Cru ed Unità Geografiche, quando cambiare le norme rischia di non bastare
Ogni qualvolta si parla del ritardo del comparto vinicolo italiano rispetto a quello francese, che al di là di campanilismi o facili banalizzazioni è una “dura verità” certificata da un prezzo medio dei nostri vini pari a circa la metà di quello che sanno strappare i cugini d’Oltralpe, uno degli aspetti maggiormente citati è quello dell’IDENTITA’, sia in termini di riconoscibilità delle differenze esistenti tra prodotti più o meno diversi tra loro che, anche e soprattutto, in termini di evidenza della piramide della qualità. Argomenti in cui i francesi sono autentici maestri, mentre noi, nella stragrande maggioranza dei casi, potremmo considerarci al massimo dei copisti arruffoni, capaci di inventare DOC di cui non si sente il bisogno o di passare giornate a dibattere sul perché – per fare un esempio banale – il consumatore medio non sia disposto a spendere 15/20 euro per un buon Chianti Classico quando si consente ad intrugli di dubbia provenienza di fregiarsi dello stile “titolo” e...