Ciliegiolo Val delle Rose, quando facile non vuol dire semplice


Da un po’ di tempo sulle reti nazionali gira la pubblicità di una famosa azienda che produce vino per la GDO, uno spot che non rimarrà certo nella storia recente della TV ma che ha il merito di attrarre l’ascoltatore grazie alla frase: “perché semplice non vuol dire facile”.

Onestamente non saprei se la definizione abbia in generale un suo senso e soprattutto se si possa in qualche modo applicare ai prodotti commercializzati da questo brand cooperativo, noto anche a chi pensa (si fa per dire…) che il vino fuoriesca dalle fontane.

Non è il punto della questione, ma soprattutto non è l’argomento che mi interessa trattare in questa sede.

Mi ha però colpito l’accostamento di questi due aggettivi – facile e semplice – di per sé non certo sinonimi di qualità o associabili a chissà quale merito, con l’intento di esprimere in qualche modo la dignità del prodotto.

Aggettivi che mi sono ritornati in mente – anche se invertiti – l’altra sera, quando nel mio bicchiere è finito Il Ciliegiolo Maremma Toscana 2017 prodotto dall’azienda Val delle Rose, operante in quel di Grosseto ed appartenente alla galassia Cecchi.

Un vino decisamente piacevole, al quale la definizione “facile ma non semplice” calza davvero a pennello.

Facile perché non ha la pretesa di stravolgere i canoni del vino toscano né vuole prendersi troppo sul serio, ed oltre tutto non necessita nemmeno di grandi “ragionamenti mentali” per essere messo a fuoco e compreso.

Non è però affatto un vino semplice, specie se a questo termine – come sarebbe opportuno e corretto – accostiamo significati come banale, scontato e noioso.

Al contrario sa essere interessante e catturare l’attenzione, grazie a profumi nitidi e ben delineati, un grip gustativo di tutto rispetto ed una bevibilità irresistibile.

Non costa molto ma nemmeno pochissimo, ma il prezzo è giustificato dalle rese decisamente basse (intorno ai 40q/he), probabilmente necessarie all’ottenimento di un vino di buona dorsale acido/tannica a partire da un’uva non proprio “strong” come il Ciliegiolo.

Nel complesso una buona bevuta, ma soprattutto la constatazione che anche un’uva da sempre considerata solo per il taglio possa regalare – in presenza di un terroir di elezione come quello maremmano e se pensata in un’ottica di qualità – prodotti di valore sicuro.

 

Il Ciliegiolo Maremma Toscana DOC 2017 – Val delle Rose

Giudizio personale: 86/100

Uvaggio: 100% Ciliegiolo

Affinamento: acciaio

Fascia di prezzo: 14-18€

 

DEGUSTAZIONE

👀 Rubino integro, limpido e luminoso. Media densità

👃 Intenso e preciso, con aromi netti e definiti nonostante la (relativa) gioventù. Discreta complessità, buona finezza. Frutta rossa (ciliegia, susina), bella speziatura, leggere note fresche/minerali in sottofondo

👄 Di buon corpo ed ampiezza, con acidità non particolarmente marcata ma ravvivata da una sapidità davvero interessante, che ravviva la beva, oltre che equilibrare le morbidezze. Alcol tenuto bene a bada, tannino leggero e di buona fattura. Media persistenza, finale in cui alle note fruttate e speziate si accompagnano delicati rimandi balsamici



Commenti

  1. Grazie per l'articolo. È sempre interessante scoprire vini interessanti 😊🍷

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  2. Ciao Ago, ti segnalo anche il Cilegiolo 2017 Valdonica presente all'ultimo Merano Wine Festival. Niente male!

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