Testarossa Pasetti, una fuoriserie al prezzo di una berlina

Molto spesso mi viene chiesto qual è il vino che comprerei per una determinata occasione.

E la mia risposta è più o meno sempre la stessa: dipende dalla cifra che voglio o posso spendere.

Ogni vino ha infatti il suo “prezzo di mercato”, e qualora volessimo orientarci su denominazioni di grande blasone – Barolo, Brunello o Taurasi – la cifra minima per approcciare etichette di qualità finirebbe con il superare i 30€, importo che salirebbe (e non di poco) nel momento in cui avessimo la malcapitata intenzione di scomodare le grandi appellations d’Oltralpe (in salsa Borgognona o Bordolese, a voi la scelta).

Per fortuna del nostro conto in banca, in Italia (ma non solo) esistono territori che – per una serie di motivi che non starò qui a raccontare, anche perché finiremmo fuori tema – sanno offrire prodotti di assoluta eccellenza a prezzi contenuti, giustificando il detto che “da noi si beve bene anche senza accendere un mutuo”.

Tra queste, merita una menzione speciale il Montepulciano d’Abruzzo, denominazione di tradizione e grande qualità, che molto spesso – anche da cialtroni spacciatisi per esperti di vino – viene scambiata con il Nobile di Montepulciano, importante DOCG Toscana con cui (a parte il nome) non ha praticamente nulla in comune.

A differenza di quello che accade per molti territori del vino – anche molto blasonati – capaci di creare interesse da parte di critica ed appassionati senza aver ricevuto particolari doni da madre natura, l’areale del Montepulciano d’Abruzzo vanta condizioni pedoclimatiche quasi uniche.

E’ infatti incastonato tra l’Adriatico e le vette appenniniche, contraddistinto da terreni dalle pendenze importanti, forti escursioni termiche e buona ventilazione, fattori che determinano un microclima eccezionale per la viticoltura qualità.

Purtroppo, nonostante una tradizione secolare ed un potenziale da top-wine, per troppo tempo il Montepulciano d’Abruzzo è stato relegato a vino semplice e rustico, con la classica forma di allevamento a pergola – estremamente produttiva - e le cantine cooperative a dominare la scena.

La svolta si è avuta grazie ad alcuni lungimiranti produttori – su tutti Emidio Pepe ed Edoardo Valentini – divenuti negli anni vere e proprie icone del a livello internazionalee capaci di fare da volano ad un intero territorio, accendendo i fari su denominazioni spesso bistrattate (anche per colpe proprie) e dando il via ad una nuova generazione di produttori focalizzati sull’ottenimento di un prodotto di grande qualità ma altresì capace di esprimere al meglio i caratteri del terroir abruzzese.

Vini “veri” come pochi altri, quasi mai mostri di eleganza, per certi aspetti essenziali ma anche poderosi ed imponenti, perfetti interpreti dei chiaroscuri tipici di questa regione e dei suoi abitanti. 

Tra i migliori rappresentanti di questo terroir c’è di certo il Montepulciano Testarossa, etichetta bandiera dell’azienda Pasetti, proveniente dalle uve di vecchi vigneti nel comprensorio di Pescosansonesco, a piedi del Gran Sasso d’Italia.

Un vino capace in passato di impressionarmi in più di un’occasione, e che anche l’altra sera ha saputo ricordarmi – qualora me ne fossi mai dimenticato – la grandezza del vitigno e del suo sorprendente terroir.

Questa 2015 non sarà probabilmente la migliore versione mai prodotta, un filo troppo mansueta e didattica quando in un Montepulciano d’Abruzzo amo ricercare spigoli ed imprevedibilità, ma su varietalità, struttura ed armonia complessiva c’è davvero poco da discutere.

Rapporto qualità/prezzo molto alto, anche perché trovare un vino di tale levatura a meno di 20€ è davvero impresa non da poco.

Parafrasando il nome dell’etichetta – che però nulla c’entra con il mitico modello automobilistico – “una fuoriserie al prezzo di una berlina”.

Testarossa Montepulciano d’Abruzzo 2015

Giudizio personale: 90/100

Uvaggio: 100% Montepulciano

Affinamento: 18 mesi in acciaio + 18/22 mesi in barrique di rovere francese

Fascia di prezzo: 18-22€

 

DEGUSTAZIONE

👀 Rubino/porpora, molto intenso e cupo, oltre che denso. Un Montepulciano DOC

👃Pulito, varietale e coerente con l’affinamento in legno piccolo. Mediamente intenso e fine, bella complessità. Frutta rossa matura, pepe, speziatura erbacea, liquirizia, leggera nota animale in sottofondo.

👄Corposo pur senza essere pesante, forse un filo troppo lineare ma al tempo stesso ben equilibrato tra freschezza, sapidità e morbidezza. Alcol tenuto a bada, tannino vivo ma integrato. Ottima persistenza, finale in cui ritornano le note percepite al naso, oltre ad un leggero sottofondo amarognolo.

Commenti

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    1. Bisognerebbe capire dov'è l'altra, allora...
      Un abbraccio cara Bianca, e grazie della gentilezza che dimostri ogni volta!

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  2. Il 2012 mi è piaciuto, ho un 2015 che può aspettare un po'. Dici bene, il md'a ha prodotti molto validi e prezzi quasi sempre accessibili

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    1. Disamina breve ma perfetta la tua, caro Alessandro!
      Concordo in toto.
      Un abbraccio e grazie per aver letto e commentato il mio articolo!
      Alla prossima!

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  3. Adoro il Montepulciano d'Abruzzo e, ahimè, questo non lo conoscevo.
    Grazie Ago per la segnalazione, lo proverò sicuramente.

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    1. Di nulla amico mio!
      A cosa servono social, app e blog sul vino, se non a condividere informazioni su bottiglie di interesse?
      Un abbraccio, e grazie per aver letto e commentato l'articolo.

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  4. Ottimo, ottimo articolo che condivido in pieno, dal discorso iniziale fino al suo cuore e infine alla valutazione di questo bel MdA che infatti selezionai per una cena con amici e sconosciuti, in cui mi chiedevano di abbinare un bel vino senza spendere troppo.

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    1. Grazie mille caro Anam!
      Sei tra quelli che meglio sanno cogliere il senso dei miei articoli.
      Un abbraccio e alla prossima!

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  5. Un bellissimo territorio e grandi vini. Questo purtroppo non l ho ancora assaggiato. Grazie del consiglio

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  6. Ciao Ago, interessante questo Montepulciano! Mi fido di te, proverò.

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