Vino italiano, i campioni del rapporto qualità/prezzo


Se vivessimo in un mondo ideale, ma soprattutto se avessi – o aveste voi – un portafoglio senza fondo (alla stregua di uno sceicco arabo) questo post non avrebbe senso, né per me che lo scrivo né per voi che vostro malgrado vi siete ritrovati a leggerlo.

Ma dato che invece ci ritroviamo a vivere tutti in un mondo tremendamente reale, in cui la variabile denaro conta al punto da incidere e determinare le nostre esistenze, il tema del rapporto qualità/prezzo è sempre di attualità e di importanza capitale.

Anche – e soprattutto – se parliamo di vino, un qualcosa che, pur essendo grande amore o grande passione di quasi tutti noi, non rappresenta certo un bene di primaria necessità.

Rimanendo in Italia mi sembrava quindi interessante parlare dei campioni del rapporto qualità/prezzo, ossia quelle etichette che senza dover accendere un mutuo sanno regalare emozioni, o quanto meno – uscendo dalla poesia che mi piace associare al vino – allietare una serata iniziata male.

Sono undici (come una squadra di calcio), alcuni alfieri delle più importanti denominazioni del nostro stivale enoico, altri rappresentanti di territori forse meno conosciuti e mainstream ma egualmente validi, e rappresentano una sorta di “Viaggio in Italia” alla scoperta del Berebene al giusto prezzo.

E’ chiaramente una lista personale, dunque influenzata dal mio gusto e dalla mia esperienza, ma al di là del fatto che tutto è perfettibile credo sia una un gruppo di sicuro valore, un team che ben difficilmente potrebbe riservarvi delusioni.

Buona lettura!

 

Ca’ del Magro Custoza Superiore – Monte del Frà (9-12€)

Un bianco semplicemente splendido, ricco di sfumature (derivanti dal fatto che le uve provengono da vecchie viti di 40-50 anni di età, locate in una delle zone più vocate della denominazione) ma al tempo stesso armonico e dalla beva irresistibile. Nelle migliori annate, un vino che colpisce e stordisce, e che alla cieca potreste tranquillamente confrontare con etichette di ben altro lignaggio.


Verdicchio di Matelica – Collestefano (8-10€)

Se dovessi indicare IL vino che meglio incarna il concetto di rapporto qualità/prezzo, molto probabilmente sceglierei di Verdicchio di Fabio Marchionni. Un massimo travestito da peso medio, leggiadro come una farfalla ma forte e pungente come un’ape. Oltre tutto, nelle annate giuste invecchia alla grandissima, acquisendo ulteriore complessità e profondità.

 

Terlaner Alto Adige – Cantina Terlano (13-15€)

Qui entriamo nella categoria “vini del cuore”. Un’etichetta che definire entry-level è praticamente una bestemmia, visto che incarna alla perfezione i caratteri del magico terroir di Terlano e dell’altrettanto mitica azienda che lo produce. Un bianco a cui non manca praticamente nulla: freschezza, rotondità, complessità, progressione e lunghezza. Cosa volere di più?

 

Le Vignole Lazio – Colle Picchioni (9-12€)

Altro vino che adoro, e che ogni volta me lo sono ritrovato davanti ha saputo sorprendermi e soddisfarmi. Blend di Trebbiano, Malvasia e Sauvignon prodotto nella zona dei Castelli Romani, è un bianco di eccezionale complessità e ricchezza, specie se rapportato alla sua fascia di prezzo. Peccato solo che ogni anno che passa sia sempre più difficile da trovare…

 

Rocca Rubia Carignano del Sulcis Riserva – Cantina di Santadi (13-16€)

Un grande Carignano del Sulcis, capace di esprimere l’essenza dei vini della Sardegna ad un prezzo ridicolo per il suo valore. Proveniente da vigneti ad alberelli a piede franco ed affinato per 12 masi in barrique, trasmette importanza e solennità fin dal colore e dai profumi. Corposo, ampio e vellutato, un vino che resta nella memoriae che si fa fatica a dimenticare.


Duca Sanfelice Cirò Rosso Riserva – Librandi (8-10€)

Etichetta particolare ma di sicuro interesse, per decenni uno dei pochi rappresentanti della Calabria del vino in grado di varcare i confini regionali. Un Cirò “vero”, speziatissimo e possente, con una incredibile capacità di restituire i caratteri del luogo da cui proviene, terra arcigna ed aspra ma al tempo stesso generosa.


Nobile di Montepulciano – Le Berne (15-18€)

Grande vino, un Sangiovese (Prugnolo Gentile da queste parti) in purezza ricchissimo, strutturato e di grande coerenza gusto/olfattiva, prodotto da un’azienda che non ha ancora raggiunto appieno la notorietà che merita. Non costa pochissima, ma a questo prezzo – rimanendo in zona – comprate si è no un Rosso di Montalcino, ed un eventuale paragone sarebbe a dir poco impietoso.

 

Aglianico del Vulture Il Repertorio – Cantina del Notaio (13-16€)

Un Aglianico abbastanza atipico, con caratteri di rotondità più accentuati del solito, quindi a voler essere sinceri non proprio il mio “prototipo ideale del vitigno”.  Ma al tempo stesso un prodotto di grandissima qualità, a cui – specie nelle annate migliori (come la 2013) non manca davvero nulla. Complessità ed eleganza al naso, struttura ed armonia in bocca. Un vino di levatura superiore ad un prezzo decisamente normale.


Maccone Primitivo – Donato Angiuli (11-14€)

Se si parla di rapporto qualità/prezzo non si può prescindere dalla Puglia, la terra del Sole, e questa bottiglia ne incarna la quintessenza. Un Primitivo magnifico, proveniente da vecchie vigne ad alberello (dalle rese naturalmente molto basse) ed affinato in acciaio. Denso, possente ma al tempo stesso piacevolissimo. La dimostrazione che quando c’è il terroir si possono fare grandi vini anche senza passare per il legno.

 

Rosso del Soprano Terre Siciliane – Azienda Agricola Palari (13-16€)

Una di quelle etichette per cui vale il detto “toccatemi tutto ma non questa bottiglia”. Fratello minore del più quotato ed incensato Faro (altro grandissimo prodotto), è un vino di livello assoluto, capace di coniugare la forza ed il carattere della terra di Sicilia ad un’eleganza ed una piacevolezza quasi borgognona. Un pugno di ferro in un guanto di velluto.

 

Barolo del Comune di Serralunga – Ferdinando Principiano (25-30€)

Chiudiamo in bellezza. Qui saliamo di prezzo, ma parliamo di Barolo, “il re dei vini ed il vino dei re”, ma soprattutto siamo di fronte ad uno splendido rappresentante del terroir di Serralunga d’Alba, culla dei Barolo più possenti, strutturati e longevi che esistano. Di norma ottimo, nelle annate migliori (2015 e 2016 le ultime in ordine di tempo) sa regalare versioni al limite della commozione.

 

Commenti

  1. Hai "dimenticato" Oppidum di Cantina Sant:Andrea.
    Portalo in panchina. Con cinque cambi a disposizione.....

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  2. Ciao a tutti, concordo sul Carignano Che è veramente fantastico, sono in disaccordo sul verdicchio, appena provato, trovato banale (questione di gusti) ....
    appena riesco pubblico la mia lista

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  3. Certo il prezzo e la qualità sono importanti, ma c’è da dire anche che a volte le annate vanno bene oppure vanno male.
    Ecco la mia breve lista:
    SOFIS di Cignoli doro (Pv) 7-9€ Malvasia Macerata per qualche ora 2018 e 2020 ottimi

    Calatroni Riesling riserva campo dottore 2015 15€ in cantina 100% Renano

    Nobile di Montepulciano Lidl 2016 6€ sarei disposto a pagarmi anche 15

    Ripasso Az Villa Crine da amici si porta via a 13 € e il ripasso più buono che abbia mai bevuto.

    Con questo e tutto ce ne sarebbero altri ma non ho il tempo ora... anche di friulani sui 15 € sono super top

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  4. Aggiungerei Herzu di Ettore Germano

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  5. Rocca Rubia Carignano del Sulcis Riserva è TOP!

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  6. Utile utile! Buona Pasqua Ago!

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