Faro Palari, il lato elegante del vino siciliano

Scrivere del Faro Palari significa approcciarsi ad un vino che a partire dagli anni '90 ha rappresentato – e che a tutt'oggi rappresenta – una delle stelle più luminose dell'universo enoico italiano, ed è per tale motivo semplice e difficile al tempo stesso.

È semplice perché considerando il prestigio riconosciutogli unanimemente (dalla critica nazionale, internazionale e da migliaia di appassionati) e le tante annate in cui si è espresso in maniera mirabile le cose da dire sarebbero tantissime, ma è altresì difficile perché in questi casi il rischio di essere ripetitivi, oltre che di ribadire le solite ovvietà, è sempre dietro l'angolo.

In ogni caso, non si può non cominciare definendolo un grande rosso siciliano, prodotto da Salvatore "Turi" Geraci con la collaborazione del grande enologo Donato Lanari in quel di Santo Stefano Briga, su ripidi terrazzamenti posti sui primi contrafforti dei Monti Peloritani con affaccio diretto sul mare e con vista sullo Stretto di Messina.

Prima "dell'incontro ravvicinato" dell'altra sera avevo avuto occasione di approcciarlo in alcune annate precedenti (seppur troppo poche), sostanzialmente entusiasmandomi per la sua capacità di essere contemporaneamente bianco e nero, giorno e notte, Bordeaux e Borgogna, zenit e nadir.

Austero, aristocratico se non addirittura nordico in annate considerate "fredde" (oltre che tecnicamente ineccepibile) ma al tempo stesso espressivo ed in grado di riportare nel bicchiere in maniera struggente e precisa il carattere solare e mediterraneo della terra da cui prende origine.

Un terroir di assoluto rispetto, composto da quattro ettari di vigneti centenari allevati ad alberello su terreni prevalentemente sabbiosi posti a 600 metri di altitudine e costantemente ventilate dalla brezza del mare, con escursioni termiche giornaliere importanti ed estrema facilità di portare a maturazione - sia alcolica che fenolica - le uve.

Un luogo baciato dagli dèi del vino, che in ragione delle sue peculiarità il grande e compianto Gino Veronelli attraverso una famosa (oltre che molte spesso abusata) iperbole definì la "Romanée-Conti d'Italia", non certo per metterlo in qualche modo a confronto con l'etichetta mito assoluto di Borgogna e dell'enologia mondiale, ma per rappresentare l'unicità di un luogo dal ragguardevole potenziale, in quel momento ancora parzialmente inespresso.

Altitudine, ventilazione ed escursioni termiche, parametri che questo lembo di terra possiede appieno e che risultano essere imprescindibili per un vino siciliano che ambisca ad esprimere finezza, profondità ed eleganza, senza i quali a queste latitudini (in primis per le elevati picchi di calore che caratterizzano le giornate estive) il rischio di fare marmellate sature di alcol più che possibilità diviene certezza.

L'assaggio della 2011, annata calda e con precipitazioni inferiori alla già esigua media della regione, ha evidenziato nel bicchiere un vino che, al di là della normale maturità dovuta alle dieci vendemmie sulle spalle e di una parabola evolutiva probabilmente meno ampia alla norma, attraversa una fase di splendida forma, non nascondendo i caratteri dell'annata ma tenendoli mirabilmente a bada all'interno di un profilo olfattivo caleidoscopio e sfaccettato e di una struttura in cui acidità e sapidità accompagnano il sorso in tutto il suo sviluppo, verso una progressione che sembra partire in sordina ma che poi, attimo dopo attimo, si amplifica ed allunga verso un finale elegante e quasi tendente all'infinito.

Grande esperienza, senza se e senza ma, un’etichetta che richiede e pretende attenzione per essere apprezzata appieno – quindi personalmente più da meditazione che gastronomica – e che ai miei occhi ha rappresentato l'ennesima dimostrazione di un fatto: quello che le grandi aziende, ma soprattutto i grandi vini, si palesano come tali nelle annate più complicate e per certi aspetti minori.

FARO DOC 2011 - AZIENDA AGRICOLA GERACI

Giudizio: 94/100

Uvaggio: 50% Nerello Mascalese, 30% Nerello Cappuccio, 10% Nocera, 10% Galatena

Affinamento: 18 mesi in barrique nuove (rovere di Allier & Troncais)

Fascia di prezzo: 30-35€

 

DEGUSTAZIONE

👀 Granato, mediamente intenso (un filo oltre le attese) e di importante densità, eccellente limpidezza

👃Pulito, intenso, ampio e profondo, elegante e maturo, fine e ricco di sfaccettature. Cassis, floreale, sfumature minerali (grafite), tabacco dolce, liquirizia, sfumatura di vaniglia, leggeri terziari (cuoio e carne) in sottofondo

👄Ricco senza risultare pesante, bella acidità (che il trascorrere del tempo ha appena intaccato) e sapidità ad accompagnare il sorso in tutto il suo sviluppo, calore alcolico dell'annata tenuto magistralmente a bada, tannino avvolgente senza andare mai sopra le righe. Persistenza importante, finale lineare e di gran pulizia su note dapprima amarognole (che ricordano la radice di liquirizia) poi via via più fresche e minerali.

 

 

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