Fattoi, il primo amore non si scorda mai
Nel mondo del vino, così come nella vita di tutti i giorni, vale certamente il detto: “il primo amore non si scorda mai”.
Può trascorrere tanto tempo, si possono provare (ed amare) decine – forse anche centinaia – di altre etichette, possono addirittura evolvere i nostri gusti.
Ma l’assaggio che ci ha aperto il paradiso enoico, la bottiglia dopo la quale abbiamo cambiato il nostro modo di approcciare al vino non si può certo dimenticare, e resta per sempre dentro di noi.
Per me e mia moglie questa sorta di iniziazione è coincisa – parecchi anni orsono - con l’assaggio del Rosso di Montalcino Fattoi, un’azienda a conduzione familiare tra le più valide ed interessanti dell’intero panorama ilcinese.
E pertanto, il nostro piccolo tour (enologico ma non solo) in Val d’Orcia e dintorni non poteva che terminare da loro, qui dove tutto è cominciato, quasi a voler chiudere idealmente il cerchio.
Ad accoglierci Lucia, terza generazione dell’azienda, nata con nonno Ofelio intorno alla metà degli anni ’60 e poi proseguita con i figli Leonardo e Lamberto.
I vigneti sono tutti di proprietà e localizzati intorno al podere di famiglia, che si trova nel versante sud/sud-ovest della denominazione, poco dopo la chiesa di Santa Restituta e vicino ad importanti (ed assai blasonati) altri produttori, uno per tutti il compianto Gianfranco Soldera e le sue “Case Basse”.
L’azienda conta oggi circa nove ettari di vigneti (di cui quasi sette iscritti a Brunello), posti ad un’altitudine di circa 300m.s.l.m, con una produzione annua complessiva di circa 50.000 bottiglie, distribuite tra Toscana IGT, Rosso di Montalcino, Brunello “annata” e Brunello Riserva.
Lo stile dei vini è classico e tradizionale, nel rispetto delle caratteristiche del terroir ma al tempo stesso con un tratto distintivo (che mi piace definire rustico/contadino) a renderli riconoscibili ed assai apprezzati.
Il rapporto qualità/prezzo delle varie etichette è semplicemente fantastico, tra i migliori della denominazione, anche in ragione delle caratteristiche del terreno e della zona, che permette loro di produrre vini di grande qualità anche in presenza di rese non estreme (ad esempio il Brunello è ottenuto – di norma – con una resa di 80q/he, il massimo previsto dal disciplinare, senza per questo essere mai carente in corpo e struttura).
Se proprio devo trovate un difetto, più che nei vini (ottimi) mi permetto di imputarlo alla scarsa attività di marketing dell’azienda, dovuta ad una non ancora piena consapevolezza – se non addirittura sottovalutazione – del livello raggiunto, aspetto che finisce però con il limitarne appeal e capacità commerciale.
Un’azienda non proprio semplice da scoprire, quindi, ma che una volta conosciuta è quasi impossibile dimenticare.
Merito certamente dei vini, sempre performanti e mai banali, e che non hanno deluso le mie aspettative nemmeno questa volta.
Il Rosso di Montalcino 2018 ci accoglie nella sua integrità fin dal colore rubino, mostrando al naso una chiara nota fruttata ed un leggero sottofondo boise’. In bocca esprime freschezza, generosità e buon equilibrio complessivo, con un tannino bello vivo che si fa sentire sul finale.
Il Brunello 2015, rubino con tendenza al granato, esprime al naso i tratti caratteristici di questa azienda, con note di frutta rossa su un sottofondo di fiori appassiti e un tocco dolce che rimanda alla vaniglia. In bocca mostra una freschezza ed una spinta addirittura superiore alle attese, con in più un tannino pieno, anche se nel complesso deve ancora registrarsi un pò.
Il Brunello 2012, già assaggiato in altre occasioni, mi ha davvero impressionato, rivelandosi – anche con discreto distacco - il migliore del lotto. Granato intenso alla vista, elegante ed armonioso al naso, con delicate note eteree, di spezie e di sottobosco ad accompagnare un frutto ancora integro. Preciso ed estremamente equilibrato in bocca, con eccellente freschezza ed un tannino fitto ma fine, che ripulisce perfettamente il palato accompagnandolo nel lungo finale.
Il Brunello Riserva 2012 mostra infine intensità già dal colore, caratterizzandosi per un naso marcato da note di frutta matura su un sottofondo speziato e con rimandi dolci di vaniglia. In bocca è pieno e robusto, con un tannino fitto e marcante in pieno stile aziendale, anche se risulta un po' monolitico. La stoffa (e la qualità) è evidente, ma necessita ancora di qualche mese in bottiglia per esprimere appieno il suo potenziale.
Nel complesso un’ottima batteria, che ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il valore di questa azienda, piccola nei numeri ma grande nella qualità.
Cantina che non conoscevo. Grazie!
RispondiEliminaCiao Bianca! Se non la conosci ti consiglio fortemente di acquistare - ed assaggiare - i loro vini, che tra parentesi si trovano anche su qualche sito online.
EliminaSono certo che dopo averli provati farai fatica a farne a meno! :)
Più volte stavo per provarlo, ma ancora non è arrivato quel momento. La tua descrizione mi invoglia ancora di più. È solo una questione di tempo. Quando ne scriverò la recensione, ti penserò!
RispondiEliminaFidati caro Andrea! Come ho già scritto, una volta provati i vini di questa azienda farai fatica a farne a meno, per il valore assoluto ma anche in relazione al prezzo medio dei vini di questa denominazione.
EliminaNella loro fascia di prezzo (25-30€) sono davvero un top scorer a Montalcino. Forse l'unica realtà che gli si avvicina è quella del grande Enzo Tiezzi.
Ho visitato la cantina 2 anni fa, ottimi con un buon rapporto qualita prezzo, ho in cantina ora alcune bottiglie del brunello 2010 e 2013 che conservo per importanti occasioni
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