Il prezzo del vino

 


Quante volte di fronte ad una bottiglia – specie quando si è alle prime armi – viene da interrogarsi sul perché costi così tanto?

In fondo, si tratta – generalmente – di settantacinque centilitri di vino.

Perché mai dovremmo pagare decine di euro (se non di più) per questa esigua quantità?

In questo post cercherò di fornire delle linee guida in proposito, con la speranza di farvi comprendere le ragioni di questo apparente controsenso.

Prima di passare ad elencare – e spiegare – le varie voci che concorrono al prezzo di una bottiglia di vino, una regola generale, che vale per qualsiasi bene di consumo:

“il prezzo lo fa il mercato, e risulta essere il valore in cui domanda e offerta convergono

Tradotto in soldoni, il prezzo massimo a cui venderò il mio bene – in tal caso le mie bottiglie di vino – al di là delle mie intenzioni iniziali e del suo valore assoluto sarà il più alto a cui riuscirò a venderlo, o meglio quello in corrispondenza del quale troverò persone disposte ad acquistarlo.

Se, per assurdo, il prezzo di costo del mio vino fosse più alto del valore che mi riconosce il mercato, sarebbe antieconomico produrlo, quindi dovrei smettere di farlo (ed eventualmente trovarmi un altro lavoro).

Fatta questa doverosa premessa, vediamo quali voci concorrono a fare il prezzo del vino, dividendole in due macro-categorie, ossia:

-          MATERIALI (quelle che concorrono a fare il prezzo di costo del vino stesso, per molti aspetti indicatore diretto della sua qualità assoluta)

-          IMMATERIALI (quelle che concorrono ad un ulteriore aumento del prezzo senza però aumentarne la sua qualità assoluta)

 

Alla prima categoria, appartengono:

-          LE QUANTITA’ PRODOTTE. Essendoci una serie di spese sostanzialmente fisse nella gestione di un’azienda vinicola e delle varie fasi della vita del vigneto – oltre che della vendemmia – più le quantità di vino prodotto dall’azienda risulterà esigua e più il costo relativo a tale voce ed associato alla singola bottiglia risulterà elevato.  Per questo motivo, aziende dai numeri importanti riescono a produrre etichette di buon livello a prezzi molto contenuti, cosa praticamente impensabile per i piccoli produttori

-          IL VITIGNO. Esistono vitigni che per caratteristiche “morfologiche” e per localizzazioni geografica comportano un lavoro in vigna – e conseguenti costi – decisamente maggiore per il raggiungimento di un’uva di elevata qualità.

-           LA RESA PER ETTARO. Tale fattore – tendenzialmente associato alla qualità del vino ottenibile -incide però in maniera importante sul costo della singola bottiglia, evidentemente in termini di proporzionalità inversa. In parole povere una minore resa per ettaro equivale ad una maggiore qualità del prodotto finale ma anche ad una minor produzione a parità di vigneto, e quindi ad un maggior costo per singola bottiglia. Una minore (o maggiore) resa per ettaro risulta spesso essere figlia di scelte “obbligate”, quindi riconducibili al vitigno, alla localizzazione geografica del vigneto o a quanto imposto dal disciplinare di produzione, ma in molti altri casi è frutto di precise scelte del produttore.

-          LE TECNICHE DI VINIFICAZIONE. Una produzione maggiormente improntata alla qualità comporterà tecniche di vinificazione di norma più complesse, tecnologicamente avanzate e costose, che pertanto finiranno con l’impattare in maniera più importante sul costo della singola bottiglia

-          LA DURATA E LA MODALITA’ DI AFFINAMENTO. Chiaramente, maggiore sarà il tempo di affinamento e più l’azienda in questione sarà “obbligata” ad aumentare gli spazi ed i contenitori necessari a realizzare tale processo, con conseguente aumento dei costi. Tale incidenza risulterà poi ancora maggiore nel caso di affinamento in legno, in particolar modo quando esso viene fatto utilizzando botti nuove (generalmente barrique), che dovranno essere pertanto sostituite/rimpiazzate di anno in anno

-          IL PACKAGING. Il costo per il vetro, per l’etichetta e per il tappo utilizzato per la chiusura del vino (quest’ultimo aspetto assolutamente non marginale per la qualità del vino stesso, soprattutto in termini di capacità di reggere il tempo) costituiscono un ulteriore costo “materiale”, che nel caso di produzioni di qualità – ad esempio che utilizzano vetro più pesante, una carta di maggiore qualità ed un tappo in sughero monopezzo di pregio – può determinare un incremento quantificabile in diversi euro per singola bottiglia.

A questo punto, vi starete chiedendo che sarebbe bello – oltre che interessante – avere una quantificazione dei costi sopra elencati.

La risposta non è evidentemente semplice, anche perché frutto di una serie di fattori in alcuni casi impossibili da conoscere e quindi da poter ricondurre ad un numero.

In ogni caso, sulla base della mia esperienza e dell’idea che mi sono fatta parlando negli anni con molteplici addetti ai lavori (produttori compresi), l’ammontare complessivo dei costi materiali oscilla molto realisticamente in un range compreso tra i 2 ed i 20 €/bottiglia.

Pertanto, considerando tutta una serie di altri costi gestionali ed il logico guadagno che il produttore (o l’azienda) ne dovrebbe ricavare – e quindi raddoppiando il valore sopra considerato, il costo di una singola bottiglia di vino non dovrebbe quindi essere inferiore ai 4€ ma al tempo stesso non superare i 40€.


A questo punto, due domande sorgono spontanee (come direbbe qualcuno).

La prima: Come è possibile trovare vini che sullo scaffale del supermercato costino meno di 2€/bottiglia?

In tal caso, evito di pronunciarmi, e lascio a voi la risposta.

La seconda (probabilmente più interessante): Perché esistono tantissime bottiglie che sono vendute a prezzi decisamente più alti, e che in molti casi raggiungono le migliaia di euro?

In tal caso, la risposta è già stata anticipata in precedenza, ed è legata ai cosiddetti fattori IMMATERIALI, i quali, pur non concorrendo ad elevare la qualità assoluta del vino, finiscono però per determinarne un incremento – in molti casi addirittura esponenziale – del suo prezzo di vendita.

Tali fattori sono:

-          L’ESCLUSIVITA’ (SPECIE NEL CASO DI VECCHIE ANNATE)

-          IL PRESTIGIO DELL’AZIENDA

-          IL PRESTIGIO DEL TERROIR DI PROVENIENZA

-          IL GIUDIZIO DELLA CRITICA


Lo so, sono tutti aspetti che non concorrono a garantire che il vino in questione sia necessariamente migliore di un altro avente un prezzo inferiore, e che soprattutto finiscono per portare il costo di certe etichette fuori dalla portata di quasi tutti gli appassionati e gli intenditori di vino, ma non possiamo farci nulla.

Per molti versi, anche in questo risiede la bellezza del vino e del mondo che gli ruota intorno, quello che lo rende un qualcosa di diverso da ogni altro alimento, quello che lo eleva da semplice bene materiale ad elemento determinante della nostra cultura, alla “poesia della terra” di Soldatiana memoria, arrivando – in alcuni casi – ad essere espressione artistica.

 

Commenti

  1. Il vino è bello perché è vario! 🍷😊

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  2. Fantastico articolo! Che spiega in modo preciso e minuzioso la realtà dei fatti! Grazie!

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  3. Un tema complesso, bell articolo che fa un quadro generale dei vari aspetti ...spiegato in modo semplice .... grazie 🍷

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  4. Ottimo articolo caro Ago! Anche io mi sono sempre chiesto cosa ci fosse in una bottiglia che costa meno di 2 euro!
    La mia filosofia su una bottiglia di vino è trovarne una con un buon rapporto q/p, che sicuramente non raggiungerà per le sue caratteristiche quelle che costano centinaia o migliaia di euro, ma perlomeno si avvicina a loro.

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