Vigna Monticchio, mito rimasto umano
Settimana scorsa, in un articolo del sempre grande Daniele Cernilli alias DoctorWine, si faceva riferimento ai prezzi ormai siderali raggiunti dalla stragrande maggioranza dei vini top di gamma, francesi ma anche italiani, causati da un mercato in molti casi fuori di testa ma anche – ed in alcuni casi soprattutto – da ricariche a dir poco criminali operate dai grossisti che li acquistano in anteprima (oltre che in regime di monopolio) dalle cantine. Vere e proprie speculazioni, che oltre a gonfiare i portafogli dei signori di cui sopra allontanano sempre più i vini maggiormente iconici ed evocativi dagli appassionati di questo mondo, che nella stragrande maggioranza dei casi non dispongono di patrimoni tali da potersi permettere di spendere svariate centinaia di euro (come minimo) per una bottiglia di vino. Ma al di là di questo, l’articolo è stato lo spunto per riflettere su come ormai siano rimaste pochissime le etichette-mito, quelle per cui il trascorrere del tempo è un allea