile per l’italica racchetta (ma che io spero diventi la norma, almeno fino il no...