I vini di Bordeaux, viaggio nel mito e nella leggenda (2)
Se non siete ancora perfettamente addentrati in questo mondo, se la vostra passione per il liquido di bacco non ha ancora raggiunto il punto di non ritorno, sentir parlare di Bordeaux vi rimanderà ad un vino certamente altisonante, ma al tempo stesso ne avrete un’idea molto generica e per certi versi offuscata.
Come accade spesso per le denominazioni più blasonate, anche per il Bordeaux – almeno finchè non si arriva a conoscerlo bene – si è portati ad intenderlo come fosse un vino identitario, con delle caratteristiche sempre uguali e ripetibili a prescindere da dove sia prodotto.
Nella realtà, le cose stanno in maniera parecchio diversa.
Certo, Bordeaux non è la Borgogna, il terroir dell’eterogeneità per eccellenza, in cui si possono riscontrare differenze anche abissali tra vini prodotti a poche centinaia di metri di distanza, ma anche qui esistono scostamenti significativi tra le varie aree che compongono questo grande e prestigioso contenitore enoico.
Per cominciare, la suddivisione più immediata ed evidente, ossia quella che separa i vini prodotti sulla riva sinistra della Garonna (la Rive Gauche) da quelli provenienti dalla sponda destra del fiume (la Rive Droit).
Nel primo caso i terreni sono più sciolti e ghiaiosi ed a dominare la scena è di norma il Cabernet Sauvignon – il re dei vitigni bordolesi, capace di apportare struttura e longevità – mentre dall’altra parte i terreni sono più compatti ed argillosi ed il vitigno principe è senza dubbio il Merlot, più suadente ed aromatico.
Questa divisione, seppur significativa non è però sufficiente a descrivere le diversità e le varie anime che compongono questa mitica macroregione vinicola.
All’interno di ogni sottozona esistono infatti numerose appellation, equivalenti alle nostre denominazioni, le quali - al di là di un differente luogo geografico – esprimono nel bicchiere caratteri peculiari e riconoscibili.
Per questo, ho scelto di completare il mio ideale percorso all’interno di questa storica regione vinicola parlando delle mie cinque appellation preferite, quelle che a mio giudizio meglio sanno esprimere le potenzialità di questo meraviglioso ed unico terroir.
Nelle intenzioni non vorrebbe essere una classifica personale, anche se nei fatti non può non esserlo.
Buona lettura!
1.Margaux
Il paradigma del Bordeaux, il non plus ultra del taglio bordolese, della sua armonia e della sua eleganza.
Situata sulla Riva Gauche, è la denominazione più meridionale del Medoc, conta un’estensione complessiva di circa 1400 ettari ed oltre al comune da cui prende il nome incorpora anche i villaggi di Cantenac, Arsac, Soussans e Labarde.
Il Cabernet Sauvignon è senza dubbio il vitigno predominante, ma qui il Merlot – a differenza di quel che accade in altre appellation del Medoc - ha un’importanza nel blend tutt’altro che trascurabile.
Deve la sua fama principalmente al vino omonimo prodotto all’interno del suo territorio comunale (lo Chateau Margaux) ma regala numerose altre interpretazioni di eccelso livello – visto che vanta ventuno Grand Cru Classè, più di ogni altra appellation del Medoc – anche a prezzi tutto sommato accessibili.
Dal punto di vista geologico presenta un terreno tra i più sottili dell’intera regione, composto di uno strato di ghiaia a ciottoli, sopra un sottosuolo ancora di ghiaia interstratificata con calcare.
Caratteristica e prassi di questa appellation è quella di aggiungere una piccola quantità del cosiddetto “vin de presse”, ossia il vino di ultima torchiatura, scuro, tannico, che si ottiene al termine della fermentazione alcolica e dopo la malolattica.
Un procedimento che permette di ottenere un vino più corposo ma anche molto longevo, tanto è vero che parecchi vini di questa appellation possono invecchiare tranquillamente per decenni senza battere minimamente ciglio.
Vini di assoluto valore, poderosi ma anche molto eleganti, dai profumi di eccezionale ampiezza e con un’impronta fruttata che ricorda – a seconda della provenienza o dell’annata – il ribes nero o la prugna.
2.Pauillac
La sublimazione del Cabernet Sauvignon, il lembo di terra dove questo grande vitigno raggiunge il suo apice, mostrando al mondo la sua inarrivabile grandezza.
Un’appellation di grande fascino e tradizione – per molti addetti ai lavori la più prestigiosa di tutto il bordolese - che si estende per circa 1200 ettari ed è divisa in due estesi altipiani rispettivamente a nord-ovest e sud-ovest dell’omonima città, con terreni prevalentemente ghiaiosi e pietrosi.
All’interno del suo territorio sono disseminati ben diciotto Grand Cru Classè, ma soprattutto è la casa di tre dei cinque Premier Crus (Lafite, Latour e Mouton-Rotschild), nella sostanza il vertice della piramide qualitativa dei vini della Rive Gauche.
Esprime vini profondi, scuri, potenti, ricchi di alcol e dal tannino poderoso, ma al tempo stesso di grande finezza e con caratteristiche di longevità assolutamente fuori dal comune.
Prezzi senza dubbio elevati, ma comunque in linea con la grande qualità media che i vini di questa denominazione sanno offrire.
Se cercate un Bordeaux “maschio”, forte e vigoroso, non potete non passare da queste parti.
3.Pomerol
Denominazione tra le più piccole del comprensorio bordolese (supera di poco gli 800 ettari vitati), ma al tempo stesso tra le più note in assoluto, con un prestigio cresciuto sempre di più negli ultimi decenni.
Situata sulla Rive Droit, si caratterizza per terreni di carattere alluvionale e ricchi di sabbie ferrose, che regalano ai vini di questa zona un carattere ed un bouquet olfattivo decisamente particolare (in cui generalmente spicca la nota di tartufo).
E’ la patria di alcuni dei più grandi Merlot al mondo, morbidi e potenti, suadenti e longevi, ma lega il suo nome – e per certi versi deve la sua smisurata fama – ad uno dei più grandi vini del pianeta, un mito senza tempo e senza confini prodotto all’interno del suo territorio: il Petrus.
Un vino così grande al punto da potersi permettere di non utilizzare il prefisso “Chateau”, che accompagna la quasi totalità dei Grand Vin (ossia i vini più rappresentativi e prestigiosi) prodotti dalle varie aziende del bordolese.
Qualità media dei vini molto alta, ma al tempo stesso prezzi decisamente elevati, forse anche un filo troppo.
Ma d’altro canto, quando hai un vino prodotto a pochi chilometri di distanza dai tuoi vigneti (se non proprio a centinaia di metri) capace di raggiungere cifre a tre zeri, mantenere bassi i prezzi è molto difficile.
4.Pessac-Leognan
L’appellation più importante e conosciuta delle Graves (la parte più meridionale della Rive Gauche), oltre che con buona probabilità quella con il miglior rapporto qualità-prezzo dell’intero comprensorio.
Occupa una superficie complessiva di circa 1600 ettari e si estende su 10 comuni, prendendo il nome dalle due municipalità più importanti e prestigiose che la compongono.
Si caratterizza per terreni estremamente ghiaiosi, e presenta due caratteristiche peculiari in grado di differenziarla in maniera sostanziale dalle più note appellations del Medoc e del Libournais.
La prima è che al suo interno, oltre che grandi vini rossi, si producono anche eccellenti vini bianchi (a base Sauvignon Blanc e Semillon), vii di grande finezza e con caratteristiche di longevità inusuali per la tipologia.
La seconda è che in questa appellation – così come accade generalmente nella zona delle Graves – Merlot e Cabernet Sauvignon sono essenzialmente paritarie nella composizione del blend, apportando ai vini caratteristiche di grande armonia ed equilibrio.
All’interno del territorio di Pessac ha sede uno degli Chateau più noti e storici dell’intera regione, l’unico esterno alla regione del Medoc ad essere stato classificato come Premier Cru Classè: lo Chateau Haut-Brion.
Ma al di là di questo vero e proprio monumento, tanti sono i vini provenienti da questa appellation che – nel corso degli anni – stanno sempre più dimostrando un livello qualitativo altissimo, elevando sempre più il prestigio di questo terroir, specie tra gli addetti ai lavori alla ricerca di vini eccellenti senza dover necessariamente accendere un mutuo.
5.Saint-Emilion
Senza dubbio la denominazione più importante del Libournais, per qualità diffusa oltre che per numeri assoluti, oltre ad essere una delle appellation bordolesi con maggiore storia e tradizione.
Occupa una superficie complessiva di circa 5300 ettari e di fatto è l’AOC “comunale” più grande della regione, estendendosi intorno a nove comuni (compresa la splendida cittadina da cui prende il nome) e producendo – da sola – circa il 6% dei vini di Bordeaux.
I terreni sono essenzialmente argillosi e calcarei nella cosiddetta zona “storica”, ossia quella a ridosso della cittadina di Saint-Emilion, divengono un mix di argilla/sabbia/ghiaia nella parte confinante con il comune di Pomerol mentre sono prevalentemente sabbiosi nella zona dell’altipiano.
I vini sono generalmente molto equilibrati ed eleganti con tannini vellutati, bouquet floreale e notevole longevità, ma negli ultimi anni si stanno sempre più caratterizzando per struttura e note speziate.
E’ senza dubbio una delle patrie elettive mondiali del Merlot (che da solo copre circa il 60% della produzione), ma che però – a differenza di quanto accade nelle altre AOC del bordolese, è sovente affiancato al Cabernet Franc il quale, in alcuni casi, risulta addirittura il vitigno prevalente.
La sua importanza – al di là delle grandi etichette prodotte all’interno del suo territorio - è altresì testimoniata dal fatto di aver creato (in una prima versione nel 1878 e nella forma attuale nel 1955) una classificazione gerarchica della qualità dei suoi vini, che a differenza di quella in utilizzata per il Medoc – praticamente immutabile – è soggetta a revisione ogni dieci anni.
Al vertice della piramide ci sono i cosiddetti Premier Grand Cru Classè, di cui solo quattro (Chateau Angelus, Chateau Ausone, Chateau Cheval Blanc e Chateau Pavie) sono classificati come “categoria A”, rappresentando di fatto le migliori espressioni di questa appellation, nonché degli autentici mostri sacri dell’enologia mondiale.
Grazie per il riepilogo preciso di questa regione vinicola meravigliosa 😊🍷
RispondiEliminaGrazie a te cara Bianca, per aver letto e commentato l'articolo.
EliminaUn salutone e alla prossima!
Grande Ago!!! Completo, professionale ed estremamente interessante il tuo articolo su una regione che adoro, vini di primissimo piano anche a Saint-Estèphe (Cos d’Estournel, Montrose, Calon-Ségur, Lafon-Rochet) e a Saint-Julien ( Las-Cases, i tre Leoville, Gloria) Complimenti per il tuo interessantissimo blog, continua a deliziarci anche nel 2021 che auguro sereno !!!
RispondiEliminaSempre troppo gentile caro Rocco! Sei un'istituzione in materia di Bordeaux (e non solo), quindi non posso che ringraziarti per le belle parole, oltre che augurarti buon anno e tanta felicita!
EliminaUn abbraccio, amico mio!
Zona assolutamente non facile da descrivere... ci sei riuscito benissimo 👏👏👏👏
RispondiEliminaGrazie mille caro Paolo! Fa sempre piacere ricevere apprezzamenti, specie quando provengono da una persona competente ed appassionata come te. Un abbraccio e alla prossima!
EliminaArticolo ben dettagliato. Non è facile descrivere questo territorio in un articolo. Bravo Ago
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