L’evidenza ed il giudizio




Si può riconoscere ed apprezzare la qualità in una bottiglia senza che questa riscontri pienamente i nostri gusti personali? Insomma, è possibile scindere – anche nel mondo del vino – la qualità oggettiva dalla piacevolezza soggettiva?


La mia personale risposta al tema è sempre stata positiva, ma ne ho avuto ulteriore – e per certi versi definitiva – conferma dopo l’assaggio del Fiano di Avellino 2014 prodotto dall’azienda Pietracupa.

Un vino – a detta di tutti gli addetti ai lavori – tra i migliori della denominazione, prodotto in una delle zone maggiormente vocate dell’areale irpino per le uve bianche (Montefredane) da un viticultore decisamente bravo ed illuminato, Sabino Loffredo.

L’assaggio mi ha mostrato un nettare in cui la qualità – seppur limitata dal fatto di essere figlio di un’annata che non sarà certo ricordata tra le migliori degli ultimi anni – si intravede nella finezza dei profumi che mostra al naso ma soprattutto si palesa e rende evidente in bocca, con la sua ricchezza di sapori e con una persistenza decisamente fuori dall’ordinario.
Ma che però, per il suo essere così estremo e verticale, nella sua - per certi versi ossessiva - ricerca di acidità e sapidità (che nei primi anni di vita è spesso scissa dal resto), non mi ha restituito quell’impressione di pieno equilibrio e piacevolezza che ricerco nell’assaggio.
Un Fiano decisamente ricco di chiaroscuri e contrasti, come la terra da cui proviene, in cui – paradossalmente – è questa sua incapacità di mediazione, l’ostinarsi a volersi mostrare per quello che è, senza inutili orpelli, ad essere al tempo stesso unicità e limite.

Fiano di Avellino Pietracupa 2014
Giudizio personale: 86/100
Uvaggio: 100%Fiano
Affinamento: Acciaio
Fascia di prezzo: 15-20€

DEGUSTAZIONE
👀 Paglierino con tendenza al dorato
👃Pulito e di buona finezza, anche se un po' scarico ed introverso, oltre che non particolarmente complesso. Fiori gialli, note gessose/minerali, leggera nocciola
👄Di buon corpo, con acidità e sapidità ancora molto spinte e solo parzialmente equilibrate da morbidezza e calore alcolica. Buona bevibilità. Persistenza super, finale su note sapide e di nocciola tostata, in cui ritorna anche un filo di alcol in eccesso.

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