L’arte del semplificare (male)
Riflessione a cuore aperto, ma soprattutto polemica e dunque a briglia sciolta, sulla crisi del consumo nel settore vitivinicolo, in Italia ma non solo, specie tra le nuove generazioni. Ebbene sì. Sarà che con l’età si diventa meno tolleranti e comprensivi, ma con il trascorrere del tempo faccio sempre più fatica a sopportare questa sorta di “doppio salto mortale indietro” riguardo la comunicazione del vino. La formula è più o meno la seguente: dato che il mondo cambia (in peggio, mi permetto di aggiungere), siccome che i giovani ricercano sempre più immediatezza e semplicità, va ripensata la comunicazione del vino, per troppi anni eccessivamente snob, autoreferenziale ma soprattutto troppo difficile da comprendere. Altrimenti il vino finirà per non berlo, e soprattutto non comprarlo, più nessuno. Dal mio umilissimo punto di vista il “ragionamento” (chiamiamolo così, anche se finisce con l’offendere l’intelletto stesso) è tanto di più errato ci possa essere, se non altro per una ...