Degustazione cieca, consigli per l’uso
Premessa doverosa: riconoscere i vini alla cieca non è l’abilità più importante – e soprattutto gratificante – tra quelle che si imparano nei corsi o nel corso di anni di assaggi. Non lo è per i sommelier, né tantomeno può esserlo per coloro i quali il vino è “soltanto” una grande passione. Quindi, se state pensando di iniziare un percorso di formazione in materia con l’obiettivo di diventare dei “piccoli” Luca Gardini (il rabdomante del vino, l’uomo con il super-potere di riconoscere qualsiasi etichetta gli si pari davanti), per me avete sbagliato strada. Datto ciò, è però innegabile che la degustazione “cieca” di un vino (quindi assaggiarlo senza sapere cosa si ha nel bicchiere) abbia un fascino tutto suo, un’aura quasi mistica, che rende questo esercizio un rito quasi irrinunciabile, quantomeno una volta ogni tanto. Per alcuni soggetti – di norma i più vanitosi – rappresenta un modo “evidente” per dimostrare le proprie abilità e conoscenza in materia, anche se il più delle...