I miei dieci coup de coeur


Quando si è fermi il corpo umano – dopo un iniziale ed inevitabile periodo di smarrimento – tende ad adattarsi alla situazione che lo circonda, a quelle che in analisi matematica si chiamano “condizioni al contorno”. Ed ecco che, con l’occasione di avere meno cose da dover fare si ha più tempo per fermarci a pensare, a riflettere, a ricordare.

Oggi, mentre guardavo distrattamente un video su Youtube, mi è venuto da pensare a quante bottiglie avessi assaggiato in questi ultimi 5 anni, ossia da quando è cominciata la mia passione per il vino.

Il numero (più o meno esatto) non lo dico, e non ha comunque molta importanza. Quello che più conta è ciò che ogni singolo assaggio mi ha trasmesso, formando il mio gusto e la mia sensibilità in materia.

Dopo di che, è evidente che non tutti i vini hanno avuto lo stesso peso specifico. Parecchi mi hanno deluso, molti mi hanno dato un piacere effimero ma sono svaniti dalla mia mente con la stessa velocità con cui erano entrati, altri ancora hanno deliziato ed appagato i miei sensi. 
Pochissimi, però, hanno saputo emozionarmi e rimanere nella mia mente e nel mio cuore.

Di ognuno di questi conservo un fervido ricordo, non tanto per il loro valore assoluto (comunque altissimo) ma per qualche caratteristica che li ha resi – ai miei occhi – unici e irripetibili.

Sono i miei 10 vini del cuore. Sono tutti italiani (non per campanilismo ma solo per motivi di competenza e numero di assaggi) ed in ordine temporale di assaggio, anche perché non avrei saputo – e potuto - fare una classifica…

Rosso di Montalcino Fattoi 2013: la mia “prima volta enoica” , il mio primo confronto con un vino di qualità superiore

Taurasi Elmi 2011: un ingresso di bocca unico ed incredibile, uno straordinario mix di eleganza e rusticità. L’avrò assaggiato cinque volte nel corso di quell’evento…

Passito di Pantelleria Ben Ryè 2012: l’equilibrio sopra la follia…una piacevolezza ed una beva impensabile in un vino con questa densità e residuo zuccherino

Gewurztraminer Nussbaumer 2013: un’ampiezza e una profondità in bocca che mai avrei immaginato possibile in un bianco

Barolo F.lli Barale 1985: il maratoneta…un nettare dalla persistenza valutabile in chilometri, l’espressione più evidente della forza del Barolo

Amarone Riserva La Mattonara Zymè 2004: La perfezione in una bottiglia…l’unica volta nella mia vita che anziché un vino ho pensato di avere in bocca un drappo di seta

Primitivo ES 2015: l’esuberanza del frutto tipica dei migliori vini pugliesi unita ad un tannino fitto come quello di un grande Sagrantino…in una parola, una bomba!

Taurasi Perillo 2007: il manifesto dell’Aglianico irpino, un naso di una eleganza e profondità unica, che più si riscaldava e più sembrava freddo…

Brunello Le Chiuse 2013: l’essenza stessa del Sangiovese…un neonato ancora in fasce ma con un incredibile fusione di acidità e tannino, che saprà di certo sfidare e sconfiggere il tempo

Flaccianello della Pieve Fontodi 2015: forte e scalpitante come un puledro imbizzarrito ma preciso come il taglio di un grande chirurgo.

Quali sono, invece, i vostri vini del cuore?

Commenti

  1. Risposte
    1. Salute grandissimo Enrico...
      Innanzitutto grazie mille per il commento!

      Tra quelli elencati da me c'è qualche vino che hai avuto modo di assaggiare e che ti è particolarmente piaciuto?
      Invece, quali sono i tuoi vini del cuore?

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  2. Fattoi (visitato la cantina a novembre 2018, cantina familiare, ottimi vini), Flaccianello bevuto più volte a mio avviso uno dei migliori chianti quando lo vedo in carta sono sempre intrigato, primitivo ES bevuto in una serata calda estate 2018 portato a 10-12 gradi un bel ricordo, Ben rye anche questo bevuto piu volte un fuoriclasse ma con tanta solforosa (se si ha una leggera allergia si diventa poi rossi come un peperone), Nussbauner uno dei migliori traminer sicuramente molto fruttato ma tutto sempre molto equilibrato

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