Brunello Riserva 2016, l’annata perfetta ed il rilancio di una tipologia in crisi di identità
Dopo
gli assaggi e la valutazione complessiva dell’ultima annata del Brunello,
eccoci all’analisi della Riserva, che quest’anno proponeva in degustazione (e
tra poco sul mercato) la versione 2016, da molti – e probabilmente a ragione –
considerata la migliore dall’inizio del millennio.
Vendemmia
unanimemente considerata a cinque stelle (e qualora ci fosse stata la
possibilità di assegnare la lode, sono certo sarebbe stato questo il caso), piovosa
e fredda in primavera e poi caratterizzata da un’estate ricca di sbalzi termici
e qualche precipitazione a “raffreddare i bollenti spiriti”, e terminata con un
settembre praticamente perfetto, con giornate assolate e notti fresche, che
hanno quindi permesso praticamente a tutti di raccogliere le uve nel perfetto
stato di maturazione, sia in termini di concentrazione zuccherina che –
soprattutto – di componenti polifenoliche.
Annata
di cui è stato detto tutto, in un profluvio di parole ed aggettivi volti a
rappresentarne la grandezza, ma che – al di là di dichiarazioni roboanti ed
entusiastiche, aveva mostrato (e chiaramente mostra tuttora) vini
caratterizzati da finezza, eleganza ed armonia fin dal primo momento, ma con in
più la tensione gustativa e la progressione tipiche del grande Sangiovese da
invecchiamento.
Ebbene,
più o meno gli stessi aspetti ritrovati all’interno degli assaggi della
versione Riserva, tipologia spesso criticata e da tempo in crisi (anche di
identità), sia per la sempre più crescente importanza che stanno via via assumendo
le “selezioni” in termini di etichette portabandiera aziendali ma anche per una
generale tendenza a risultare compressa, imbolsita dal legno o peggio – in
alcuni casi – addirittura già stanca ed eccessivamente matura al momento
dell’immissione sul mercato.
Questa
Riserva 2016 – sempre limitando l’analisi alle etichette presenti quest’anno a
Benvenuto Brunello ed in questa vendemmia prodotta da praticamente tutte le
aziende della denominazione – ha invece invertito una tendenza che sembrava
ormai incontrovertibile, evidenziando uno standard qualitativo medio altissimo
(praticamente mai al di sotto dei 90 punti), forse senza picchi assoluti ma nella
quasi totalità dei casi con versioni aperte ed espressive, con legno ben
integrato e generalmente prive di quell’austerità “monolitica” che molto spesso
ne limita lo sviluppo, caratterizzandosi per il frutto nitido e per i tannini
fitti ma maturi ed eleganti, oltre che mostrando una riconoscibilità ed una
differenziazione territoriale importante (che invece al momento sembra mancare
alla 2017).
Insomma,
una versione che, nel solco della grande vendemmia ed in continuità con quanto
mostrato lo scorso anno dalle “annate” e dalle “selezioni”, si presta ad essere
bevuta e goduta praticamente da subito ma che – con buona probabilità –
riserverà grandi sorprese e soddisfazioni con il trascorrere degli anni.
Di seguito la lista con la mia personale TOP FIVE, con in più due “assaggi bonus” che – pur se per differenti motivi al di fuori della tipologia Riserva 2016 – mi hanno favorevolmente impressionato.
5) Caprili AdAlberto Riserva
Rubino/granato,
media intensità e di bella consistenza. Naso intenso, di bella finezza e buona definizione anche se non
complessissimo. Eucalipto, spezie dolci, delicata nota fruttata/floreale. Bocca
corposa, ampia e succoso, molto ben equilibrato tra acidità e tannino. Persistenza
molto buona, eccellente pulizia sul finale, caratterizzato da rimandi di frutta
matura e leggere note tostate/boisè. Ricco e godibilissimo. 93
4) Sesti Phenomena Riserva
Granato, intenso e
denso. Naso
molto piacevole, maturo senza risultare pesante o seduto e di buona complessità.
Amarena, prugna, nota dolce che ricorda la carruba, sfumature balsamiche e di
sottobosco in sottofondo. Bocca di gran qualità, decisamente importante e
potente ma al tempo stesso gustosa e dinamica nel suo sviluppo. Persistenza
molto buona, finale in continuità con il naso. Un grande classico che non
tradisce mai. 93+
3) Capanna Riserva
Granato luminoso quasi
da manuale, buona densità. Naso buono ma non eccezionale, delicato ma al tempo stesso
ficcante, fine anche se un filo compresso. Etereo, mentolato, fruttino
delicato, legno praticamente assente. Bocca sontuosa, ricca ma dinamica e precisissima
nello sviluppo, con acidità e tannino fusi alla perfezione e bella sapidità a
rinfrescare il sorso. Ottima persistenza, finale elegante in cui fanno capolino
delicate note boisè. Bellissimo. 94
2) Sanlorenzo Bramante Riserva
Rubino appena
granato, molto carico (forse anche un po' troppo) e denso. Naso intenso, solare
ed elegante. Frutta fresca, sfumatura floreale, arancia sanguinella, leggera
nota mentolata. Bocca corposa e di carattere, molto fresca e dalla deliziosa sapidità,
dal tannino maturo e con l’importante componente alcolica fusa perfettamente
nella struttura. Molto lungo in bocca, pulizia estrema sul finale. Grande
versione, in pieno stile aziendale e con tantissima strada davanti a sé. 94+
1) Uccelliera Riserva
Granato, meno
carico della media, denso e luminoso. Naso intenso, fine ed espressivo. Spezie
dolci, terre nobili (cipria), ciliegia, leggera nota mentolata in sottofondo. Bocca
eccellente, corposa, dalla sapidità deliziosa e dal tannino fitto ma dalla
grana finissima. Persistenza molto importante, finale su note tostate e leggero
boisè. Splendida interpretazione dell’annata da parte di un’azienda che
quest’anno ha presentato un’accoppiata Brunello annata/riserva da urlo. 95
BONUS TRACK
Lisini Ugolaia 2016
Etichetta iconica
e tecnicamente una selezione, che uscendo però un anno più tardi risulta ben
comparabile alla Riserva. Rubino integro, intenso ma nei limiti, denso e
luminoso. Naso fresco ed elegante, profondo e senza dubbio in linea con
l'annata, anche se non ancora un mostro di complessità. Nota mentolata, frutta
rossa, leggero boisè. Bocca ricca, ben delineata nel suo carattere, con bella
dorsale acido/tannica, ottimo grip gustativo ed eccezionale persistenza. Splendida
e con importanti margini evolutivi. 94+
Le Chiuse DieciAnni Riserva 2012
Una sorta di
super Riserva, ottenuta dai grappoli più piccoli dei vigneti più vecchi e che
da qualche anno l’azienda ha scelto di far riposare per un periodo lunghissimo in
bottiglia, immettendola sul mercato a distanza di dieci anni (o quasi) dalla
vendemmia. Granato classico, denso ma meno luminoso di altri. Naso delicato ma
fine e profondo, per certi aspetti giovanile. Nocciola tostata, frutta fresca, eucalipto,
legno ben integrato. Bocca corposa, succoso anche se meno impattante delle
attese, armonica e dal tannino preciso e cesellato. Finale incisivo e molto
lungo, su note tostate e leggeri rimandi boisé. 93+
Ne conosco 5 su 7, tutte ottime cantine!
RispondiElimina